Capitolo 1

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Avviso: sono consapevole del fatto che nella storia sono presenti molti errori ma dal momento che scrivo con il cellulare gli errori di grammatica e di battitura sono inevitabili.

Detto ciò

Buona lettura!

"Si avvisano i signori passeggeri che il volo 180 per Los Angeles sta per decollare, si prega di allacciare le cinture di sicurezza e spegnere ogni dispositivo elettronico. Grazie"

«Tesoro allaccia la cintura» mia madre è costretta a ripetermi ciò che il pilota ha appena annunciato, sa bene quanto io sia perennemente distratta, per questo la maggior parte delle volte si ritrova a sbuffare alzando gli occhi al cielo.

"Questa volta ho sentito, mamma" le rispondo con un sorrisetto trionfante.

"L'aria di Los Angeles ti sta già cambiando allora mh?"

"Ma se non siamo ancora arrivate a Los Angeles" preciso.

"Esatto. Chissà quando ci arriveremo.. Non ti riconoscerò più" fa la sua buffa linguaccia che ricambio divertita. L'umorismo non le manca di sicuro. Adoro quando ci stuzzichiamo a vicenda, mi fa sentire bene.

Amo passare il tempo con mia madre: fare shopping insieme, andare al cinema insieme o anche semplicemente un serata a casa davanti ad un film strappalacrime con una ciotola di pop corn e due bicchieri di Pepsi. Solo noi due.

Lei è l'unica persona di cui so di potermi fidare davvero, so che farebbe qualsiasi cosa per me e che non mi tradirebbe mai, costi quel che costi.

Fino a pochi anni fa non avrei mai pensato di ritrovarmi a dire queste cose. All'epoca ero convinta che solo 'persone della mia età' potessero essere le mie confidenti e la mia fonte d'ispirazione, ma non era cosi e purtroppo me ne accorsi solo quando fu troppo tardi.

Una volta terminate le elementari ero terrorizzata dalle medie, pensavo le avrei passate allo stesso modo dei cinque anni precedenti, ovvero da sola.

Da piccola ero davvero molto timida, infatti non legai molto con gli altri bambini. Durante la ricreazione, mentre tutti giocavano in cortile al sole io me ne stavo su una panchina, coi miei libricini sulle ginocchia, sotto una grande quercia. Ma mi andava bene così.

Il primo giorno di scuola media non fu traumatico come pensavo. Era stata una bella giornata, mi ambientai praticamente subito e i professori non erano male.
Di banco ero seduta vicino ad una ragazza canadese che emanava uno odore poco gradevole, probabilmente nessuno l'aveva mai informata dell'esistenza del bagnoschiuma e dello shampoo. In certe giornate il suo odore era così insopportabile che dovevo per forza di cose aprire la finestra vicino ai nostri banchi, almeno l'aria si sarebbe rinfrescata per un po'. Fortunatamente per me però questa situazione non durò a lungo, fui presto spostata di banco accanto ad una ragazza piuttosto carina con una folta chioma rossa che si chiamava Crystal. Era davvero simpatica e divertente. Mi piaceva molto parlare con lei. Così ,fra scherzi, risate e battutine sui professori diventammo in meno di un mese migliori amiche.

Spesso io andavo a casa sua e l'aiutavo a studiare e a badare al fratellino di due anni oppure era lei che veniva da me, potevamo stare in camera mia per ore a parlare di qualsiasi cosa. Mi sentivo libera di raccontarle tutto, dalla cosa più seria a quella più stupida, senza essere mai giudicata e lei sapeva di poter fare lo stesso con me.

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