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Aprii lentamente gli occhi maledicendomi di non aver chiuso meglio le persiane. La stanza era immersa nella luce accecante del mattino e mi voltai dal lato opposto.

Afferrai il cellulare posto sul comodino e controllai nel notifiche.
Niente.

Aprii Facebook e navigai tra le migliaia di contenuti presenti che i miei amici stavano condividendo. Cronaca, barzellette, gossip, abbigliamento, politica e altre cose inutili.

Sospirai e bloccai l'oggetto. Scostai le coperte e mi misi seduta sbadigliando sonoramente. Mi guardai stordita intorno e prima che potessi muovermi avvertii un fastidio all'altezza del ventre che si intensificò bruscamente non appena posai una mano su di essa. Rimasi quasi senza fiato per il dolore che dovetti piegarmi in avanti. Subito dopo tutto tornò alla normalità.

Questa volta mi alzai definitivamente spalancando le finestre e respirando a pieni polmoni l'aria gelida del periodo. Sistemai il letto e nel piegare il piumino venni investita da una nuova ondata di dolore ma questa volta non fece male. Era strano.

«Che diamine...» sussurrai tra me e me. Mi parai davanti lo specchio ammirando la mia rotondità e vi posai le mani sopra. Sospirai e continuai a guardarla finché, inaspettatamente, vidi un bozzo alzarsi ed abbassarsi scoordinatamente. Spalancai gli occhi ma prima che potessi formulare grida.

«LUCAAAS»

Nel frattempo sentii provenire dalla cucina oggetti rompersi a terra, un tonfo madornale ed imprecazioni finché un Lucas, rosso e trapelato, fece capolino nella stanza.

«Che succede? Ti senti mal-...» biascicò preoccupato avvicinandosi a me.

Lo guardai un sopracciglio alzato e scoppiai a ridergli in faccia.

Storse la testa di lato continuando a guardarmi come se fossi totalmente uscita fuori di testa. E forse era così.

«Guarda» dissi accarezzando un punto indefinito sulla pancia.

«Mh?» biascicò assottigliando lo sguardo per vedere meglio.

«Aspetta» riprovai tastando vari punti. Andai avanti finché finalmente il piccolo rispose facendosi vedere e sentire sotto il nostro più totale stupore.

«Si è m-mosso» sussurrò appena continuando imperterrito a fissarmi.

«Direi sì» proferii lasciandomi sfuggire un sorriso a trentadue denti. Guardai Lucas che era rimasto immobile e con gli occhi spalancati. Il suo volto aveva assunto un colorato biancastro e sembrava star per svenire da un momento all'altro.

Lo scossi leggermente per un braccio e lo richiamai.

«Lus»

Lo strattonai più forte facendogli quasi perdere l'equilibrio e finalmente riportò lo sguardò su di me. Era pallido e visibilmente scosso.

«Meg quella cosa si-si è mossa...è normale vero?» abbozzò qualche parola con voce tremante.

«Sei serio?» chiesi stupita.

«Lucas è un bambino, è normale che si muova arrivati a questo punto» spiegai cercando di trattenere un sorriso.

«In questo caso...» si accovacciò sulle ginocchia abbracciando teneramente i miei fianchi e dando un sonoro bacio al centro della mia tondità.

«Pisellone dello zio» sussurrò orgoglioso contro di essa accarezzandola lentamente.

***

«Credi sia opportuno stare via per così tanto?» esordì il moro per la prima volta serio in vita sua.

Alzai lo sguardo dal pantalone che stavo ripiegando e scossi la testa per la millesima volta. Riposi accuratamente il capo in ordine con gli altri e dopo aver inserito le ultime cose chiusi la valigia.

Chat With Stranger 2 | HSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora