VOGLIA DI RICOMINCIARE

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Sono le 6.30 del mattino e la sveglia suona. Ho passato la notte insonne a pensare al college, al mio futuro e alla voglia di ricominciare tutto da zero. Dopo anni di depressione, dopo anni di visite dagli psicologi sono riuscita a dimenticare la scena di quella notte e a voltare pagina. Scendo di sotto per fare colazione e trovo già mia sorella Kate sveglia.
<Hey, che fai gia sveglia alle 6.30 del mattino?> chiedo curiosa perché di solito si alza sempre a mezzogiorno quando non deve andare a scuola < Come potrei fare andare via la mia sorellina senza che io la salutassi?> mi fece un sorriso furbo mentre inzuppò i biscotti nel latte. Kate ha 14 anni e tengo molto a lei. Non posso negare che mi mancherà molto perché lei è tutto ciò che mi è rimasto a parte la mamma. Finito di fare colazione e di salutare per l'ultima volta mia sorella, carico in macchina le valigie e con la mamma mi dirigo in aereo porto. <Allora...> dice per spezzare il silenzio <Finalmente c'è lai fatta Amber. Sono anni che non ti vedo così felice. C'è lai fatta Amber, c'è lai fatta> si , finalmente c'è lo fatta a raggiungere il mio obiettivo ovvero scappare da Londra per andare a studiare psicologia in California e voltare pagina e lasciarmi tutti i problemi alle spalle. La morte di papà ovviamente non lo superata del tutto, ma sto cancellando la notte dell'incidente. Non dimenticherò mai quella scena. Soprattutto quando mio fratello Kevin fu arrestato. Il tempo che ero immersa nei miei pensieri, arrivai all'aeroporto. Mentre scarico le valigie la mamma mi prende e mi attira a se abbracciandomi forte piangendo <Piccola, dimmi che farai attenzione in California e impegnati nello studio. So che ti sto chiedendo già molto ma se riuscirai verrai a trovarci a me e Kate?> non la vidi piangere così da quando era morto papà. Inizio a piangere pure io <Si mamma te lo prometto. Non vi dimenticherò mai e per Natale verrò a trovarvi. Di a Kate di fare attenzione e di chiamarmi spesso e dille che le voglio molto bene e che sento già la sua mancanza> annuisce e ci salutiamo per l'ultima volta.

Sono in aereo da due ore e sono già stanca di stare seduta e sentire un bimbo viziato fare i capricci perché il padre non li compra un iPhone. Questo bamboccio poteva avere non più di otto anni e già chiedeva un iPhone. Io a otto anni staccavo la testa alle Barbie per poi lanciarle dalla finestra. Ce l'avessi ancora un padre non mi permetterei mai di comportarmi così ma nessuno può capirlo chi non ha perso una persona a cui si tiene molto. 

Finalmente dopo dodici ore di volo arrivo al Los Angeles International Airport. Prendo un taxi per arrivare al college e finalmente dopo che sono scesa guardo ammirata quel college tanto prestigioso dove ci trascorrerò cinque anni.
E' davvero enorme! Ha un grande giardino e ci sono tanti piccoli appartamenti credo che siano i dormitori e una grande roccia di pietra definita con la scritta UNIVERSITY OF CALIFORNIA BERKELEY. Mi dirigo in presidenza per prendere le chiavi del mio dormitorio e la mappa del college.
Sto salendo piani a caso senza nemmeno più fare caso alla mia chiave con scritto il numero della mia stanza. 98B... 99B... 100B... 101B! Finalmente lo trovata! Infilo la chiave nella serratura ma la porta non si apre del tutto. Mi affaccio e noto due valigie rosse con un borsone azzurro e uno verde ma dentro non vedo nessuno. <c'è qualcuno?> urlo fuori dalla porta <chi è ?>
<ehm, penso di essere la tua nuova compagna di stanza> una ragazza dalla pelle pallida, gli occhi verdi smeraldo e i capelli un po' più biondi dei miei si avvicina a me con un sorriso e sposta le valigie per farmi entrare. È una stanza enorme. Le pareti sono viola e la moquette è lilla. Ci sono due letti tra cui uno vicino all'armadio e uno vicino alla finestra. Davanti ai due letti c'è una lunga scrivania con due sedie e poi vicino al grande finestrone c'è un divano di pelle bianco con un tavolino di vetro con sopra un vaso di rose rosse.
Ad un tratto la ragazza alta quanto me si avvicina e mi porge la mano
<sono Samantha Miller> le stringo la mano e ricambio <Amber Johnson> iniziamo a parlare del più e del meno e Samantha è davvero una ragazza fantastica anche se la conosco poco e scopro che anche Samantha segue il corso di psicologia. Ad un certo punto sentiamo squillare un iPhone. Siccome io ho la stessa suoneria pensavo fosse il mio invece era di Sam. <Ehi amore> risponde sorridente
<si. Ok va bene ci saremo questa sera>
Ci saremo questa sera?! Sono appena arrivata e la mia compagna di stanza mi lascia sola ? Meglio così almeno potrò prepararmi tutto con calma per la settimana prossima. Sam si avvicina a me con un sorriso. <hey, preparati che andiamo a una festa> mi dice Sam mentre si pettina i capelli biondi lunghi fino alle spalle. <cosa? Non ci penso nemmeno Sam. Tra una settimana inizieranno le lezioni e tu mi parli di festa?>
<Eddai non dirmi che sei la classica sfigata... almeno conosceremo un po' di gente e poi saremo nell'appartamento di mio fratello e il mio fidanzato Tyler> dopo svariate volte che Sam continua a ripetermi di andare alla fine ci rinuncio. Tiro fuori dalla valigia una gonna a vita alta nera con una camicia bianca e un cardigan nero. Stavo per uscire insieme a Sam quando mi prende e mi mette a sedere nel letto <e non ti trucchi?> mi chiede sbigottita Sam
< no non mi piace truccarmi molto>rispondo mentre cerco di uscire fallendo miseramente <stai ferma ci penso io> mi applica la matita nera sotto gli occhi per fare risaltare i miei occhi azzurri ghiaccio, il mascara per allungare un po' le ciglia e mi fa dei boccoli ai miei lunghi capelli biondi. Mi guarda sorridendo <sei perfetta. Stasera ti sbaveranno tutti dietro> si come no...

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