6: guarda, guarda cosa hai fatto alla mia felicità

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[Visions of Gideon by Sufjan Stevens nei media]

La follia indica una condizione psichica che identifica una mancanza di adattamento, che il soggetto esibisce nei confronti della società, spesso in maniera anche non pienamente consapevole

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La follia indica una condizione psichica che identifica una mancanza di adattamento, che il soggetto esibisce nei confronti della società, spesso in maniera anche non pienamente consapevole.
Folle.
Folle era Vincent Van Gogh. La precaria salute mentale di Van Gogh, le sue stravaganze e le sue inquietudini emergono chiaramente nelle sue opere, dove si nota anche un continuo cambiamento dell'uso del colore, che riflette il modificarsi delle sue esperienze emotive. Nei dipinti di Van Gogh la luce non è mai calibrata: o è accecante o è tenebrosa, proprio come i suoi stati d'animo. La pittura è, per Vincent, un'ossessione che esaspera la sua nevrosi, tant'è vero che, in alcuni dei suoi ricoveri, gli venne proibito di dipingere. Pochi artisti sono riusciti ad esprimere i dolori e le sofferenze della propria vita con la stessa intensità di Van Gogh. Dal 1880 il suo colore preferito divenne il giallo. La predilezione di Van Gogh per il colore giallo era dovuta, molto probabilmente, all'abuso che faceva dell'assenzio: questo liquore agiva sul suo sistema nervoso, provocando delle allucinazioni e la xantopia, ovvero la visione gialla degli oggetti. Il giallo, diceva lui, era la sua felicità. Un tulipano giallo, un girasole, la luce del sole, la luce di un lampione sull'asfalto, la luce delle stelle dipinte nei suoi quadri. Il giallo. Voci dicono che arrivò addirittura a ingerire pittura gialla per riuscire ad essere felice. Colorare i propri organi interni di un colore così allegro ma, così facendo, provocarsi la morte. E questo Min Yoongi lo sapeva benissimo. Sapeva che ciò che amava prima o poi l'avrebbe portato alla follia. Come un lupo mannaro che è consapevole di trasformarsi al calare della luna piena ma, non fa nulla per allontanare i suoi cari e finisce per ucciderli.
Min Yoongi sapeva benissimo a cosa andava incontro ma, ha preferito restare zitto col capo abbassato a sorbirsi delle frecce appuntite nella carne, ha preferito morire dissanguato senza, nemmeno una volta, chiedere aiuto per il troppo orgoglio.
L'orgoglio è sempre stato uno dei suoi più grandi difetti, Jungkook glielo ripeteva più e più volte anche quando non ce n'era bisogno. E Min Yoongi sapeva anche questo.
Ma Min Yoongi non si è mai curato di queste accuse. Non si è mai curato delle accuse solo se l'accusatore fosse Jeon Jungkook. L'artefice di cuscini bagnati da lacrime salate. L'artefice di tante sigarette accese alle 3 del mattino e spente nemmeno a metà. Artefice di tagli sulle sue bianche braccia. Artefice di tanti sogni bagnati e vergognosi con pianti mattutini ogni qual volta si ricordasse di aver visto il suo volto durante la fase REM.

Min Yoongi

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Min Yoongi

Adesso che sei qui davanti a me, sai a cosa penso, Jungkook-ah?
Ti ho sognato, molte volte.
Pensavo a te, a quello che stavi facendo, dov'eri e con chi ti trovavi. Pensavo ai tuoi occhi che guardano qualcuno nello stesso modo in cui io adesso ti sto guardando, pensavo ai tuoi capelli maledettamente morbidi nonostante le mille tinture subite quando la tua testa era partita per un viaggio di sola andata. Pensavo al tuo profumo, al tuo profumo acre che mi pizzica il naso, quello che mi faceva starnutire ogni volta che, invano, mi avvicinavo a te con l'intento di morderti il collo. Pensavo alle tue mani costantemente gelate in contatto con la pelle di una persona che non ero io e vomitavo. Vomitavo perchè quella persona volevo essere io; quella persona dovevo essere io ma tu, non me l'hai permesso. Mi hai fatto soffrire. Mi hai lacerato le membra, spezzato il cuore e me l'hai riattaccato con della colla scadente, la colla è riuscita a tenere insieme i pezzi per qualche tempo, qualche ora, ma il tessuto cardiaco si è bruciato al contatto con quella colla di poco prezzo e adesso mi trovo con un cuore nel petto che batte a malapena ma, batte, solo quando ti ho a fianco, perciò, te ne prego, non lasciarmi morire. Per nessuna ragione. Resta con me. Ti accontenterò, farò ogni cosa tu voglia, ma non lasciarmi. Non di nuovo. So cosa vuol dire vivere senza metà cuore, dopo che ho vissuto con diavoli succhiasangue che hanno incenerito ogni cellula ancora viva nel mio cervello, non farmi rivivere tutto questo.
Tu mi stai guardando adesso, con i tuoi occhi neri, con le pupille dilatate. Sul tuo naso, sempre stato troppo grande sulla tua faccia da angelo, c'è una patina lucida. Sono lacrime, quelle. Le mie o le tue?

Te l'ho detto un sacco di volte, che sei la ragione per la quale respiro ancora. E ti ho ripetuto altrettante volte che sei stato la ragione per quale avrei tanto voluto smettere di respirare.

 call me by your name_

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call me by your name
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Nessuna traduzione, è scritto per intero da me.
Eccomi qui, con un altro capitolo della mia anima. L'ho scritto al volo, ho avuto un'improvvisa ispirazione oggi durante la lezione di arte, in classe. Spero vi piaccia. Di cuore.
-Laura💌

OBLITERAMI IL CUORE ㅡyoonkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora