Non ci parlavamo, eppure eravamo legati, in qualche modo. Quando i suoi amici mi davano le spalle, lui mi guardava, non si vergognava di ciò che i suoi occhi trasparivano. E ad ogni battito di ciglia, il mio cuore sobbalzava. Stava diventando la mia droga, nonostante ci fossimo scambiati poche parole distratte. Mi stavo innamorando, e merda, avevo paura che lui potesse entrare dentro la mia anima, sconvolgerla, disboscarla da tutti i miei problemi e poi lasciarmi lì, vuota e sola. Temevo diventasse troppo importante, troppo imprescindibile, che si prendesse il meglio e il peggio di me e ne facesse un suo carico. Non sapevo più che fare, perché anche senza volerlo io lo guardavo, e più lo guardavo più mi rendevo conto di essere fottutamente debole dinnanzi a lui. Cercavo di convincermi che non fosse così, cercavo di accartocciare il suo ricordo e posizionarlo in un angolino buio della mia mente, senza rendermi conto che lui accendeva la mia esistenza anche senza sfiorarmi.
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Tempestas
PoetryVi parlo di ciò che in realtà sono, di ciò che nessuno conosce, neppure io. Vi parlo di me, del mio alterego, delle mie paure, dei miei sentimenti troppo forti per essere contenuti in qualche lacrima. Leggetemi: questa è la sfida.