5: Lo senti, il mio cuore?

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[The Night We Met by Lord Huron]

"Io mi nutro di dolore, e, piangendo, rido."

Yoongi
11 Aprile, 2022

Smisi di camminare al suono maldestro di un pianoforte. L'unico suono nel vuoto cantiere era lo scoppiettio del fuoco che qualcuno aveva acceso in un barile. Conoscevo il suono del brano appena suonato, ma perché avevo pensato a quello? I miei passi ubriachi vacillarono. Chiusi gli occhi e camminai ancora più distrattamente. Più il calore del fuoco cresceva, più il suono del pianoforte, l'aria notturna e la mia ebbrezza si attenuavano.
Aprii gli occhi al suono improvviso di un clacson, nel momento in cui una macchina mi passò accanto, sfiorandomi per poco. Nella confusione della luce dei fari, del vento alzato dalla macchina, e della mia ubriachezza, vacillai disperatamente. Sentii l'autista imprecare. Non appena mi fermai, preparandomi per insultarlo a mia volta, realizzai improvvisamente di non essere più in grado di sentire il suono del pianoforte; in mezzo al suono del fuoco ardente, del vento, del silenzio lasciato dalla scia della macchina, il suono del pianoforte era sparito. Sembrava essersi fermato.
Perché si era fermato? Chi lo stava suonando?
Le scintille della brace dal barile si sono alzate con un suono brusco. L'ho guardato per un lungo momento, con sguardo distante. Il mio viso divenne caldo per il calore. Fu in quel momento che sentii il suono fragoroso di un pugno urtare contro i tasti del pianoforte. D'istinto, mi guardai alle spalle. Per un momento, il sangue iniziò a fluire così velocemente che il mio respiro divenne irregolare.
Gli incubi di quand'ero piccolo. Quel suono era come quello che sentivo lì.
Dopodiché, corsi. Senza volerlo, corsi verso il negozio di strumenti musicali, e il mio corpo si era volto spontaneamente per guardare dietro. In un certo senso, sapevo si trattasse di un qualcosa già provata un'infinità di volte. Avevo come la sensazione di aver dimenticato qualcosa di importante.
Il negozio di strumenti musicali aveva la finestra aperta, e qualcuno era seduto di fronte al pianoforte.
Nonostante fossero passati molti anni, l'ho riconosciuto in un istante. Stava piangendo, con le mani raccolte a pugno. Non volevo essere coinvolto nella vita di nessun altro. Non volevo consolare la solitudine di nessun altro. Non volevo diventare una persona significativa per nessuno. Non avevo per niente la fiducia di poter proteggere
quella persona. Non avevo la fiducia di poter stare al suo fianco fino alla fine. Non volevo ferirlo, non volevo farmi del male.
Camminai lentamente. Avevo intenzione di voltarmi e andare via, ma mi avvicinai ancor prima di accorgermene.
Una nota sbagliata risuonò forte. Jungkook sollevò il capo e mi guardò.
«Hyung.»
Era la prima volta che ci vedevamo da quando avevamo lasciato il liceo.
«Hyung» ripetè in lacrime.
«Jungkook» dissi, accarezzandogli il volto.
Appena le mie dita gelate entrarono in contatto col volto cocente di Jungkook, il mio cuore inizió a battere talmente forte da aver paura che lui potesse sentirlo. Migliaia di ricordi riaffiorarono nella mia mente e un leggero sorriso spontaneo si dipinse sulle mie labbra.
L'alcol si fece sentire e un giramento di testa mi prese alla sprovvista, appoggiai una mano sul pianoforte e chiusi gli occhi per calmarmi.
«Hyung» disse con un tono di voce più profondo, si alzó e notai che la cosa non era cambiata. Era sempre più alto di me.
Si avvicinò facendo sfiorare le punte dei nostri nasi.
Il mio cuore perse dei battiti, il respiro aumentò e le mie mani gelate iniziarono ad intiepidirsi dato il circolo impazzito del sangue.
Lo senti, il mio cuore?
Non batte così da anni.
«Jungkook-ah» dissi alzando il capo.
Che situazione ridicola. Quanto sono ridicolo.
Ho cercato di sfuggirti, ho corso nella tua direzione opposta, ma eccomi qui, un agnello ferito tra le braccia del leone che gli ha inferto ferite mortali. Sei il tranello del diavolo. Egli ti ha mandato sulla terra per prendermi e mangiarmi con tutte le mie insicurezze, sei il male. Ha mandato il suo angelo più bello per adescarmi e poi lasciarmi nudo, senza più una provenienza e con a mala pena un nome. Ma io amo il male. Il male mi fa stare bene, perché, anch'io lo sono.
Lo senti, il mio cuore?
Non so esattamente quali sensazioni provassi.
Mia nonna, una volta, mentre mi portava a fare la solita passeggiata pomeridiana in riva al mare, mi disse che se non riuscivo a descrivere i miei sentimenti, bastava parlare del colore che io vedessi quando pensavo, oppure al sapore.
«Se chiudi gli occhi e pensi a quello che provi, ti appare un colore. Vedi che tutto prima era di un nero pesto e poi, d'un tratto, il colore si presenta; questo succede quando sei innamorato»
Posai la mia mano destra sui suoi capelli e la abbassai al viso per pulirglielo dalle lacrime.
«Jungkook-ah, non piangere.»
«Yoongi Hyung, non sto piangendo.»
Prese il mio viso tra le mani e lo avvicinò al suo.
Non ce la feci più; come un cane dopo 15 giorni nel deserto senza acqua, mi aggrappai alle sue labbra. D'istinto chiusi gli occhi. E lì, lo vidi. Un lieve color cremisi. Una dolce sfumatura di rosso luminosa e chiara. Cremisi sono le tue dolci guance quando arrossisci ad un complimento. Cremisi sono le tende della camera da letto di mia madre, cremisi è la dolce confettura alle ciliegie della torta che la nonna mi preparava ogni volta andassi a casa sua. Cremisi è la tua lingua calda che sto assaporando come un vampiro assetato di sangue.
Anima mia, dove sei stato?
Divenne un bacio disperato, bisognoso e bagnato.
La sua lingua unita alla mia. I nostri muscoli aggrappati con disperazione.
Riaprii gli occhi solo per vedere la sua espressione.
Aveva gli occhi chiusi con forza e, di nuovo, i contorni bagnati.
Stava piangendo.
«Jungkook-ah» dissi affannato, staccandomi.
«Perché piangi?» gli accarezzai il volto e gli tolsi la frangia dagli occhi.
«Hyung» disse spostandosi e leccandosi le labbra.
Alzai gli occhi al cielo. Aveva sempre il vizio di farlo e, ogni volta, per me, era una tortura.
Ma quella volta era diverso; le sue labbra erano bagnate e rosse come due ciliegie mature per la foga del bacio di poco prima. Stava prendendo i miei residui dalle sue labbra. Ne fui felice e subito volevo prenderlo e continuare. Ma il mio piccolo stava piangendo. Jungkook piangeva e io pensavo alle sue labbra e a soddisfare i miei, di bisogni.
Mi riproverai mentalmente.
«Jungkook-ah, parla»
«Hyung, dove sei stato in tutti questi anni?»
«Jungkook-ah tu, dove sei stato. Sei scomparso all'improvviso e i tuoi si sono trasferiti senza lasciarmi un messaggio. Non sapevo dove trovarti.»
«Hyung.» Sospiró pesantemente e mi rivolse un occhiata piena di tristezza «Hyung, c'è stato l'incidente.»

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Nessuna traduzione, è scritto da me per intero.
Ho scritto questo capitolo tutto d'un fiato, come una fresca giornata primaverile il cui vento sotto un'antica quercia ti fa dimenticare dove ti trovi.
Grazie per avermi letta, al prossimo aggiornamento.
Laura💌

OBLITERAMI IL CUORE ㅡyoonkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora