Iniziò tutto così.

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Non ci parlavamo, eppure eravamo legati, in qualche modo. Quando i suoi amici mi davano le spalle, lui mi guardava, non si vergognava di ciò che i suoi occhi trasparivano. E ad ogni battito di ciglia, il mio cuore sobbalzava. Stava diventando la mia droga, nonostante ci fossimo scambiati poche parole distratte. Mi stavo innamorando, e merda, avevo paura che lui potesse entrare dentro la mia anima, sconvolgerla, disboscarla da tutti i miei problemi e poi lasciarmi lì, vuota e sola. Temevo diventasse troppo importante, troppo imprescindibile, che si prendesse il meglio e il peggio di me e ne facesse un suo carico. Non sapevo più che fare, perché anche senza volerlo io lo guardavo, e più lo guardavo più mi rendevo conto di essere fottutamente debole dinnanzi a lui. Cercavo di convincermi che non fosse così, cercavo di accartocciare il suo ricordo e posizionarlo in un angolino buio della mia mente, senza rendermi conto che lui accendeva la mia esistenza anche senza sfiorarmi.

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