Capitolo 3

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La porta della suite si spalancò davanti lo sguardo incantato di Francesca. Fece qualche passo in avanti raggiungendo il balcone, ammirando passo dopo passo, l'incantevole panorama che come un fermo immagine si estendeva oltre la vetrata.
<<Da qui sembra ancora più magica>> disse, cedendo al desiderio di andare fuori. L'aria frizzante della notte le provocò un brivido lungo la schiena nuda. Tirò un profondo respiro, lasciandosi andare a ciò che aveva cercato di ignorare fino a quel momento, ma che stava continuando a tormentare il suo essere. Quell'uomo era magnetico, era come un sole dalla cui orbita era impossibile sfuggire. Accettare questa consapevolezza e lasciarsi andare, sembrava l'unica soluzione possibile.
Dopo qualche minuto senti Josh raggiungerla sul terrazzo; portava nelle mani due bicchieri.
<<Ti ho preparato uno scotch, spero che ti piaccia il Connemara>> le disse porgendogliene uno.
Dopo l'ottimo vino per cena, adesso la stava viziando con un ottimo distillato irlandese.
Francesca diede un sorso, sentì il calore dell'alcol scendere nella gola.  Non era solita cedere alle lusinghe ma Josh, lui sapeva fare i passi giusti, era come se ogni suo movimento, ogni suo gesto fosse stato studiato per adattarsi a lei e a demolire ogni sua resistenza.
<<Parlami di te, chi sei>> chiese Francesca sorseggiando un po' di scotch. Lo fronteggiò e l'alcol cominciava a concederle la sfrontatezza necessaria per non cedere al suo sguardo.
<<Fammi delle domande>> disse. Si accomodò sul davanzale rimanendo con un piede ancorato al pavimento, in attesa.
<<Sei sposato? impegnato?>> Josh sorrise.
<<No, è pressapoco impossibile farsi una famiglia con il mestiere che faccio. Non voglio coinvolgere nessuna nelle mie scelte>>
<<Sei un tipo solitario, pensi che una relazione sia troppo impegnativa per te?>> in realtà non era una domanda ma una constatazione che Francesca non riuscì a mantenere celata. Josh fece un cenno di assenso.
<<Non vuoi condividere le tue scelte>> concluse.
Condividere...un verbo troppo impegnativo per lui, troppo pericoloso.
<<La prossima?>>
<<Come hai scoperto la tua passione per l'arte?>>
Josh si volse fissando il panorama. Lo sguardo perso nelle luci della sera, in lontananza, raggiungendo con la mente i ricordi di un lontano passato.
<<Da piccolo avevo diversi talenti: l'immaginazione, la creatività, la capacità di prendere una matita e tratteggiare con pochi schizzi la vita attorno. Cominciai a diventare molto bravo, guardavo un dipinto e sapevo riprodurlo alla perfezione. Sapevo ritrarre oggetti e visi nei minimi particolari e cominciai a studiare le tecniche per poi perfezionarle, misurando il mio talento con quello dei grandi maestri. Cominciai con l'imitare i pittori rinascimentali e poi gli espressionisti astratti, New Dada e anche qualche scultore. Passavo intere giornate a dipingere e a riprodurre quadri>>
<<Fino a quando hai deciso di trasformare il tuo talento in un lavoro>> concluse Francesca.
Ci fu qualche secondo in cui le parole rimasero spese nell'aria, Josh non poteva rivelare quanto fossero vere, quanto lei avesse tracciato una linea così precisa di ciò che era la sua vita.
<<Sai cosa mi piace fare maggiormente?>>
<<Oltre che sedurre le tue allieve ?>> scherzò lei, alleggerendo l'atmosfera.
<<Nooo!>> si difese Josh, sorridendo.
<<Ritrarre volti femminili. O meglio... mi piacciono molto le muse ispiratrici, le donne che hanno in qualche modo ispirato i grandi maestri>>
<<Tipo la Monna Lisa?>>
<<Troppo inflazionata; si è detto di tutto su di lei, ormai non ha più alcun segreto. Mi piacciono quelle minori, se così si possono definire, e ti confesso che quando vedo una donna, il suo viso, i propri tratti, mi viene spontaneo associarla a una musa>>
<<Lo hai fatto anche con me?>> chiese curiosa. Lo sguardo vivido, il bicchiere delicatamente stretto nella mano, la compagnia di un uomo affascinante erano diventato in quel momento i componenti di un quadro perfetto, incorniciato da un magnifico cielo stellato. Lui, senza perdere il contatto visivo con lei, le si avvicinò e le tolse il bicchiere dalle mani poggiandolo sul davanzale.
<<Lucrezia Fede>> cominciò. Francesca aggrottò le sopracciglia. Lo sguardo dilatato lo indusse a proseguire. Affondò le mani tra i capelli accarezzandoli per tutta la lunghezza fino alla schiena, attirandola a sè.
<<La bella e capricciosa moglie di Andrea Del Sarto>> disse con un tono come se si volesse giustificare di quella scelta. In realtà Lucrezia era una donna forte e volitiva e dietro quell'aspetto dall'apparenza freddo e sostenuto era sicuro che si nascondesse una Francesca simile, capace di forti passioni e pochi compromessi.
<<Devo considerarlo un offesa più che un complimento. Io la conoscevo come antipatica e despota nei confronti del marito>> rispose circondando il collo con le braccia.
<<E manipolatrice, ma era questo il suo fascino>> affermò, ma prima che lei potesse ribattere, le bloccò il respiro con un bacio. Le difese caddero e Francesca si lasciò a andare a quel contatto eccitante, al profumo della sua pelle e al contatto delle labbra calde con le sue. Josh si staccò per proseguire sul collo, con baci sempre più esigenti.
Lei si staccò intrecciando lo sguardo eccitato con quello di lui.
<<Devo fermarmi?>> chiese.
<<No>>
Josh, senza rompere l'incantesimo, le prese la mani e la trascinò dentro.

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