Capitolo 7

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Il vento gelido le scompigliava i capelli, arrossandole naso e guance nonostante la sciarpa che indossava.

Davanti a lei gli Champs-Elysées risplendevano sotto la luce del sole pallido di Gennaio che persisteva ad illuminare la sua splendida Parigi.

L'arco di trionfo svettava sul lungo viale che stava percorrendo e le appariva imponente nonostante la distanza.

Accanto a lei una donna camminava impettita nel suo cappotto firmato e nei tacchi a spillo lucidi, manteneva una cartella tra le mani e si muoveva con un eleganza tale che avrebbe fatto sfigurare anche la più posata delle modelle.

Èlise tirò leggermente la sciarpa e si aggiustò il cappello di lana, rintanando poi le mani nelle tasche del cappotto verde.

Si guardò intorno un ultima volta, cercando di memorizzare tutto quello che la circondava.

In fondo sapeva che era tutto un sogno, che quando avrebbe sollevato le palpebre si sarebbe ritrovata nella calda e sconosciuta Miami.

Sapeva che nel momento in cui si sarebbe svegliata, il ragazzo che camminava in silenzio al suo fianco sarebbe scomparso almeno fino alla notte successiva.

***

-...I moduli sono affissi all'entrata, per chiunque voglia iscriversi basterà firmare e lasciare un recapito per essere rintracciati.-

La ragazza si aggiustò gli occhiali dalla montatura larga e abbozzò un sorriso cordiale, ringraziando il professore e uscendo velocemente dalla classe.

Il foglio che stringevo tra le mani era macchiato di inchiostro nero e gli Champs-Elysées spiccavano come un tatuaggio sulla carta bianca.

Mi mancava Parigi, mi mancava dannatamente tanto e da quando mi ero alzata non avevo fatto altro che crogiolarmi nei ricordi della città che mi aveva cresciuta.

Avrei dato tutto pur di ritornare a casa, qualunque cosa.

La campanella suonò, aumentando solo l'irritazione e il mal di testa che provavo in quel momento.

La sera precedente mi ero addormentata sul divano, con il computer sulle gambe e la ciotola vuota di pop corn affianco.

Mi aveva svegliato mio padre quella mattina, limitandosi ad un 'alzati o farai tardi'.

Nessun 'buongiorno' da parte sua.

Raccolsi lentamente i libri, riflettendo seriamente sul fatto di iscrivermi a qualche corso.

Forse, frequentando qualche attività extracurriculare, avrei avuto qualche credito in più e magari il tempo sarebbe trascorso meno lentamente.

Cercai di ricordare quali corsi aveva elencato la ragazza e, non ricordando alcun che, mi maledissi per non aver ascoltato attentamente.

Sbuffai e mi diressi al di fuori della classe, acconciando i capelli in una coda disordinata mentre camminavo.

Girai l'angolo, pronta a raggiungere l'uscita per dare un'occhiata ai moduli e ovviamente mi scontrai con un ragazzo ben più alto di me.

Imprecai silenziosamente, aggrappandomi ad un armadietto per non cadere a terra.

-Ehi! Razza di idiota gua...- alzai lo sguardo pronta ad esplodere contro chiunque avessi davanti, eppure mi fermai.

Davanti a me, in jeans e felpa rigorosamente con il logo della scuola, si ergeva un esemplare di Aron alquanto affascinante.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 09, 2018 ⏰

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