Ciao Steve,
non ho mantenuto la promessa. Non sono riuscita a raccontarti come è finita la mia serata. Ma a mia discolpa posso dire che mi è scoppiata una forte influenza che mi è durara tutti i tre giorni successivi a quella sera. Ti informerò adesso di quello che è accaduto. Ti va? Eravamo rimasti che lui se ne era andato, lasciandomi a casa sua da sola. Inutile dire che ho esplorato ogni centimetro dell'appartamento come in cerca di un qualche tesoro, con tanto di musichetta di Indiana Jones in sottofondo, giuro. Non ho trovato nulla di interessante a dire la verità. È un appartamento molto spoglio, come se ci vivesse da poco. Ricordi che sarebbe dovuto tornare alle nove? Bene, alle dieci meno un quarto non si era ancora fatto vedere e io iniziavo a preoccuparmi. Non sapevo proprio che fare. La mia ansia non mi è stata d'aiuto perché ero già sul punto di chiamare la polizia e denunciarne la scomparsa, quando lui entra con tutta la tranquillità del mondo dalla porta di ingresso del piccolo appartamento. Ero arrabbiata, ma non so nemmeno io il motivo. "Mangiamo qualcosa prima di andare da Bridget?", dal tono sembrava più un ordine che una proposta. Comunque sia, ho annuito e siamo andati nella zona cucina. Era un loft molto grezzo e con il giusto arredamento sarebbe potuto diventare anche un bel posticino. Ma evidentemente a lui andava bene così. "Se avessi saputo che avevi fame avrei preparato qualcosa da mangiare". Subito dopo aver pronunciato quella frase sono arrossita fin nella punta dei piedi. Era una cosa così... intima. Che cosa mi era passato per la testa, dico io? Non so dove ho trovato la forza di avvicinarmi a lui, seduto sullo sgabello, davanti al tavolo. "Non intendevo...", le parole non mi uscivano dalla bocca. Nel frattempo mi ero trasformata in un peperoncino degno di un ristorante messicano. Non sai che tuffo mi ha fatto il cuore quando l'ho visto avvicinarsi alla mia faccia. "Hai una bella pelle.". Me lo ha detto come se fosse normalissimo dire una cosa del genere a una perfetta sconosciuta! Forse aveva ragione la ragazza che se ne era andata nel pomeriggio, aveva voglia di "farsela" con una minorenne. Non volevo crederci, mi sentivo al sicuro con ogni fibra del mio essere lì dentro con lui. "I tuoi capelli sono sempre così gonfi?", mi ha chiesto per sdrammatizzare. Avevo provato a farli stare a posto in ogni modo, ma non c'era stato verso. I ricci mi fuggivano dall'elastico in ogni direzione. "Beh... quasi sempre". Quando finalmente riesco ad alzare lo sguardo verso di lui quasi mi viene un colpo, sai Steve? Aveva un occhio leggermente gonfio e il naso che aveva appena smesso di colare sangue. "Non è nulla, tranquilla.". Sembrava che mi leggesse nel pensiero. Si alza e va ai fornelli. "Ti vanno le uova?", annuisco. Avevo un turbinio di pensieri per la testa. Dove fosse stato per tutte quelle ore era il primo, però. "La tua fidanzata non torna?". Lo ammetto, era una domanda a trabocchetto, Steve. Ma ero curiosa, tu avresti fatto lo stesso. Vero? Lui per tutta risposta è scoppiato a ridere... di gusto. "No, Fiona è solo una amica, nulla di più.", provava a dirmi tra una risata e l'altra. "Dormi mezzo nudo con tutte le tue amiche?". Era tornata la mia consueta sfacciataggine e, giuro Steve, mi stavo maledicendo da sola. Non dovevo essere così acida... Non so il perché, ma con lui non volevo esserlo. Le persone si sono sempre allontanate da me per questo mio atteggiamento e non avevo assolutamente intenzione di far scappare anche lui. "Solo qualche volta... quando entrambi ci annoiamo, sai no?". Mi rispondeva sempre ridendo o sogghignando e da una parte mi tranquillizzava questa cosa, dall'altra mi infastidiva, mi vedeva come una marmocchia. "In realtà no, non lo so.", appena ho pronunciato quelle parole ha spento di colpo il gas e si è girato di scatto. "Cosa? Stai scherzando? Una ragazza così... come te non ha mai... sei seria?". Sembrava veramente non crederci. Io mi limito ad annuire lentamente. Non mi si è mai presentata l'occasione davanti e io non l'ho mai cercata. In fondo sono qui in Inghilterra da solo un anno. Quando vivevo in Iran non mi era nemmeno concesso fare pensieri di questo genere. Mi presenta due uova e un pezzo di pane nel piatto e iniziamo a mangiare il silenzio. Mi è sembrata una cosa così naturale da fare, Steve. Mi sentivo terribilmente a mio agio. "Fai bene ad aspettare", ci ho messo un attimo a capire che era fermo ancora al discorso di prima. "Non voglio aspettare, semplicemente non mi si è mai presentata l'occasione, le persone tendono ad allontanarsi da me per via di alcune sfaccettature del mio carattere...", non credevo alle mie orecchie. Non capivo perché riuscissi a parlare con lui di una cosa così privata, mentre con Bridget non ci ero mai nemmeno lontanamente riuscita. "Io ho perso la verginità a quattordici anni. Non è stato affatto bello o indimenticabile. Ma la persona giusta arriverà, non preoccuparti.". Mi sorrideva mentre diceva quelle parole. "Anche se mi sembra veramente strano. Sei bellissima e no, non ho problemi a fare complimenti alle donne, anche se succede di rado.", aveva una risata magnifica. L'ho osservato molto, sai. Sotto la luce della lampada i capelli sembrano quasi ramati in alcune ciocche e i riccioli sono lunghi, tanto da cadergli sugli occhi che sono verdissimi e a tratti azzurri. Le spalle sono larghe e muscolose, come se facesse tanta attività fisica, sul viso un velo di barba. È altissimo, più di un metro e novanta, ne sono certa. "Okay è ora che tu vada". Non ero riuscita a spiaccicare mezza parola, ma ero soddisfatta della serata. Molto. Del viaggio di ritorno posso solo dirti che è stato divertente. Abbiamo preso la metro per tornare. C'era ancora allarme tormenta fuori ed era probabile che chiudessero le linee, ma non voleva farmi tornare a casa da sola sennò Bridgy si sarebbe arrabbiata a morte con lui. Aveva fumato una sola sigaretta da quando eravamo usciti, mi aspettavo fumasse molto di più, dato che lo avevo sempre visto con una sigaretta, o una canna, in mano quelle rare volte a casa di Bridget. Era una sensazione strana stargli vicino. Tornata a casa Bridgy mi ha spedita a letto. Non saprò mai la scusa che Jake o Peter le ha dato per coprirmi. Ho preso a testate il muro appena arrivata in camera per non aver avuto il coraggio di chiedergli la faccenda del nome. Ho appoggiato l'orecchio contro la porta e ho sentito Bridget che gli diceva di dormire sul divano, dato che il tempo era peggiorato. Inutile dire che non ho chiuso occhio tutta la notte... più o meno. Verso le due ho sentito un leggero bussare alla mia porta e un "buonanotte" appena appena sussurrato. Che me lo sia immaginata? Fatto sta che da quando l'ho sentito, o da quando me lo sono immaginata, ho dormito come un sasso. Spero di non averti annoiato, Steve.P.s.: in questa ultima settimana si è fatto vedere solo un paio di volte e per poco tempo. Tra poco sono le dieci e potrebbe arrivare, nel frattempo provo a fare un paio di domande a Bridget perché ci sono delle cose molto poco chiare. Ti tengo aggiornato su tutto, in tempo reale sta volta, lo giuro.
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Il Diario Dei Sogni.
RomanceQuesto è il diario di una ragazza, Max, che affronterà giorno per giorno un'avventura diversa. Max è un'adolescente, scontrosa, introversa e con una montagna di capelli ricci indomabile, una vita un po' pesante e un sogno nel cassetto. Andrà in con...