Teddy

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( Miriam pov's)

Presi dalla borsa l'orsetto che mi diede quel ragazzo con gli occhiali e con il cappello da babbo natale, era stato molto gentile, almeno il pupazzo mi poteva tenere compagnia perché avevo solo lui. Tornai a casa con sguardo basso, immaginandomi li schiaffi, le botte e gli insulti dei miei genitori e subito aver aperto la porta, il sorriso che avevo in volto sparì, perché gli sguardi dei miei mi fecero togliere la felicità che avevo prima di entrare.

"dove sei stata"? chiesero ringhiandomi in faccia, ma non ebbi nemmeno il tempo di appoggiare le chiavi sul tavolino, che mi tremarono di già le gambe.

"Sono uscita..-fuori.." tremai per la paura, sentendo i respiri pensati di mio padre sulla mia pelle.

''Dove? che sei sola eh"? chiese stringendomi il braccio subito dopo.

Il dolore mi stava uccidendo, sentendo le sue unghie affondare sulla mia pelle. Cercai di resistere anche se era impossibile.

''sono uscita per respirare un po' d'aria'' risposi cercando di resistere al dolore che stavo provando, ma era impossibile, perché le sue dita strinsero sempre di più la mia pelle, sentendo i miei occhi lucidi.

''papà..-'' tremai impaurita.

"ti faccio mal per caso''? chiese ma non risposi, che lo guardai negli occhi con occhi lucidi e pieni di paura.

Nei suoi occhi vidi le fiamme dell'inferno, come la schifezza più totale che si può trovare in una persona come lui.

Mi molló uno schiaffo, per poi prendermi per i capelli buttandomi per terra, dandomi in fine calci e pugni su tutto il corpo, specialmente sulla schiena.

"Ti è bastata la lezione?" urlò tirandomi l'ultimo calcio sulla gamba come finale, facendomi portare una mano sulla bocca per il dolore.

Ero distesa sul pavimento tutta addolorata, non riuscivo ad alzarmi dal dolore che avevo addosso. Feci dei piccoli movimenti, sentendomi del tutto rotta, come se avessi le ossa frantumate, sbriciolate.

In qualche modo riuscì a sedermi sul letto e quando mi guardai allo specchio, mi alzai la maglia vedendo dei lividi violacei spuntare sotto le costole, e alcuni accanto al seno. Tossì sputando degli schizzi di sangue, sentendo una ferita sul mio labbro e un dolore ai denti.

"Se è questo il modo di trattare una figlia "dissi tra me, cercando di non piangere ma era quasi impossibile, perché non potevo sorridere dopo tutto questo, e quello che mi avrebbero fatto in futuro.

Presi la borsa e quando presi l'orsetto, lo guardai con le lacrime agli occhi, ricordandomi della faccia del ragazzo. Bastò solo poco per fare un minimo sorriso, che sentì il mio cuore battere.

''Se fossi reale ti racconterei tante cose, ma non lo sei'' sussurrai appoggiando la punta del mio naso sul suo, vedendo i suoi occhi di plastica e il riflesso dei miei su i suoi.

"ti voglio bene'' risposi stringendolo a me, come se il pupazzo fosse una persona.

Magari se fosse stata una persona

Magari avessi avuto qualcuno con cui parlare

Magari avessi avuto la vita che avrei sempre
desiderato

(Salvatore pov's)

Ero seduto al bancone di una discoteca con Stefano Sascha e Tudor e sentire l'odore di alcol e la musica ad alto volume, mi fece annoiare. Non mi stavo divertendo, come non mi sentivo a mio agio.

"We surry che ti prende?" Chiese Stefano rovesciarmi nel bicchiere un po' di vino, mentre ballò con la camicia sbottonata.

"Ti ho detto mille volte che non sopporto essere chiamato surry" sbuffai.

Surry my king Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora