1. Atmosfere

533 31 10
                                    

Sono passati ormai due anni da quando mio padre è morto, so benissimo che la nostra vita qui in California è precaria, cambieremo città da un momento all'altro, è questione di pochi giorni e tutto cambierà per il meglio, o forse no.

27 GIORNI DOPO

Oggi è il tanto atteso giorno del trasferimento, sono felice di non dover più rivedere i miei compagni di scuola, non sono mai piaciuto loro, forse per l'aspetto fisico, troppo magro e con pochi muscoli, capelli corti e scuri con una carnagione piuttosto chiara, o forse per il mio essere troppo chiuso, e ciò secondo loro mi rende strano.

<<Ti aspetto in macchina!>> urla mia madre dal piano di sotto mentre mi guardo intorno per essere sicuro di non dimenticare nulla, alzo gli occhi sulla scarpiera dove rivedo una foto mia e di mio padre, è l'unica cosa che lascerò qui, come spero di lasciare e dimenticare per sempre il dolore che mi ha avvolto negli ultimi due anni.

Afferro le ultime cose e salgo in macchina, << Sei pronto? >> chiede mia madre dal sedile del guidatore, << Si >> rispondo con indifferenza, ma dentro quella risposta si avverte la mia paura. So benissimo di non essere pronto, ma mentire a me stesso forse mi fa credere che cambiare vita non sarà poi così difficile come credo.

A quanto ne so Hidevill  non è una grande città, e non avrà certo  grandi particolarità, ma lasciare questa città mi farà bene, mi riporta alla mente troppi ricordi negativi e cose che ho solo voglia di espellere dalla mia mente.

Dopo circa otto ore di viaggio sento la macchina spegnersi, sporgo leggermente la testa dal finestrino e mi trovo di fronte a quella che sarebbe stata la nostra nuova casa, è poco più grande della precedente e la facciata deve essere  stata ridipinta da poco.

Sono stanchissimo, apro la porta e chiedo a mia madre dove posso trovare un letto per dormire. La seguo senza guardarmi attorno in una stanza molto ampia e ancora vuota, con gli scatoloni del trasloco da sistemare. Al centro della stanza c'è un letto senza coperte, mi lancio su di esso senza pensare a niente e in pochi secondi Morfeo mi culla tra le sue braccia.

Apro gli occhi e mi accorgo di non essere nella mia stanza di sempre, impiego qualche secondo per capire dove mi trovo e che non vedrò più la mia vecchia stanza.

Indosso i calzini e scendo rapidamente le scale, <<Buongiorno, ho preparato i pancakes per inaugurare la nuova casa>>, sorrido mentre mia madre mi lascia un bacio in guancia e lascia la cucina.

Addento un pancake, poi un altro e un altro ancora, li ho sempre adorati, sin da quand'ero piccolo, mi fanno pensare ai bei momenti che ho passato in famiglia.

Una volta finito di mangiare tutto sembra andare per il verso giusto, ho fatto un tour completo della casa, ho sistemato alcune cose in camera ma rimaneva un solo problema da affrontare, la scuola: <<cosa penseranno tutti di me?>> mi domando ad alta voce.

Alla fine sono il nuovo arrivato, quindi chi potrebbe davvero considerarmi. Tutti questi pensieri negativi mi hanno appena creato un nodo nello stomaco, la paura di essere giudicato male proprio come l'ultima volta, il non piacere a nessuno. Un pensiero dopo l altro mi porta a sentire una voce: <<Buongiorno!>>, <<Che ore sono?>> chiedo. <<È ora di alzarsi, sono le sette>> <<Ancora due minuti>> <<Ti aspetto di sotto>> dice chiudendosi la porta alle spalle.

<<Devo essermi addormentato>> esclamo tra me e me.
Dopo pochi minuti mi alzo e in fretta indosso una felpa bianca e dei jeans neri. Faccio fatica a deglutire data l'ansia che mi avvolge. Mia madre è già vestita e pronta per accompagnarmi. Lascio i biscotti sul tavolo e salgo in macchina.

Mi rendi liberoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora