6° CAPITOLO

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Oramai è quasi passata una settimana dalla cena di beneficenza e dal nostro trasferimento...e io ho già iniziato a frequentare l'Accademia di moda qui a Torino, e devo dire che mi sono già ambientata (più o meno)

Con Christian ci messaggiamo e basta, lui vorrebbe di più ma per il momento credo sia meglio andare piano, mentre l'uomo delle scale non l'ho più visto da quella volta (peccato), me ne farò una ragione...invece quell'odioso vicino non lo sopporto già più, questa notte come le altre non mi ha fatto chiudere occhio, da quanto ho capito canta..non fa altro che strimpellare canzoni di notte, senza rendersi conto che le persone alle 03:00 del mattino dormono

'Sto cafone' ripeto tra me e me pensando al tizio che si trova dall'altra parte del nostro pianerottolo mentre sorseggio il mio bel caffè fumante.

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Sono le 08:00 e sto andando all'Università, nella quale sto facendo amicizia con alcune ragazze e devo dire che sono molto simpatiche (per fortuna), mentre i professori potrebbero essere migliori, ma non posso lamentarmi...ovvio che con alcuni mi trovo meglio per il loro modo di approcciarsi e metodo di insegnamento, mentre con altri no (ma questi sono futili dettagli).

Dopo aver passato tutta la mattinata a lezione, me ne ritorno a casa molto lentamente, tanto non ho nulla da fare, così ne approfitto per fare una passeggiata per Torino, anche se non conosco bene la zona se non il tragitto che impiego da casa all'Università...così mando un messaggio a mia madre, dicendole che non torno per pranzo

A mamma🌻:
Mà non torno per pranzo.
Ci vediamo dopo.

Da mamma🌻:
Ok. mi raccomando, non ti perdere.

Lo so, a volte è veramente confortante.

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Sono le 15:00 quando i miei occhi si illuminano vedendo in lontananza un'insegna luminosa con su scritto  'piadineria', così mi affretto a raggiungere quel bel posticino...anche perché il mio stomaco è da quando sono a lezione che brontola, visto che non ho fatto colazione se non con un bicchiere di caffè.

Sono quasi arrivata fuori dal locale quando sento un profumo farsi spazio nel mio pancino, così che entro, mi dirigo verso il bancone e ordino una crepes alla nutella, dopodiché prendo il mio amato pranzo, pago e me ne vado incamminandomi verso casa.

Sto passeggiando per le vie di Alpignano con le cuffiette nelle orecchie quando noto che si sta per fare buio, così con le dispense degli appunti della lezione di oggi affretto il passo per dirigermi verso casa, cosa che avrei dovuto fare un paio di ore fa, prima di perdermi a visitare questo bellissimo posto.

Dopo qualche strada sbagliata e qualche indicazione dei passanti, sono riuscita finalmente a giungere a destinazione.
Mentre sto per varcare la soglia del condominio noto che l'ascensore è libero ma sta per chiudersi, così che accelero il passo, riuscendo ad entrarci per miracolo divino, ma solo dopo essere entrata del tutto in ascensore vedo chi ho davanti. 'L'uomo delle scale'.

"Oddio" dico facendo cascare tutti gli appunti per terra, così che mi chino per raccoglierli...e proprio in quel momento le mie mani vengono sfiorate da quelle dell'uomo, in ginocchio anche lui per aiutarmi a riordinare i fogli...così che tutti e due con gli stessi fogli in mano ritorniamo in piedi

"Grazie" riesco solo a dire con voce flebile
"Di niente" mi risponde lasciando i miei fogli

Ah dimenticavo, 'L'uomo delle scale' è un uomo alto (anche se per me sono tutti alti, vista la mia altezza), muscoloso al punto giusto, rasato, dagli occhi verdi che ti incantano e da un sorriso di chi la dice lunga...e poi è così..così..così...

"Che piano?" mi domanda l'uomo interrompendo i miei pensieri
"Ehm ultimo" rispondo imbarazzata..come se avesse la capacità di leggermi nel pensiero
Mi rivolge un mezzo sorriso come risposta

Nel momento in cui l'ascensore inizia a salire, ho come l'impressione che l'imbarazzo e un silenzio tombale si stiano celando tra di noi.
Poco dopo sento provenire uno strano rumore e un botto irruento bloccare di colpo la salita dell'ascensore.

"Che succede?" domando agitata
"Deve essersi bloccato, comunque tranquilla tra cinque minuti dovrebbe sbloccarsi, a volte fa così" dice quasi scocciato
"Bene, pure l'ascensore ci mancava" borbotto
"Come dici?" domanda l'uomo
"No..niente" rispondo amareggiata

Sento il suo sguardo bruciarmi addosso (sembra quasi un maniaco), ma vedendomi in ansia cerca di mettermi a mio agio
"Comunque piacere, Alex" mi tende la mano...e finalmente posso dare un nome 'all'uomo delle scale'.
"Cassandra, piacere mio" rispondo arrossendo e abbassando lo sguardo
"Come va la caviglia?" domanda indicandomela

Davvero si è ricordato di me?? È uno scherzo?!!

"Ah b-bene e grazie per..." dico per poi schiarirmi la voce "...insomma per avermi sorretta, se non ci fosse stato lei, mi sarei rotta un piede" continuo arrossendo ancora di più.
"Menomale" mi risponde con un sorriso che...Dio che sorriso...
A mia volta gli sorrido come una deficiente
"E comunque dammi del tu...non sono poi così vecchio come ti immagini, ho solo 34 anni"
"Ah..mi scusi..ehm volevo dire scusa, ma non volevo sembrare invadente" dico arrossendo per aver fatto un'altra delle mie gaf ..
"Tu invece quanti anni hai?" mi domanda curioso
"Secondo te?" rispondo con un'altra domanda a mo di sfida
"Uhm..20?!" dice squadrandomi da capo a piedi
"Come hai fatto? Mi scambiano tutti per una quindicenne!" lo guardo stupita ma allo stesso tempo sorridente 
"Evidentemente non tutti la pensiamo allo stesso modo" mi rivolge un ampio sorriso

-Cassandra calmati, non sta succedendo nulla...sei solo bloccata in ascensore con un uomo ( che per di più non conosci)-
Aahh la mia vocina interiore, al diavolo.

Senza accorgermene mi esce uno sbadiglio
"Sonno?" mi domanda Alex (che bello poterlo chiamare per nome, che tra l'altro già adoro *.*)
"Non ho chiuso occhio per colpa di uno zoticone che mi ritrovo come vicino, ma se me lo trovo davanti gliene dico di santa ragione" rispondo con tono irritato.
"Non ti sembra di esagerare?" mi domanda con un sorrisetto divertito
"Esagerare? non credo proprio!!" rispondo in modo ovvio
"perché tu, credi che sia normale cantare e suonare in piena notte in un condomino?" domando perplessa, ma non ottengo risposta se non un sorrisetto sotto i baffi.

Finalmente l'ascensore si è sbloccato e ha riniziato a salire. Siamo arrivati all'ultimo piano, così che le porte si aprono...ma prima di uscire, saluto Alex

"Allora ciao Alex" dico sorridendo (un po' troppo)
Mi volto e mi dirigo verso la mia porta, senza dargli il tempo di rispondere...

Ma mi blocco quando noto stupita che con molta naturalezza anche Alex esce dall'ascensore per dirigersi verso la porta opposta alla mia.
Di colpo la mia espressione da sorridente diviene cupa...e non posso fare a meno di guardarlo indignata
"Non ci credo" dico ad alta voce seccata
Lo vedo avvicinarsi verso di me molto lentamente
"Mi dispiace per te, ma sono lo zoticone" mi rivolge un sorrisetto e se ne va  chiudendosi la porta alle spalle

"Sto stronzo" urlo indignata ed entro in casa sbattendo la porta.

Ciao a tuttiii🌻
Spero vi piaccia questo nuovo capitolo.
Se vi piace lasciate una ⭐




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