Canzone: Sia - Helium
Età: 7 anni
La scuola si trova a venti minuti a piedi da casa. Ogni mattina io e mio fratello veniamo accompagnati dalla mamma di due nostri compagni, mio fratello frequenta la quinta elementare e io la seconda. Mi piacciono i miei compagni, sono simpatici, vogliono essere miei amici anche se non parlo perfettamente italiano come loro. Ho già deciso che ho due maestri preferiti, Antonella e Daniel.
Antonella è alta e bionda, insegna italiano, Daniel è un uomo che molti descrivono come affascinante, con i capelli lisci che cadono sulla fronte, lui insegna matematica e artistica. Sembra che abbiano qualcosa da dirmi, ma non ne hanno il coraggio. Forse perché conoscono i genitori di tutti i miei compagni, ma non i miei, mio papà è molto impegnato con il lavoro e per questo non viene alle feste a scuola, alle recite, alle udienze, o forse perché è solo la ventesima volta che gli racconto di essermi svegliata durante la notte e di aver sbattuto contro la porta mentre cercavo il bagno. Nascondo qualcosa, ma non so cosa. Ho solo sette anni e quello che mi sta attorno è più grande di me.
Suono il campanello di casa, sono appena tornata da scuola e già non vedo l'ora di guardare i cartoni e poi uscire al parco sotto casa dove ci sono tutti i miei amici, ma quando la porta si apre capisco che non andrà così il pomeriggio. Vedo la faccia triste di Biha una delle mie sorelle e capisco che lui è a casa, mi sale un nodo alla gola,ma non posso fare altro che entrare. "Ciao papà" dico, ma non ricevo una risposta, vado nella mia stanza e trovo mia mamma che consola Sami, la mia sorella più grande, intuisco che le ha messo le mani addosso. Forse non lo avrà salutato, mi chiedo, forse gli ha detto "Ciao" e non "Ciao papà", sarà tornata a casa alle 13:30 invece che alle 13:25. Non lo so, ma so che ora lo ha fatto arrabbiare e toccherà a me. "Tu" mi sento toccare la spalla, lo sapevo, l'ho combinata grossa anche questa volta. "Che ore sono adesso?" mi chiede, ancora non so leggere l'orologio,ma so di essere in ritardo se me lo domanda. "Ti sei persa? Sono le 16:25, dove sei stata?" insiste. Io so che la scuola finisce alle 16:10 , la mamma del mio compagno forse ci ha messo più del solito, non lo so. "Non lo so papà", nemmeno il tempo di finire la frase e mi ritrovo per terra a piangere. Non ho sbagliato,gli ho detto "Ciao papà", me lo ricordo.
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Colpa Della Perversione
General FictionTRATTO DA UNA STORIA VERA. Una ragazza, un padre, una famiglia numerosa, la perversione, la solitudine e l' Amore. Una storia che vuole descrivere il malessere adolescenziale e aiutare a parlare chi pensa di non avere più voce per urlare quello ch...