Mi sbrigo a slacciare la cintura e ad alzarmi, non vedo l'ora di scendere per vedere il luogo dove finalmente avrà inizio la mia nuova vita.
Mio fratello, che era qualche sedile dietro di noi, ci raggiunge e tutti e tre ci avviamo verso l'uscita ormai già bloccata da una fila infinita di passeggeri.
<Iniziamo bene> sbuffa mamma.
<Accidenti ora che tutta questa gente si muove arriviamo a Capodanno> interviene Cal.
<Andiamo.. rilassatevi, non ci vorrà molto, massimo 10 minuti> aggiungo io.
Dopo vari controlli però mezz'ora più tardi il traffico non ne vuole ancora sapere di muoversi.
Con un colpo di tosse Cal mi sussurra all' orecchio <Dicevi Dak?> e io faccio una smorfia scocciata.
In mezzo a quell'ammasso di gente riesco a scorgere una bambina con i codini e un vestitino rosa con una bambola sotto braccio che piange a dirotto.
Un' uomo, che penso sia il padre, si abbassa per abbracciarla e darle un bacio sulla fronte, le sta dicendo qualcosa per tranquillizzarla, infatti pochi secondi dopo si asciuga il viso e sorride all'uomo.Quest'immagine non può che commuovermi. Ho sempre desiderato avere un padre con cui andare alle partite, giocare a baseball, andare a pesca.. purtroppo però non l'ho mai conosciuto.
<mamma, tutte le mie compagne di scuola hanno il papà, perché io no?> chiesi a mia madre quando avevo otto anni.
<Amore, il tuo papà non può stare con noi> rispose accarezzandomi la testa.
<Perché no?>
<È complicato piccola>
Vide il mio broncio e si inginocchiò per arrivare alla mia altezza <non hai bisogno di un papà amore, hai la mamma che proteggerà e si prenderà sempre cura del suo piccolo mostriciattolo > iniziò a farmi il solletico facendomi rotolare sul pavimento.
Mi ricordo che dopo quella volta non le chiesi più nulla sull'argomento, sapevo che quando ne parlavo lei diventava triste e lo diventa tutt'ora.
L'ho sempre ammirata per il modo in cui è riuscita a cavarsela da sola.
Ha cresciuto me e Cal senza l'aiuto di nessuno, facendo due lavori per essere in grado di manterci senza mai dover ricorrere alla babysitter o alla nonna.È lei che mi ha insegnato che ad una donna non serve avere un uomo al proprio fianco per essere felice. Dobbiamo affrontare ogni cosa da sole ed essere indipendenti.
È una donna così forte, così combattente, non potrei avere un esempio migliore da seguire.
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Passati tre quarti d'ora la strada è finalmente libera e pochi secondi dopo mettiamo piede sulla terraferma.
Tutti e tre recuperiamo i nostri bagagli e una volta fuori dall'aereoporto li carichiamo sul taxi che ci sta già aspettando.
Durante il viaggio mi soffermo a guardare la bellezza della città: i grattacieli, le palme, l'atmosfera quasi magica... persino le persone mi sembrano diverse qua, non so, più socievoli.
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Heartbeat
Teen Fiction> dico mentre continuo a piangere. > domanda lui con gli occhi luicidi. > non riesco a fermare le lacrime > Si avvicina a me, appoggia le mani sui miei fianchi, sento il suo respiro sulle labbra e mi sussurra >