Capitolo 2.

26 5 0
                                    

Caro Stevy,
in questo momento mi trovo seduta alla scrivania della mia stanza. Non è molto grande, ma è davvero accogliente per i miei gusti. E soprattutto è tutta mia. Ti avevo promesso che ti avrei raccontato come funziona la gestione della casa. Ebbene, Bridget è la figlia del fondatore di questa associazione che si occupa di indirizzare i ragazzi nelle diverse case famiglia. Bridgy si occupa di noi, ma durante il giorno è a lavoro, perciò come ti dicevo, la aiuto con le faccende di casa. Preparo la colazione, la cena e faccio i mestieri. Non è un peso per me, mi piace rendermi utile. Nel caso te lo stessi chiedendo, il signorino è venuto qui di nuovo, però evidentemente non era a conoscenza del fatto che Bridgy aveva un appuntamento ieri sera e sarebbe tornata solo dopo mezzanotte. Per questo, non mi aspettavo che venisse... e invece. Dopo aver portato i pancake a Margot, sono andata a dormire, si era gia fatto tardi. Ero nel dormiveglia quando ho sentito aprirsi la porta. Il sonno non decideva ad arrivare, perciò sicura che si trattasse di Bridget sono andata in salotto. Oh Stevy, non hai idea della delusione che ho provato scoprendo che non si trattava di lei... "Cosa ci fai qui?", ho detto citando le sue stesse parole di quella mattina. È rimasto a bocca aperta. Uno a zero per Max!
"Tu non dormi mai?", mi ha risposto. "Dovresti imparare a fare meno rumore". Gli ho risposto io. Dato che la rabbia iniziava a ribbollirmi dentro, ho deciso di andare in cucina a prepararmi un bel tè caldo da portarmi a letto, lui poteva fare quello che gli pareva, non mi importava. Ho fatto bene? Certo, non mi sarei mai aspettata che mi seguisse. Barcolava, riusciva a stento a stare in piedi. Osservandolo mi sono accorta che aveva anche un taglio profondo sopra il sopracciglio e il labbro sanguinante. Gli occhi verdi erano cerchiamo di rosso per la mancanza di sonno e magari anche per le canne, chi lo sa. I capelli castani erano sporchi e gli ricadevano sul viso, come se fossero stati sfiniti anche loro. Ma da dove arrivava un individuo del genere, me lo spieghi?
"Puoi darmi del ghiaccio?". Si era rivolto in maniera molto cortese, rispetto alla sera prima con Bridget. Gli ho avvolto il ghiaccio in uno strofinaccio e gliel'ho lasciato sul tavolo. Nel frattempo il mio tè era pronto. Evvai. "Senti, io adesso vado a dormire. Se hai fame o sete sai dov'è la roba.". E detto questo, me ne sono andata. Che uscita di scena Steve, non trovi? Pensavo di raccontarti subito quello che mi era successo, ma la porta della stanza di Tommy si stava aprendo. Non so che cosa mi è preso, ma ho sentito la necessità di... Non so, coprirlo? Se Tommy lo avesse visto sarebbe successo il finimondo. Perciò mi sono fondata fuori dalla mia camera e sono rotolata nella sua. La scena è stata comica. Tommy è un ragazzo alto e di colore. Questo è l'ultimo mese che passerà qui. "Tom non riesco a dormire posso stare con te?". Sul suo viso è comparsa un'espressione strana, che sul momento non ho saputo definire. Se solo avessi immaginato cosa sarebbe successo... Mi ha fatta entrare in camera sua. Non era la prima volta che dormivamo insieme, in fondo è come se fosse mio fratello. Il torpore del letto iniziava a fare il suo effetto. A un certo punto ho sentito una sua mano sul mio petto e in un attimo era sopra di me è premeva le sue labbra sulle mie. Ma cosa stava facendo? Non hai idea della paura Steve... È stato orribile. Non riuscivo a togliermelo di dosso e ho urlato qualcosa che non ricordo e lui si è bloccato, ma non accennava a togliersi. Allora ho continuato "levati, levati", gli urlavo. Sembrava non capire. A un certo punto la porta si è aperta e ho serrato gli occhi. Ho sentito la voce di Jake che gli diceva "Ma che cazzo fai?". Quando gli ho riaperti Tommy era fuori di se. E quello che seguì fu tutto un "che cazzo ci fai qui?", "Non permetterti di dirmi cosa devo fare". Io ero bloccata nel letto. Non riuscivo a muovermi. Finché ho sentito la porta di ingresso chiudersi. Jake se ne era andato probabilmente... no, non era lui, era Tommy, era lui ad essere corso fuori. Jake si è avvicinato a me e mi ha portata di peso a letto. Non avevo il coraggio di dirgli perché mi fossi infilata nella stanza di Tom. Appena la mia schiena ha toccato il materasso ho sentito la tensione sciogliersi... troppi brutti ricordi mi erano tornati in mente. È una ferita troppo fresca, te ne parlerò con calma. "Grazie", mi ha sussurrato all'orecchio prima di andarsene. Anche se forse quella che doveva ringraziare ero io... Non pensi Steve?
Per il resto tutto normale, la lezione di piano è stata fantastica, come al solito. Domani ti racconterò meglio. Sono le dieci e mezza e Jake ancora non si è fatto vedere. Inizio a pensare che non verrà.

Il Diario Dei Sogni.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora