Autumn 2013
(post 6b)
Since we're alone
Yeah, you can show me your heart
If you put it all in my hand
No I swear
No, I won't break it apartAveva detto "sì", che ricordava il bacio, poi si erano fissati come sul punto di lasciarsi andare a una seconda interpretazione del bacio, ma ciò non accadde.
Perché Stiles ritrattò alla velocità della luce, in maniera poco credibile, considerato come stava fissando la bocca di Derek: "Cioè no. Sì- no" fece un'espressione digrignante, come se si stesse innervosendo, e indietreggiò nuovamente, camminando avanti e indietro. Derek stava lì, in silenzio. Molto intelligente da parte sua: improvvisava il suo arrivo, facendosi, a quanto pare, quaranta ora di viaggio in macchina per chiedergli se ricordasse di una notte in cui si era ubriacato.
Il punto è che ora Stiles voleva sapere il motivo.
"Stiles, lo ricordi oppure no? Deciditi." Derek gli parlò con voce dura. Stiles lo fissò notando la rigidità del volto e delle braccia, ora tese verso il basso.
"Non me lo ricordo." farfugliò infine, fermandosi per fronteggiarlo, ma stavolta con la giusta distanza.
Derek annuì, abbassando il capo. Per un attimo gli sembrò stesse abbandonando ogni... pretesto che l'avevano condotto fin lì. Stiles si rese conto che, a causa di quei brevi attimi in cui erano successe una miriade di cose e in cui aveva provato altrettante confuse sensazioni, non voleva che Derek se ne andasse, lasciandolo lì con mille interrogativi.
Perciò gli doveva qualcosa.
"Ma io sto facendo dei sogni-" quelle poche parole fecero rialzare il volto di Derek, con la sua espressione sorpresa a fissarlo con dedita attenzione. "Sì, in cui, potrei- insomma- quindi vuoi spiegarmi cosa cazzo è successo quella sera? Nel dettaglio, Derek." precisò fissandolo con sicurezza.
Derek si specchiò in quello sguardo, nell'indecisione del momento; chissà quali pensieri lo stavano attanagliando, ma dovette concordare con la proposta di Stiles perché annuì, piano, sviando lo sguardo verso il divano, sul quale decise poi di doversi sedere.
"Siediti, Stiles" anche se sembrava un ordine, e lo era, Stiles captò la gentilezza che Derek voleva far trasparire, e più che altro lo prese come una maniera per attutire il loro solito modo di interagire e cercare di avere una conversazione tra persone civili. Lo seguì, sedendosi sulla poltrona a fianco del divano. Ancora con la dovuta distanza a dividerli.
"Scott e gli altri" iniziò Derek, Stiles lo ascoltò attentamente. "Non ti trovavano più, ti eri ubriacato e credevano fossi uscito dal loft per andartene in giro per Beacon Hills. Se ne sono andati per cercarti, ma tu eri ancora lì. Rimasto da solo, diciamo che ti ho sentito e- trovato. Eri finito sotto il mio letto, ti ho svegliato per chiederti cosa ci facessi lì e ovviamente non lo ricordavi. Ti ho lasciato sul letto e ho avvisato Scott, che mi ha detto di farti passare la sbronza e che poi te ne saresti andato da solo, il giorno dopo. Io ti ho lasciato dormire ma tu- non facevi altro che svegliarti per dire cose senza senso e perdere conoscenza pochi momenti dopo."
Stiles corrucciò la fronte, sovrappensiero. "Okay, come ci siamo arrivati a me che- insomma- che noi- al punto in cui io- hai capito."
Derek lo guardò di sfuggita, con la coda dell'occhio, prima di sviare verso la televisione spenta di fronte a loro. Di certo molto più interessante di ciò che si stavano dicendo.
"Hai detto di avere delle curiosità. Mi hai fatto domande strane e poi mi hai baciato." disse celere in un sol fiato.
"Derek" lo chiamò Stiles, infastidito. "Troppo vago." Derek sbuffò dalle narici.
"Mi hai confessato che, nonostante tu sia il fidanzato di Lydia, ti sono rimaste delle curiosità adolescenziali."
"Okay."
"Penso tu sappia benissimo quali curiosità siano, visto che sono le tue."
"Okay, arriva al punto in cui perdo ogni senso di ragionevolezza e ti bacio, che domande ti ho fatto?"
"Se fossi certo della mia eterosessualità".
"Oh." esclamò Stiles.
Ebbe un flash.
"Nel momento in cui ti dico che sono etero e che non ho mai avuto dubbi, tu da questa consapevolezza cosa ne deduci?"
"Prima di tutto, probabilmente invidierei la tua sicurezza. Vorrei averla anch'io." fece una pausa, guardando un po' ovunque, poi, con una nuova domanda in testa, fissò Derek negli occhi, segnati ancor di più dall'ira e dalla stanchezza. "Secondo poi, dubiterei. Dai, mai pensato di voler baciare qualcuno del tuo stesso sesso per... curiosità?" si avvicinò e glielo chiese in un sussurro confidenziale. Derek indietreggiò di qualche centimetro, fissando la bocca di Stiles.
"No"
Stiles si avvicinò ancora un momento. "E ora che ne stiamo parlando? Non sto intendendo me con "qualcuno del tuo stesso sesso", ma ora che ti ho fatto pensare all'argomento, provi curiosità... in generale?" biascicò.
Derek non si mosse, ma stavolta lo fissò negl'occhi ambrati.
"No."
Perfetto.
"Sei imbarazzato." constatò l'uomo coi sensi da lupo. Stiles sospirò.
"A parti inverse, anche tu saresti molto imbarazzato. Comunque, continua, dopo che hai negato di avere delle curiosità-"
"Te lo ricordi?" incalzò Derek, accigliandosi. Stiles si morse un labbro, dannazione.
"A tratti, sì. Ma da qui al ricordarmi come sono arrivato a b-"
"Lo hai fatto e basta, Stiles. Il punto non è questo." replicò infastidito. Stiles chiuse la bocca digrignando i denti. "E quale sarebbe?" domandò a denti stretti. Derek roteò gli occhi al cielo.
"Te lo ricordi?"
"Ahh, basta domandarmelo! Ti ho già risposto!" esclamò disperato, alzandosi dalla poltrona per riprendere la sua passeggiata. Derek si alzò assieme a lui.
Al diavolo i toni civili. "No che non lo hai fatto! Hai detto sì, poi no. Poi ancora che fai dei sogni. Ti ricordi del bacio, oppure no?"
Gli bastò poco, allungare il collo, e tamponare il broncio adirato di Derek che non aveva smesso di fronteggiarlo in quei secondi di elaborazione.
Lo baciò a stampo, dando modo a Derek di ricevere il tutto con enorme sorpresa. Come quando, a una festa, arriva un invitato inaspettatamente in ritardo con il regalo più grande di tutti.
"Perché diavolo ti interessa tanto? È stato solo uno stupido bacio, dato mentre ero completamente ubriaco. Non è contato nulla, dannazione, era solo uno stupidissimo bacio! Vuoi che ti chieda scusa? Okay. Scusa, Derek, se ti ho baciato, offendendo la tua sensibilit..."
Le labbra, un po' secche contro le sue, erano incredibilmente calde. Il pizzicore della barba contro il suo mento era una sensazione, invece, sorprendentemente piacevole perché gli dava proprio l'idea di star baciando un uomo. E per questo, forse, Derek invece non doveva percepire un granché di differenza.
A parte la barba, in realtà, non vi era altra differenza da un bacio con una donna. Soltanto l'idea che fosse un uomo, però, era capace di renderlo febbricitante e concitato.
Stiles si perse le parole di bocca, mentre altri flash fatti di sensazioni si trasformavano letteralmente da sogni a ricordi.
"Scusa?! Pensi che mi sia fatto quaranta ore di macchina perché hai offeso la mia sensibilità?"
Stiles si ridestò, ritrovandosi congelato in un punto imprecisato del suo salotto. Dietro di lui, il televisore, davanti a lui un tavolinetto che lo separava da Derek, l'uomo turbato che lo guardava con gli occhi della disperazione.
"No, Derek." si schiarì la voce. "Non ho la più pallida idea del perché tu sia qui, pensavo di avertelo fatto capire, prima, quando ero scioccato nel vederti alla mia porta!"
Derek ringhiò internamente e respirò a fondo, come a volersi calmare. Non doveva essere così che si era immaginato andassero le cose.
"Sono qui perché ho risposto a quel bacio, Stiles." confessò, infine, guardandolo senza più difese.
Sentirsi avviluppato dalle labbra di Derek era assolutamente incredibile. Si sentiva imprigionato, ma non in un posto marcio e freddo come poteva essere una prigione, quanto in una gabbia d'oro con tanto di campanelli celestiali. La bocca di Derek non era più secca, ma umida, forse perché baciando le sue labbra aveva avuto modo di umettarsi le sue.
Considerò il tempo, che sembrava essersi fermato, probabilmente scioccato anche lui per quel bacio e, curioso di spiarli nella semioscurità del loft, aveva dimenticato di far procedere in avanti le lancette.
Stiles, oltre a questo, non riuscì a valutare nient'altro. Forse perché dopo la prima sorpresa, seguì la seconda.
La risposta al bacio di Derek doveva aver disorientato inizialmente la curiosità, ma nel momento della ripresa, fu in grado perfino di alimentarne i desideri. Perché per tali motivi, Stiles si spinse ad approfondire quel bacio. Aprendo anche lui la bocca per sovrastare nuovamente la risposta di Derek, aveva insinuato timidamente la lingua nella bocca del lupo. Non vi trovò un paio di labbra chiuse, né i denti a morderlo, bensì la gemella che si nascondeva al suo interno. E non tanto l'iniziativa audace di Stiles fu la sorpresa, quanto il fatto che nemmeno in questo caso Derek si tirò indietro per, finalmente, dargli le conseguenze che Stiles aveva immaginato fin dall'inizio.
A quel punto, lingua contro- su- in- oh...insomma con le lingue avvolte fra loro, Stiles non fu più in grado di valutare un bel niente. La sorpresa fu troppa, la curiosità si sentì appagata, le sinapsi probabilmente si ritrovarono improvvisamente fritte nel loro stesso brodo e il suo corpo fu ufficialmente sopraffatto.
Ricordarsi gli fece avere un capogiro. Derek dovette percepirlo con i suoi benedetti sensi soprannaturali, perché, saltando agilmente sul tavolinetto, lo raggiunse per acciuffarlo per le spalle.
"Stiles?!"
Stiles rinvenne sgranando gli occhi e divampando di calore. Dannato lui e il suo essere tanto umano da non poter gestire tutte quelle emozioni.
"Cosa? Sto bene." mentì spudoratamente, cercando di scrollarselo di dosso. Il fastidio, più che altro, proveniva dalla realizzazione che Derek, in alcuni momenti, sapeva essere imprevedibile e spontaneo al punto da disorientarlo. Lo detestava per questo.
"Non sembrerebbe." replicò sbruffone. Stiles gli riservò un'occhiataccia. E un broncio. Prima di fare mente locale.
A quel punto, sebbene fosse poco lucido ancora, riuscì a riacquistare la sua perspicacia. E farla sua in tutti i sensi. Abbozzò un sorriso e lo guardò irrisorio: "Quindi, Derek, eterosessuale convinto, Hale puoi dirmi il motivo per cui avresti risposto al mio bacio?"
Derek si staccò da lui come scottato e indietreggiò, sbattendo con i polpacci contro il tavolino. Bloccato. Ma non sembrava impaurito. Più che altro, preso in contropiede. Anche lui.
"Lo hai ipotizzato tu che io sia eterosessuale, Stiles."
"Hai detto che non hai mai avuto alcuna curiosità nel baciare uno del tuo stesso sesso."
"Perché è così." disse tra i denti, guardandolo in cagnesco. Stiles sorrise sforzatamente: "Non c'è logica in ciò che dici."
"Non ho curiosità perché, quando mi interessa qualcuno, il mio desiderio va al di là del sesso che quel qualcuno ha in mezzo alle gambe, Stiles." ammise, infine.
Stiles rimase sorpreso e non eluse la sua reazione. Lo guardò con la bocca leggermente aperta, studiando l'uomo che aveva davanti.
"Quindi sei... cosa? Bisessuale?" lo etichettò. Derek roteò gli occhi al cielo.
"Le etichette mi fanno schifo. Sono quel che sono."
Stiles si stupì maggiormente. Stavolta, non tanto per ciò che Derek aveva detto, ma per quanto queste parole, sotto un certo punto di vista, fossero molto simili al discorso che si faceva su se stesso. Lui e Derek erano simili in qualcosa. E c'era TANTO da stupirsi.
Si guardarono senza dirsi nulla per una manciata di attimi. Entrambi cercavano di studiarsi, chi con l'aiuto del soprannaturale e chi grazie alla propria astuzia. Ma, in ogni caso, entrambi cercando nell'altro qualche segno che indicasse una presa in giro.
"Quindi, ti sei fatto quaranta ore di macchina per vedere se ricordassi questo bacio perché tu hai ricambiato, esatto? O mi son perso qualche dettaglio per strada?" domandò Stiles.
Derek si irrigidì, lasciando credere all'umano che, se c'era un modo per prendere male quel breve resoconto, Derek lo aveva appena fatto. E difatti il lupo si chiuse a riccio... beh, metaforicamente parlando.
Lo vide abbassare il capo, indurire la mascella e negare piano col capo. Ci stava rinunciando.
"No, non ti sei perso niente, sì volevo sapere solo questo..." gli rispose atono. Sembrò scrollarsi di dosso qualcosa e, quando tornò a guardarlo, gli domandò: "Puoi ospitarmi per questa notte? Non me la sento di rimettermi in viaggio adesso. Mi andrà bene anche il divano". Una pausa, per dare a Stiles il momento di intuire che il discorso precedente era ufficialmente chiuso.
"Domani me ne vado." lo informò, poi, incrociando le braccia al petto e guardandolo senza espressione.
Stiles ebbe modo di rimanere senza parole per la terza volta. Lo fissò senza proferire parola, ma poi tentò grossolanamente di ridestarsi, negando sconvolto per l'idiozia di quel licantropo indecifrabile. Ma pur sempre un idiota.
"Certo." affermò, alzando le braccia. "Ho una stanza per gli ospiti, seguimi."
***
Forse era stato uno sbaglio. Anzi, sicuramente lo era stato.
Derek non riusciva a dormire, ma questo credo che abbiamo avuto modo di immaginarlo tutti. Si era sdraiato sul letto singolo senza nemmeno svestirsi totalmente, soltanto della giacca e delle scarpe; guardava il soffitto, cercando di capire cosa ci fosse di sbagliato. In lui. In Stiles. In loro.
Forse, non erano semplicemente destinati a essere o a diventare qualcosa di più. Eppure, dannazione, lui ne aveva la prova attraverso quell'email. La loro connessione era talmente profonda e intrecciata che soltanto un insensibile poteva non scorgerla. Erano simili, ma quando interagivano faccia a faccia non facevano che andarsi contro, fraintendersi, inalberarsi, generando una serie di incomprensioni che poi portavano lui, per primo, che ci credeva e ne aveva le prove, a gettare la spugna.
Forse, semplicemente, aveva sbagliato a parlare. Ad ammettere più del dovuto. A cercare di tirare fuori un qualcosa da Stiles a cui, probabilmente, non aveva ancora dato coscienza. Perché quel bacio c'era stato e, a prescindere da tutto, aveva significato qualcosa. Anche per Stiles. Questo Derek lo aveva percepito dalle reazioni del giovane umano e dal modo in cui arrossiva, e non solo di imbarazzo.
Gli era piaciuto baciarlo, era soltanto uno scudo il fatto che negasse fosse successo proprio con Derek.
Ma, forse, era in errore anche in questo, e semplicemente doveva arrendersi. Ci voleva provare, chiudendo gli occhi per assopirsi per un paio d'ore, per poi rimettersi in viaggio verso casa. Chiuse gli occhi. Si arrendeva. Aveva deciso.
Forse fu il corpo a combattere contro le volontà della mente, ma, quando Derek sentì dei rumori fuori dalla sua stanza, si mise subito a sedere allungando un orecchio per restare in ascolto.
Stiles era in salotto. Era sveglio, nonostante lo avesse sentito chiudersi nella propria stanza poco dopo averlo scortato in quella degli ospiti.
Derek si mise in piedi e si avvicinò alla porta, come se avesse avuto bisogno di più vicinanza per carpire cosa stesse succedendo lì fuori.
Poco dopo, sentì dei passi avvicinarsi alla sua porta e l'odore inebriante di Stiles oltrepassare l'ostacolo e raggiungerlo per investirlo. Derek socchiuse gli occhi e sperò che la porta si aprisse, anche se rischiava di prenderla in pieno viso.
Tuttavia, sentì i piedi scalzi di Stiles riprendere a camminare e allontanarsi in direzione della sua stanza.
Perciò, agì d'istinto e spalancò la porta.
"Stiles?" lo chiamò. L'umano si fermò di scatto dandogli le spalle. Le vide, quest'ultime, afflosciarsi come a voler rinunciare ciò cui si stavano costringendo. Così, Stiles si voltò verso Derek. Aveva in mano una tazza di tè, indossava un pantalone largo di un pigiama e una t-shirt bianca sbrindellata. Sembrava stanchissimo.
Gli sorrise: "Non riesco a dormire, problemi di iperattività, stuzzicata dagli ultimi avvenimenti." ironizzò.
Derek strinse la porta a tal punto da rischiare di rovinarla, lasciando la sagoma delle sue dita.
"Mi dispiace."
"Davvero?" lo interrogò Stiles, ridacchiando. Derek sospirò.
"Che tu ci creda o no, sì." Si studiarono silenziosamente, abbracciati dalla notte che voleva solo vederli riappacificarsi.
"Senti, il fatto è che stiamo girando attorno a una questione che vede il suo punto focale in uno stupido bacio."
"Non è stato uno stupido bacio." incalzò Derek, duramente. "Per nessuno dei due." concluse.
Stiles strinse la bocca, cercando di tapparsi la voglia di urlargli contro. Ma non ci riuscì e alzò appena il tono di voce: "Cosa te lo fa pensare, mh? Soltanto perché per te può aver significato di più di uno stupido bacio, non significa che valga lo stesso per me." obiettò crudamente lui.
"Okay." disse serafico il licantropo. Il cuore di Stiles non lo aveva nemmeno tradito. Credeva in ciò che diceva. "Buonanotte, Stiles." gli augurò, chiudendo la porta con un rumore sordo, lasciando Stiles con l'augurio sulla punta della lingua.
Questo non dovette andargli bene. Derek lo sentì poggiare la tazza del tè sulla scarpiera attaccata a una delle due pareti, e poi aprire la porta che Derek aveva appena sbattuto senza nemmeno chiedere il permesso. Derek indietreggiò di due o tre passi, mentre Stiles si posizionava in tutta la sua furia sull'uscio della porta, con il petto che si agitava impetuoso a ritmo con l'ira che doveva star scatenandosi di nuovo in lui.
"Perché fai certe ammissioni e poi mi fai incazzare come una bestia? DIO, PERCHE'? È uno scherzo? Stai cercando di portarmi all'esasperazione? No, perché ci stai riuscendo-" gli sbottò in faccia.
"Cos'altro vuoi che ti dica? Ho ammesso più di quanto abbia fatto tu!" ringhiò Derek.
"Non hai ammesso un bel niente, invece! Stai dicendo, oppure no, che ti piaccio?" sputò fuori, alla fine dei conti, Stiles.
"Perché vuoi farmelo dire, se alla fine dei conti per te non è stato altro che uno stupidissimo bacio?" domandò con la stessa foga, Derek, deviando la sua domanda di proposito.
"Perché forse non lo penso realmente?" insistette Stiles, con un'altra domanda.
"Impossibile, il tuo cuore ti avrebbe tradito."
Stiles sbuffò un ghigno. "Derek, la psiche umana è molto più complicata di un battito irregolare, okay? Potrei considerarlo uno stupido bacio, ma resta un fottuto bacio che a quanto pare sogno di notte da quasi un mese!"
Tumtum-tumtum-tumtum.
Non mentiva.
"Quindi stai dicendo che ti piaccio, oppure no?" gli fece eco Derek. Stiles si crucciò. "Eh no, Derek, non funziona così: tu stai dicendo che ti piaccio, oppure no?"
"Sì, cazzo, Stiles, sto dicendo proprio questo." gli ringhiò contro, facendo vibrare la sua voce calda e possente e avvicinandosi minacciosamente a Stiles.
"Bene, lo sto dicendo anche io, contento?" inveì Stiles, sfidandolo senza paura e guardandolo in cagnesco.
"Molto." gli rispose Derek, respirando affannosamente. Di nuovo, furono a un palmo di distanza l'uno dal viso dell'altro. Gli occhi di Derek accesi di azzurro magnetico, mentre le gote di Stiles così rosse da sembrare due carboni ardenti. Per fortuna era buio e loro sembravano immersi nel blu.
Un momento.
Derek si destò come da un brutto sogno, gli occhi tornarono verdi. Aggrottò le sopracciglia e guardò Stiles cambiare anche lui espressione in viso, da furente a sorpreso. Si guardarono, senza dirsi altro.
Dopotutto, litigando, avevano appena ammesso di piacersi. Reciprocamente.
Un momento, era ciò che voleva Derek! Ciò che lo aveva spinto fino in Virginia.
Per questo, Derek gli rese il torto che gli aveva fatto la notte del suo venticinquesimo compleanno, quando Stiles gli aveva praticamente rubato un bacio, e se lo riprese, tamponando, con la propria bocca, le labbra di Stiles.
Lo baciò, in parole povere.
Stiles ebbe il coraggio di farsi trovare impreparato. Dopo tutto quanto era successo. Ma solo inizialmente. Si era ghiacciato nel riprovare la consistenza delle labbra di Derek sulle proprie e capire che tutto ciò era già successo ed era successo per davvero. Poi, velocemente, come se averlo sognato fosse stata la più lenta e atroce delle agonie, si ritrovò subito a dischiudere le labbra per avvilupparsi meglio alla bocca di Derek, mentre con le mani andava velocemente a stringere la nuca del licantropo, come a volerlo bloccare lì, su di lui – come se potesse.
Derek rispose avvicinandosi di due passi e afferrandolo saldamente per i fianchi, con l'unico intento di spingerselo addosso. Poi, alla tentazione offertagli da Stiles, schiuse le labbra anche lui e assaggiò un labbro di Stiles, mordendoglielo dispettoso e facendosi perdonare o, comunque, prendendolo di sorpresa, subito dopo, insinuando la lingua nella sua bocca.
Finalmente, le due compagne si ritrovarono. E Derek pregò che Stiles non gli svenisse, di nuovo, tra le mani, perché non era un'ipotesi che poteva accettare. Non dopo tutto quello che aveva passato per arrivare fin lì.
Stiles tremò tra le sue braccia, vibrazioni di puro concitamento, quando il bacio divenne smaliziato e selvaggio. Non c'era un solo predatore, in quella stanza. Non in quel caso. Stiles gli accarezzò i capelli all'altezza della nuca con una sola mano, districando le dita in essi, e si avvicinò di qualche passo per percepire ancor di più quel corpo che stringeva e che lo stava stringendo, finendo con la pianta dei piedi nudi su quelli di Derek.
Freddo contro caldo. Era quella l'unica nota stonata in quel momento.
Derek si tirò indietro dalla bocca di Stiles, permettendo ad entrambi di respirare. E Stiles colse l'occasione per "Scusami, ho i piedi freddi io- tu sei così caldo" tentare di indietreggiare e porre distanza fra loro.
Derek, però, non glielo concesse. Traendo beneficio dalla presa sui fianchi di Stiles, lo trattenne su di sé e, avido, gli rubò subito un altro bacio.
Divampò subito in qualcosa di più ricercato. Nessuno dei due aveva idea di dove fossero intenzionati ad arrivare, ma per un po' andò bene baciarsi in silenzio e in piedi al centro della stanza degli ospiti.
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La Storia Infinita - STEREK
FanficScambiare email con ImtheRobinone aveva avuto il suo senso, per Derek. Lo stesso valeva per Stiles: parlare con LonelyReader dava maggior senso alle sue giornate. Poi, però, Derek scopre chi si nasconde dietro quel nickname particolare e combatte l...