5. Il torneo d'arco

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Dopo due settimane dal "grande giorno", per Reymond era arrivato il momento che attendeva da tutta la vita: il Torneo d'arco di Tridia.

Quella mattina, eccitato da una notte passata fra incubi e sogni che si succedevano senza sosta, Evander si lanciò fuori dalla porta di casa propria e corse a bussare a quella di Reymond.

Da due settimane, il suo amico se ne stava chiuso in camera, senza vedere nessuno. Evander lo aveva preso in giro, all'inizio, ma poi aveva capito che Reymond era seriamente preoccupato: era rimasto chiuso nella propria stanza, impietrito dalla paura di vedere sbucare all'improvviso qualche Mantello Nero, venuto a prelevarlo e portarlo alla Fortezza di Confine.

Reymond stava uscendo di casa nell'esatto momento in cui Evander arrivò di fronte alla soglia.

Dietro l'arciere, anche la madre, il padre e il fratellino di Reymond si preparavano ad accompagnarlo: la partecipazione di un ragazzo al torneo di Tridia era un evento eclatante, da quelle parti del pianeta.
Evander si accodò alla famiglia Henx al completo, e tutti insieme si diressero alla stazione dove avrebbero preso la navicella pubblica per Tridia.

Evander non vedeva l'ora di poter star da solo con l'amico, ma sembrava impossibile: tutti i ragazzi del villaggio fecero loro da corteo per augurare a Reymond la vittoria, e quest'ultimo appariva troppo esaltato, per concentrarsi solo su Evander.

Quando ebbero preso posto sulla navetta ed essa fu partita, finalmente Reymond parve tornare alla normalità.

Evander stava per aprir bocca, ma l'amico lo precedette:
«Hai sentito le voci che girano da giorni, giù al villaggio?» gli disse.

«No, Rey. Sai bene che non posso più andare al villaggio: Jonathan ha accorciato il guinzaglio».

«Ah, già. Ma lo sai almeno che abbiamo un nuovo Sommo Monaco?».

«Non sapevo neppure che fosse morto quello vecchio: Jonathan ha dato via la nostra tv. Così non ho più distrazioni dallo studio, dice».

«Vivi su un altro pianeta, amico mio! Comunque, si dice che il nuovo Sommo Monaco abbia... il dono della preveggenza!».
Reymond abbassò il tono della voce con soggezione, quasi avesse paura che il Sommo Monaco potesse sentirlo e si mise pure una mano sulla bocca, per non farsi leggere il labiale.

«Stupidaggini» rise Evander.

«Non ci credi?!» esclamò Reymond sconcertato, come se Evander avesse appena detto un'eresia inaccettabile.

«Certo che no: superstizione, scaramanzia, preveggenza... Tutte stupidaggini».

«E invece dovresti crederci. Ormai è riconosciuto da tutti, che la preveggenza esiste davvero. Al mondo ci saranno almeno una decina di profeti: ci si nasce, dicono. Però, la predisposizione naturale si può rafforzare con l'uso di droghe. Dicono che scatta quando patisci un forte dolore e, a volte, anche durante il sonno. Infatti, in queste condizioni, la mente si libera dei vincoli della ragione e della logica...».

«Sprechi il fiato» lo interruppe Evander, alzando le spalle.

«Comunque, il Sommo Monaco ha sparso in giro una voce che ha messo in subbuglio tutto il popolo di Triplania».

«E quale voce?».

«Che il principe Alekym sia ancora vivo».

Evander impallidì.
Ammutolito, fissò Reymond con occhi sgranati, poi si voltò di scatto verso il finestrino, facendo crollare i lunghi capelli scuri di fronte al viso, a nascondersi.
«Non è possibile. Il principe è morto» disse.

Triplania- il predestinatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora