Da te, Carolina, e dalla tua morte,
non mi aspetto nulla. Te l'assicuro.E come potrei? Mi manchi tanto. Che non te lo spiego. Mi manchi che non so dimostrarlo: lo sai che non sono brava, ma mi manca la mia migliore amica. La metà con cui confidarmi, la metà dai consigli opportuni, la metà dal 'non ti giudico', la metà del 'te l'avevo detto' e del 'sono qui con te, mica ti lascio.'
Come diavolo ho potuto?Vedi, non è che le pensassi quelle cose. Ma invece sì, che le pensavo. Che m'avevi abbandonata e che andavi cercando altre personcine. E io non ero abbastanza.
Il fatto è che io sono abituata a starmene ferma nello stadio egocentrico e narcisista della mia vita. Io, io, io, io e io posso. Io sono. Io e questa maschera che con te cadeva ogni volta. Te lo ricordi? Quando David mi lasciò e io scoppiai a piangere su una dannata panchina davanti ad una statua di Gesù, tu non sapevi che cazzo fare. E me lo ricordo. Non facesti nulla: mi abbracciasti e mi accarezzasti i capelli, io dissi un sacco di stronzate e poi tu 'In culo David, ma guardati.'
E non mi ero mai guardata prima e in quel momento (quanti anni avevamo? Quattordici o quindici, cazzo) vidi ciò che ti spingeva a starmi accanto. O meglio, per un attimo mi sono trovata davanti al mio riflesso: una ragazza senza genitori e una migliore amica a ripeterle quanto fosse bella. È che io non la vedo la mia bellezza. Tutta la mia sicurezza sorge da una corazza astuta che tanti anni fa ho messo su e io non vedo niente di quel che altri scorgono. Che delusione, che sono. Se i miei mi vedessero, dico, che delusione.
Ricordi quella volta in cui ti dissi che tu eri vera? Forse era lo stesso giorno, forse un altro. Ma tu sorridesti, probabilmente è l'unico complimento che non ti sei mai negata. Perché mi parve tu lo stessi assorbendo e cosa ti ho fatto? Eh, Carol? Cosa ho fatto? Non c'è manco una cazzo di foto sulla tua lapide grigia, una foto in cui sorridi e sai qual è il problema? È che tu non sorridevi più. Quei dentini storti davanti, Carol, non li vedevo più. E se ci penso, una morsa allo stomaco che mi mangia viva. Mi disturba e si aggrappa alle mie pareti. Ho fame.
Mia nonna finge vada tutto bene, ma sappiamo entrambe che non è così, Carol! Lo sappiamo entrambe. Io e te, e mia nonna. Entrambe. Sappiamo che il nonno ha un tumore ai polmoni e che può indossare i vestiti buoni tutto il giorno, ma il nonno alle chemio ce lo deve portare lo stesso. E non sai quanto dolore mi ha procurato non parlartene. È che pensavo fosse un male da non dover condividere e perfino Peter mi nota assente. Ma come glielo dico? Mio nonno sta morendo. L'unico padre che io abbia mai avuto mi sta lasciando e mia nonna usa tutti i soldi per sperare l'inevitabile. Compro solamente scarpe ultimamente, tingo i miei capelli - adesso ce li ho rosa - e metto su una messinscena che mi procura un sorrisetto da Chris e uno sguardo assente da mia nonna.
E questo è il momento in cui c'ho la nausea e vomiterei la cena che non ho neppure ingerito poiché ti sto per ammettere che in questo esatto attimo avrei bisogno di te, una sorella. Una sorella che mi dimostri che non ho bisogno di legami di sangue, eppure ti ho uccisa. E la parte peggiore, sai qual è? (Che spotify lo scrive con l'apostrofo, ma ti rendi conto? Se ci fossi ancora, sai che cantata!) sai qual è?
No? Nemmeno io. Ma ci deve essere perché una bruttissima sensazione affonda nella mia gola e spinge, spinge, e tu mi manchi. Devi avere compassione e smetterla di trovare la pace nel nostro tormento.
Che io non li riconosco più! Elizabeth piagnucola più del solito (s'è pure fidanzata, ma piange anche quando il fidanzato ha la febbre), Daisy risponde anche peggio, Taylor se ne va in giro con maglie che parlano di tombe e Josh scrive in giro che la relazione più duratura che ha mai avuto è quella con la sua solitudine. Ah, Catherine non sta mangiando più. Non so che dirle, alla fine non è che le voglia bene. Credo pensi di essere una vacca. E sai cosa penso io, invece? Che sono inutile. Altro che vacca, penso di essere completamente inutile. Basta finzioni nella mia vita, Carol, basta con questo carnevale che sono riuscita a mettere su con la mia faccia da schiaffi. Sono inutile. Ma cambierò.
Ma non mi aiuta, sa'. Non mi aiuta sapere che adesso cambierò qualcosa ché facciamo sempre così noi ragazzi. Cambiamo, cambiamo --- ma il massimo è un cellulare nuovo. È che mi manchi. Ho fatto sesso con Peter, approfitto per dirtelo. È che mi manchi tantissimo e non ho scuse.
Sono soltanto una canzone triste con nulla da dire senza di te. (MI MANCHI).*
Ma come ho potuto? Cazzo, Carol. Ti ho dato una spinta. Ti ho dato la spinta peggiore. Ti ho sfasciata. Ho terminato di toglierti quella cosa a cui più tenevi: la tua interiorità. E quando Connor ti picchiava -- cazzo, Carolina, ma dov'ero? Dov'eri tu? Perché ti sei affogata?
Tutte le volte che in piscina non entravi neppure per sbaglio in acqua e invece ti butti nell'acqua del fiume di merda della nostra città? Ma con che forza non sei risalita? Carolina! Perché? PERCHÉ CAZZO TI SEI UCCISA. Perché non hai pensato di starti trascinando dietro tutto il resto? Tu forse ti sei liberata, ma mi auguro di no. Nessuno dovrebbe avere questo diritto ed è stato egoista da parte tua, Carol, lascia che io te lo dica con franchezza. Sei stata una brutta egoista. E mi manchi tanto. E se pensavi di liberarti di noi, cazzo, guardaci. Guarda in che stato ci hai ridotti e ti dirò di più, Clare s'è presa una vena. Era questo il tuo obiettivo? Una morte abbastanza letteraria da farti ricordare come Emma Bovary? Perché ciò che ti sei lasciata dietro è la parte peggiore del tuo egoismo, le conseguenze.
Ma non sono nelle condizioni per definire cosa cazzo comportino le conseguenze, considerando dove è andato a parare il mio, di egoismo. Mi manchi.
Dov'è il mio cuore?
Salutami la morte, spero sia una buona compagna nel pollaio che ti ospita.
Ti vorrò sempre bene,
Molly.
N/A: *Un verso di Disenchanted, My chemical Romance. Nel caso non conosceste la canzone, il riferimento non sarebbe chiaro.
Oggi è la giornata mondiale contro la violenza sulle donne e stasera, se tutto va bene, dovreste vedere arrivare qualcosa su In which i'm myself. Ma anche in Carolina v'è una sottile presenza, seppur tracciata di sbieco, di tale violenza: Connor. La sua sarà l'ultima figura che analizzeremo e pertanto non mi perderò adesso in voli in pindarici al riguardo, ma lasciate vi dica una cosa: l'uomo --- l'essere umano e, soprattutto, la donna, è un fiore meraviglioso e gracile. Un fiore colorato e delicato, profumato e genuino. Staccare un petalo da questo fiore non vi farà forti; arrotolarvelo fra le mani non vi renderà uomini, solamente codardi e disumani. Delle bestie - ed è già un complimento - e star zitti avvalora questo comportamento, rendendolo lecito, ma non è così! La distruzione di un altro umano non è lecita, non è normalità, è un atto disgustoso e animalesco per cui alcuno dovrebbe mai ricevere pietà.
A dopo o, al massimo, a domani,
ciao ciao
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Carolina
General FictionNove Ottobre 2017, Carolina Porter si getta dal ponte della sua cittadina da appena ventimila abitanti. Apparentemente nessuna motivazione che la possa aver spinta al suicidio. C'è un momento in cui non si trovano spiegazioni o moventi per condurre...