Acqua e zucchero

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Nel momento stesso in cui aprì gli occhi, capì di essere giunto in paradiso. Non poteva essere diversamente, visto che il notevole seno della Granger era ad un centimentro dal suo naso.
La proprietaria di tutto quel ben di Dio, infatti, si era inginocchiata al suo fianco e lo stava guardando in modo stralunato. Dovette rendersi conto del suo risveglio, perché si avvicinò ancora più premurosa, bersagliandolo con tutta una serie di domande.
Stava bene? Sentiva male da qualche parte? Gli girava ancora la testa?
Ancora confuso, provò a far mente locale. Perché era per terra? Perché c'era lei al suo fianco? Rivolse quegli interrogativi alla Granger, la quale lo informò di essere svenuto durante il prelievo.
Draco si risentì un poco quando vide che stava cercando di trattenere un sorriso divertito.
Sdegnato, pensò che quella ragazza non avesse il minimo rispetto nei confronti delle sue precarie condizioni fisiche. Insomma, era svenuto! Forse non si sarebbe mai ripreso del tutto ... Già si immaginava rinchiuso al San Mungo per il resto della sua vita. Oppure, orrore, in una stupida clinica babbana.
La premurosa infermiera che aveva eseguito il prelievo gli porse un bicchiere, incitandolo a bere. Draco ne guardò sospettosamente il contenuto: per quanto ne sapeva lui quel liquido avrebbe potuto essere veleno ...
La Granger lo rassicurò, un adorabile sorrisetto stampato sul volto : "E' solo acqua e zucchero, Malfoy. Nessuno intende attentare alla tua vita"
La ingollò tutta d'un fiato, accentuando una smorfia di disgusto. Alla fine dovette constatare , seppur di malavoglia, di stare decisamente meglio.
"E' stato solo uno sbalzo di pressione, Malfoy. Non stavi per morire o cose del genere" gli fece l'occhiolino la Granger.
Si guardarono per un attimo, finalmente soli dopo cinque anni ... E scoppiarono a ridere sommessamente. La tensione, la paura, l'indifferenza che avevano appesantito la loro già complessa situazione furono catalizzate in quel momento di allegria.
Hermione non aveva mai visto Draco ridere spontaneamente, solitamente i suoi lineamenti erano deformati in un ghigno di scherno: ma stavolta il suo sorriso coinvolgeva gli occhi, facendoli risplendere.
Era bello, dovette constatare Hermione. Era decisamente un bell'uomo. Ma era Malfoy. Aveva un marchio nero ben impresso sulla pelle.
"E quindi?" - un pensiero traditore fece capolino nella sua mente organizzata, prima di essere schiacciato dalla ragione. Malfoy era decisamente off limits per lei. Aveva un marito ed intendeva trascorrere con lui il resto della sua esistenza. "Finché morte non vi separi"
Guardò tristemente verso Draco, che -ancora pallido- la stava osservando con attenzione.
Gli prese una mano e gli sussurrò "Grazie di essere qui"
Draco ebbe la terribile sensazione che fosse tutto perduto, ogni minima speranza di riconquistarla distrutta.

Ron uscì da casa di Harry tenendo in braccio Hugo, che si stava stropicciando gli occhietti per il sonno.
Lo aveva avvolto in una coperta di lana, per proteggerlo dal freddo pungente. Il cielo prometteva neve.
Gli si era gonfiato il cuore quando, vedendolo, Hugo aveva teso le manine verso di lui, un sorriso sdentato pieno di gioia.
"Papà" aveva mugolato, prima di affondare tra le sue braccia.
Poi, aveva chiesto incerto, guardando con speranza verso la porta: "Mamma?"
Ron avrebbe potuto sputare una risposta crudele e offensiva nei confronti di Hermione, ma aveva deciso di trattenersi. Si era accovacciato per terra, così da poterlo guardare negli occhi e con gentilezza gli aveva spiegato: "La mamma é con la tua sorellina all'ospedale, Hugo. Per qualche giorno staremo insieme io e te. Però ti prometto che la vedrai, prestissimo. D'accordo?"
Il bambino aveva compunto, per poi concentrarsi sul nuovo giocattolo che il padre aveva portato con sé.
Ron aveva tirato un sospiro di sollievo: era andata meglio del previsto. Hugo era un bambino maturo e non aveva fatto storie. Per fortuna.
Harry si era avvicinato al suo amico, chiedendogli quali fossero i suoi piani. Doveva voleva portare Hugo? Aveva con se tutto il necessario? Ma soprattutto: aveva avvisato Hermione?
Ron reagì stizzosamente a quella valanga di domande ed interrogativi. Si sentiva come un adolescente sotto torchio da un professore. Ma ormai era adulto, ed era perfettamente in grado di assumersi le proprie responsabilità. L'aria vagamente colpevole che assunse quando Harry parlo di Hermione, fecero immediatamente allarmare l'amico: "Ron, e' la madre di Hugo. E' suo diritto sapere ... "
"Era mio diritto anche sapere che Rose è una ... bastarda. (Harry non nascose una smorfia di disgusto nell'udire quella parola) Eppure non mi è sembrato che tu abbia perorato la mia causa all'epoca" sputò con veemenza Ron.
E poi, con un cenno di capo, si era congedato, allontanandosi a piedi , il viso sferzato dai fiocchi di neve che incominciavano timidamente a scendere.
Improvvisamente pervaso da uno strano presentimento, Harry richiamò carta e penna. Aveva un'assoluta urgenza di mandare un gufo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 07, 2017 ⏰

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