Capitolo 6

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Cristine Douglas stava aggiustandosi i capelli in una comoda coda quando ricevette la chiamata sul suo cellulare. Ben Gold era sempre stato un uomo da poche parole, uno da sms, ma quella volta preferì telefonarle, evidenziando con il tono della voce una certa urgenza, senza tuttavia specificare il motivo dell'immediata convocazione nel suo ufficio. Cristine lavorava da anni al dipartimento  antitruffa del FBI come psicologa esperta in profili criminali e ormai aveva fatto l'abitudine a quel tipo di situazioni, imparando a gestire anche il suo capo Ben. Quando terminò di aggiustarsi, afferrò le chiavi della macchina e di precipitò in strada.
Pochi minuiti dopo stava già percorrendo il corridoio del Bureau della sezione investigativa del FBI, mentre Ben l'attendeva nel proprio ufficio. Era indubbiamente accaduto qualcosa di particolare, anni di lavoro sul campo le avevano permesso di avere questa sicurezza, confermata dalla visione di una donna seduta davanti la scrivania del suo capo.
<<Cristine, ti presento la signora Francesca Menin, della sovrintendenza ai beni culturali di Venezia>> disse appena la vide varcare la soglia.
La donna si alzò porgendole la mano.
<<La signora ha sporto denuncia presso le autorità italiane, le quali hanno chiesto il nostro intervento per un furto d'arte:un dipinto della Collezione privata del Palazzo dei Camerlenghi. Il sospettato è un certo Josh Finnes, professore di arte rinascimentale presso l'università di Harvard>>
Cristine guardò la donna. Dopo una prima veloce valutazione, non ne avrebbe saputo definire il  grado preoccupazione; il suo aspetto impostato, privo di segnali emotivi determinanti, relegavano in fondo a uno stato d'impenetrabilità, un patimento interiore. Tornò a sedersi, le mani in grembo e la schiena dritta creavano attorno alla figura una aurea austera, quasi di superiorità che convinse Cristine a osservarla con più attenzione.
<<La polizia ha svolto delle indagini presso l'università e non risulta esserci mai stato un certo Josh Finnes né come studente tantomeno come docente>>  commentò Ben <<E per di più questa persona sembra essersi dissolta nel nulla. L'ultima volta che è stato visto è stato due settimane e fa a Venezia e l'ultima persona con la quale ha avuto contatti è la signora>> concluse indicando la donna. Cristine intuì che la polizia aveva dirottato il caso all'Fbi non avendo una pista utile da seguire, sottraendosi così a inutili perdite di tempo. Ben però non sembrava voler seguire la stessa  linea.
<<Signora Menin ci deve fornire tutta la storia, con i particolari, per poter avviare un'indagine federale>> le disse Cristine.
<<Ecco, questa è la denuncia che ho riposto presso il commissariato in Italia, è tutto scritto qui>> disse, indicando la cartellina che aveva davanti a sé Ben.
<<Sono qui perché abbiamo chiesto una collaborazione con il vostro dipartimento affinché venga ritrovato e restituito il ritratto>>
<<Certo...ma perché crede che questo Finnes sia americano?a questo punto potrebbe essere di qualsiasi nazionalità >> affermò Cristine.
<<Infatti non sono sicura di nulla, ma l'unica cosa di cui sono certa è che l'uomo è partito da qui. Ho cercato io Finnes , ho contattato personalmente il dipartimento di Harvard, organizzato tutto affinché partisse da Boston e sono certa che quell'aereo l'ha preso. Ho scritto nella denuncia tutti i contatti che ha qui in America, con chi ho parlato all'università, compreso un certo indirizzo a New York, per cui la prima cosa che mi è venuta in mente, è stata che avesse una base, un appartamento qui. Mi creda, questo sono stati giorni terribili per me e rischio il posto>>
Cristine sfogliò velocemente alcune pagine. Se si fosse soffermata con più attenzione avrebbe sicuramente trovato delle false piste, altri falsi nomi e indirizzi, come pensava fosse quello che portava a New York.
<<È ovvio che si tratta di una truffa con più complici, partiremo da chi avrebbe potuto falsificare il   documento>> constatò Ben.
<< Credo di conoscere persino come ha fatto>> ammise Francesca cedendo a una posizione emotiva più fragile.
<<E mi rincresce ammettere di essere stata io la prima ad essere raggirata>>
<<Signora Menin, lei non può rimproverarsi di nulla, questi soggetti studiano le proprie vittime, capiscono subito i punti deboli da sfruttare  e ogni loro azione è finalizzata allo scopo, per cui lei è la vittima e noi faremo il possibile per venire a capo della faccenda>> la rassicurò. Cristine aveva avuto modo di lavorare con diversi tipi truffatori e tutti avevano un unico denominatore:la scelta dei propri ganci da sfruttare.
<<Mentre fingeva di analizzare il quadro per l'autenticazione mi è squillato il telefono. Mi hanno chiamato perché un uomo di cui non ricordo il nome voleva vedermi per una contrattazione importante. Mi avevano detto che aveva un appuntamento ma io non l'avevo in agenda ma aveva insistito e non sarebbe andato via se prima non avesse parlato con me. Quando sono scesa per incontrarlo, lui non c'era più. In quel momento non ci ho fatto caso, ho pensato a un contrattempo improvviso. Ho chiesto alla guardia se per caso avesse lasciato un biglietto da visita, ma nulla. Quando ho chiesto di descrivermelo, la guardia non è stata in grado di farlo; l'uomo aveva prestato molta attenzione a non farsi riconoscere. Ed è stato allora, nel momento in cui Finnes è rimasto solo, che avrà eseguito lo scambio: ha sostituito l'originale con una copia devo dire anche ben fatta, impossibile da riconoscere. All'inizio non avevo dato peso alla cosa, ho riposto il quadro ma poi tutte le tessere sono andate a posto e ho capito>>
Cristine la guardò attentamente.
<<Quando le è venuto il sospetto che il quadro fosse un falso?>>
<<Il mattino seguente. La sera mi ha invitato a cena e... poi il mattino dopo è sparito, lasciandomi solo un cellulare che ora ha sequestrato la polizia italiana per svolgere le indagini>>
<<Quindi è in grado di fare un identikit del professore>> asserì Ben.
Cristine intercettò un cambio espressivo nel viso della donna, tipico dei soggetti che vogliono mascherare un certo stato di imbarazzo.
<<Certo>> si limitò a dire per evitare di cascare in trappole emotive compromettenti. Nella sala calo un silenzio di attesa.
La superficialità di quella dichiarazione ebbe come conseguenza un calo delle difese; le mani della donna cominciarono a stringere i braccioli della sedia e la schiena a irrigidirsi fino alla resa finale.
<<In verità ho molto più >> ammise,  estraendo dalla borsa il ritratto a matita. Cristine lo prese in mano e il cuore cominciò a batterle nel petto. All'improvviso le mancò l'aria nei polmoni, respirò a fondo concentrandosi su ciò che stava vedendo. Per un attimo il suo cervello si rifiutò di ammettere ciò che era diventato palese.
<<Non so quanto vi possa essere utile, ma oltre un cellulare fasullo mi ha lasciato questo diciamo come...ricordo>> disse in un tono di velato sarcasmo.
<<Invece ci è utile, abbiamo un indizio, piccolo ma importante>> ammise Cristine, impostando un'aria neutra, controllata.
<<Lo può tenere, e spero di chiudere questa storia al più presto>> disse Francesca dura.
<<Bene, la contatteremo per l'identificazione>> intervenne Ben, lasciando la sua postazione per dirigersi in mezzo alle due donne. Le porse la mano che Francesca strinse senza alcun tipo di emozione. Il viso tornò impassibile e si rivolse a Cristine accennando un lieve cenno di  saluto.
<<Allora, pensi anche tu quello che penso io?>> le chiese Ben appena Francesca chiuse la porta dietro di sè.
<<Ti chiedo solo di lasciarmi il caso, che tu ti  fida di me e sopratutto voglio carta bianca>> disse con foga <<Su tutto>> concluse.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 06, 2017 ⏰

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