2: ai tuoi occhi saró padrone e schiavo

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[sparkle, — 君の名は (your name)
-radwimps nei media]

Yoongi
10 Febbraio 2021

La cioccolata calda la bevo tutti i venerdì alle sei del pomeriggio.
La carne la preferisco al sangue, non ben cotta ne tanto meno cottura media: devo sentire il sapore del sangue in bocca.

Sulle patatine fritte, non metto il sale.
Non amo il sale, è inutile.
Altera tutti i sapori e distoglie l'attenzione dell'assaggiatore dalla materia prima.
Quando ne è troppo la lingua si attorciglia su se stessa, la papille gustative impazziscono, la salivazione aumenta e ti viene voglia di tossire.

L'acqua della doccia deve essere fredda di mattina e bollente di sera: non tipeda, non potrei mai.

Il bagnoschiuma deve essere alla cannella: mi rilassa.

Compongo musica.
Quando lo faccio devo rinchiudermi nella mia stanza dalle mura verdi con le luci spente, se non fosse per l'unica lampada nera sul comodino di fianco al letto regalatami da Ryu Jin.
Le tende nere della finestra, quando compongo, devono stare socchiuse. Non chiuse. Non aperte. Non voglio che mi vedano. Voglio che mi vedano. Non voglio che mi sentano. Voglio che mi sentano.

Mediocre.

Non sono affatto una persona "speciale", come tu mi reputavi.
Frivola, meschina, scialba, inutile,malefica.
Sono tutto fuorchè "speciale".
Non lo sono affatto.
Come potevi reputarmi "speciale"?
Non lo sono affatto.

Sono stanco.
Sono nato stanco e la tua assenza mette a dura prova la mia stanchezza.
Quando dicevo bugie alla mamma a 6 anni, la notte facevo sogni tranquilli.
Quando a 11 anni dissi a zio HyungSik che papà avrebbe tanto voluto picchiarlo per la sua insolenza e meschinità, quando provocai una lite di famiglia durata 2 anni, la notte facevo sogni tranquilli.
Quando lo stesso anno rubai le cuffie a Jin hyung solo perché lui
riuscí in un esercizio di matematica a mia differenza, la notte facevo sogni tranquilli.
Quando a 15 illusi baciando una ragazza innamorata di me da 3 anni per poi dimenticarmi di lei il giorno successivo, la notte facevo sogni tranquilli.
Quando a 19 anni per circa 3 mesi scopai la madre della mia ragazza a quei tempi, la notte facevo sogni tranquilli.
Ma quando a 20 mi resi conto di provare qualcosa per te, i miei sogni non erano affatto tranquilli.
Dio.
Il tuo volto mi perseguitava.
La mia stanchezza se pur onnipresente durante il giorno, la notte magicamente scompariva.
Quelle volte che riuscivo ad appisolarmi la tua figura invadeva come un parassita i miei sogni e mi faceva svegliare sudato e voglioso di te.
Quelle volte quando cercavo di reprimere quella voglia innata di te stando con ragazze o ragazzi dei quali non chiedevo neanche il loro nome.
Quelle volte che venivi a casa mia per studiare e, mentre tu leggevi io non facevo altro che guardare le tue labbra muoversi quando parlavi, mangiavi, bevevi, dormivi, respiravi, vivevi.

Ma ora che non ci sei una voragine grande quanto una torre ha occupato il posto della mia anima scura e buia quanto una serata d'inverno.

Tu c'eri e mi hai salvato.
C'eri e mi hai amato, a modo tuo. Ma l'hai fatto.

Mediocre.

Come quando vai al mare e giochi al pallone sulla sabbia a riva con un ragazzino che hai incontrato il giorno stesso, mentre giocate a palla però quest'ultima cade in acqua e le onde del mare velocemente trasportano il pallone un po' più a largo.
Allora ti butti in acqua, senza pensarci.
Ma c'è un particolare al quale non hai dato peso fino al momento in cui non tasti più la morbida sabbia sotto i piedi.

Non sai nuotare.

Cerchi in tutti i modi di riuscire a trovare un equilibrio in quella fossa di un finto azzurro chiaro,
ma non riesci.
Agiti le braccia; sempre più veloce come se in qualche modo il movimento creato con le braccia al contatto con l'acqua potesse gelare la parte attorno al tuo corpo che cerca disperatamente di restare a galla. Ti senti Lucifero per Dante. Una bestia alata che agita le proprie ali e fa vento ai peccatori.
Dopo vari tentativi falliti cerchi di guardarti attorno; fino a poco prima che entrassi in acqua giocavi con l'amico conosciuto il giorno stesso a pochi metri dall'ombrellone dei tuoi genitori che litigano sulla nuova sfumatura delle mura della casa nuova al mare. Adesso non c'è niente.

Bianco.
Vuoto.
Ci sei tu e l'acqua.
Min Yoongi.
Acqua.
Nuotare.
Affondare.
Vivere.
Morire.

Tutto d'un tratto come dal nulla una canoa guidata da un giovane spunta a pochi metri da te e tu non fai altro che agitare le braccia e i piedi per riuscire a salirci.
Ci sali.
Sei su.
Sei al sicuro.
Ti volti affannato per ringraziare il giovane.
Lo guardi.
Pelle d'oca.
Tu.
E tu mi hai salvato.
Mi hai salvato da morte certa.

Interamente scritto da me, dal primo rigo all'ultimo, nessuna traduzione.
Laura💌

OBLITERAMI IL CUORE ㅡyoonkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora