•Capitolo 7•

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C'è un tempo per capire,
un tempo per scegliere,
un altro per decidere.
C'è un tempo che abbiamo vissuto,
un tempo perso
e un altro che ci attende.
( Seneca)
*******

La mattina seguente vengo svegliata da una voce che non riesco a riconoscere.
Mi stropiccio gli occhi ancora assonnata mentre un leggero tocco mi scuote la spalla.
È Micheal.

<< Svegliati Giulia, ti ho preparato la colazione>> mi dice premuroso accarezzandomi leggermente la guancia.
Le mie labbra secche si increspano in un lieve sorriso e con estrema lentezza mi sollevo dal letto.
Lo seguo in cucina soffermandomi ad ammirare il tavolo pieno di biscotti dall'aria decisamente succulenta e due cappuccini.
Volto il mio sguardo verso Ed che dorme beatamente sul divano per permettermi di dormire comodamente nel suo letto.
Ha insistito affinché trascorressi la notte a casa sua e di Micheal dopo lo sgradevole avvenimento della sera precedente.

<< Cavolo! Sono le dieci e mezza >> sbuffo con la voce impastata ancora dal sonno guardando l'orologio  appeso nella piccola cucina.
<<Già. Anche io mi sono svegliato ora>> risponde Micheal <<Avevi da fare? >>
<< Si...beh dovevo andare a lezione questa mattina >> affermo irritata dal fatto che sicuramente rimarrò indietro.
Non sopporto perdere le lezioni. Diversamente dalla maggior parte degli studenti a me piace molto studiare. Riuscivo sempre a conseguire ottimi risultati a scuola e i miei genitori sono stati sempre orgogliosi di me. Ero contenta e soddisfatta degli innumerevoli complimenti che ricevevo dalla mia famiglia, ma mi piacevano meno quando tendevano a sminuire Ed, che contrariamente a me, non ha mai avuto buoni rapporti con le discipline scolastiche.

Micheal mi osserva incredulo, quasi fosse un reato andare alle lezioni universitarie.
Scoppio in una risata fragorosa mentre prendo posto su una sedia e addento un biscotto al cioccolato.

<< Buoni eh? >> mi chiede Micheal sorridendo.
<< Mmh..>> riesco solo a dire a causa della bocca piena.
Questo è il momento per cercare di estrapolare qualche informazione sul conto di Derek. Devo comprendere il motivo sottostante a quegli sguardi ostili e, non posso ignorare la smisurata curiosità di conoscere meglio questo ragazzo.

Ora o mai più Giulia.

<<Senti Micheal... >> mi schiarisco la voce prima di continuare il discorso cercando di trovare un modo cortese  e che non sia troppo invadente.
<< Dimmi >> mi incalza lui guardandomi dritto negli occhi.
<<Perché tu e Derek non vi sopportate?>> chiedo d'istinto, optando per la via diretta e senza futili giri di parole.
Intravedo una scintilla perplessa balenare nel suo sguardo, ma non pare molto stupito della mia domanda schietta. Picchietta le dita sul tavolo ad un ritmo regolare quasi a pensare cosa rispondere. Il suo esitare ha l'unica conseguenza di aumentare la mia curiosità.

<< Ma non è vero! Io e Derek siamo molto amici>> ironizza con una risata isterica, ma percepisco una nota di agitazione sulla sua voce.
<< Beh...se non ti va di dirmelo non è un problema...>> sbotto secca.
Scrolla le spalle indispettito
<< Okay....risponderò alla tua domanda se dopo risponderai alla mia>>
Inarco un sopracciglio incerta ma acconsento annuendo con un gesto meccanico.

Non ho minimamente idea di cosa vorrà sapere da me, ma sarò felice di rispondergli, dopo che lui avrà appagato esaustivamente il mio bisogno di conoscere Derek.

<< Io e Derek ci siamo conosciuti qualche anno fa ad una festa. Sai...anche io facevo parte della loro cerchia di amici >> ammette portandosi la mano tra i capelli un po' imbarazzato.
Rimango incredula dinanzi a questa notizia.

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