07. Speciale

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Le loro gambe ciondolavano leggere nell'aria, seduti sopra il tetto di una qualche abitazione parigina poco distante dalla Senna.

«Tu pensi che un giorno riusciremo a sconfiggere Papillon?»
«Certo, mia signora.»
«Come fai a esserne così sicuro?»
«Intuito felino, insettina.»
«Intuito felino?»

Il giovane annuì orgoglioso.

«Chat Noir...»
«Mh?»

«Niente, scusa», sussurrò, stringendosi a sé e abbassando la testa per non incontrare quegli occhi felini che conosceva bene.

«Davvero? Sei sicura?», chiese il giovane.
«Perché sorridi?»

Chat Noir ghignò, distogliendo lo sguardo dalla ragazza e osservando la luna.

«Stavo pensando a una persona speciale...»
«S-speciale?»

La corvina perse un battito.

Speciale? Quanto speciale? Speciale in quel senso?

«Sì, perché?»
«Così, curiosità, micetto...»

Sorrise, beffardo.

«Che hai adesso?», chiese spavalda al ghigno del ragazzo, incrociando le braccia al petto.

«Niente, sono felice», dichiarò, guardandola finalmente negli occhi.

Ma che le stava prendendo?
Sorrise anche lei.

«Davvero? Sei sicuro?», lo imitò con audacia.

Sii Ladybug.

«Certamente, mia signora. Perché?»
«Così, curiosità...»
«Sbaglio o sei molto curiosa oggi, coccinellina?»

Le si avvicinò con il volto, sporgendosi verso di lei con malizia, arrivando a sfiorarle la punta del naso.

La ragazza non si scostò, anzi, ne approfittò per allontanarlo.

L'eroe la fissò dolorante, ancora con le mani in faccia.

«E ora perché ridi?», chiese sorpreso, falsamente mesto.

Possibile che la sua compagna fosse così sadica nei suoi confronti?

«Niente, sono felice», ammise.
«Perché sei felice?»

L'eroina non rispose subito, continuando ad ammirare il paesaggio incantevole dinnanzi a lei per qualche istante.

Poi sospirò, e si voltò verso il ragazzo, con le gambe ancora penzolanti.

«Stavo pensando a una persona speciale...»

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