•Capitolo 13•

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Sbagliamo quando ci teniamo tutto dentro.
Accumulando rabbia e frustrazione.
Ci dimentichiamo che il corpo è il campo
di battaglia delle nostre emozioni.
( A. Degas)
*******

Ci dirigiamo in un posto un po' più tranquillo quasi dietro al palco per goderci i nostri cocktail.

<< Cazzo...C'è Clark Candel sul palco >> esordisce Paul con eccessiva enfasi

Sobbalzo al sentir pronunciare il suo nome. Sollevo titubante lo sguardo e lo intravedo insieme al suo amico Luca mentre sghignazzano con il cantante della band. Il sorriso sfacciato che regna sul suo volto mi fa intuire che non abbia poi così tanto sofferto per la nostra rottura. Indossa il suo consueto atteggiamento spavaldo abbinato ad una camicia bianca particolarmente stretta che mette in risalto i suoi pettorali prorompenti. Abbasso immediatamente lo sguardo e mi nascondo dietro Paul.
Per tutta risposta lui mi guarda stranito, ma non commenta.

<< È troppo sexy. Peccato sia etero >> piagnucola Paul in tono avvilito.
Mi sento a disagio a parlare di lui e non ho voglia di dirgli che fino a oggi pomeriggio Clark era il mio ragazzo.
So benissimo che dopo comincerebbero a tartassarmi di domande e so che mi innervosirei ulteriormente.
Non voglio rovinarmi la serata.
Non adesso che inizio un po' a divertirmi.

<< Ma secondo me non è totalmente etero. Cioè può essere che gli piacciano anche i ragazzi no? Insomma ci sono un sacco di persone che sono attratte da entrambi i sessi. Magari lui è uno di questi >> continua lui inamovibile cercando di auto convincersi della teoria che ha appena sostenuto.
Alzo gli occhi al cielo e sbuffo spazientita. Sto per rivelargli la verità ma vengo preceduta dalla voce stridula di Michy
<< No Paul.. Finiscila. È ètero. Si dice che sia fidanzato con una tipa da un bel po' di anni>> sbotta seccata

Inizio ad agitarmi.

<< Ma questa non si è mai vista insieme a Clark. Magari sono soltanto voci >>
<< No non sono voci. Lo so perché me l'ha detto una persona che è molto vicina a Clark. Semplicemente non si è mai vista perché Clark non la vuole con sé.
È circondato continuamente da stupide ragazzette che gli vanno dietro perché sono attratte dal classico stronzo affascinante, per non parlare del fatto che conduce una vita di merda con i suoi amici del cazzo. Sempre a ubriacarsi e ad organizzare feste. Immagino che la sua ragazza non sappia completamente niente di tutto questo. Magari adesso è a casa ad aspettare il suo fidanzatino perfetto, mentre lui è qui a fare il coglione. Non vorrei mai essere nei suoi panni >> afferma lei con tomo disinvolto e com crudele schiettezza, non rendendosi conto che il mio cuore ha smesso di battere.
Ho incassato ogni singolo colpo, come se mi stessero prendendo a pungi allo stomaco.
Mi sento umiliata e offesa e, non posso nemmeno infastidirmi con loro.
In fondo hanno ragione.

<<Poveretta>> sentenzia Paul e pone fine a questa squallida conversazione.
Sento la rabbia stringermi la gola con una forza inaudita, il ribrezzo che nutro nei confronti di Clark aumenta in modo incontrollabile e le lacrime implorano di essere liberate. Non ho più voglia di rimanere qui.
Voglio tornarmene a casa e stare sola.

<<Ho bisogno di allontanarmi un po'>> sentenzio con voce tirata.
<< Cosa? Dove vuoi andare Giulia? Non puoi allontanarti sola>> risponde Paul in tono preoccupato.
<< Vado solo al bagno. Poi vi raggiungo subito >>
<< Ti accompagno? >> si propone Michi.
<< No vado sola>> sbotto e mi separo a passo svelto da loro prima che possa replicare.

Ho bisogno di stare sola e di smaltire la rabbia altrimenti scoppio. Mi arrabbierei con loro e non è giusto. Non sanno nemmeno che quella "poveretta" sono io in realtà.
E sinceramente ora che ho sentito le loro opinioni non ha la minima intenzione di confessare la verità. Sono passata agli occhi delle persone come una povera cretina.
So che non dovrebbe importarmi del parere degli altri, ma è talmente umiliante sentire queste parole che mi pento di aver trascorso cinque anni della mia vita con una persona così. Ciò che mi fa più rabbia è che è stato Clark a permettere che io passassi come la sua stupida fidanzata anonima, talmente anonima che quasi dubitano della mia reale esistenza.
Non ha mai smesso di mancarmi di rispetto. Dovevo attribuire più importanza al racconto di Micheal riguardo i suoi confronti.
Cammino a testa alta e gli occhi ludici.

Non piangere Giulia.

Non so dove andare, in realtà non devo andare ai bagni. Volevo solo allontanarmi. Per cui inizio a girovagare senza una meta mischiandomi tra le persone che non smettono di spintonare.
Giuro che se mi fanno cadere il cocktail dalle mani inizio a urlare.
Dopo circa dieci minuti trascorsi a ricevere spintonate e imprecare tra me, ritorno da Paul e Michi e li intravedo chiacchierare entusiasti con due ragazzi posizionati in un circolo scarsamente delineato.
Mentre mi avvicino noto che uno di quei due ragazzi è Clark e l'altro è il suo amico Luca.

Ma perché deve andare tutto storto questa sera?

Cambio immediatamente direzione in modo meccanico prima che possano intravedere la mia figura, ma è troppo tardi perché percepisco la voce pungente di Paul che grida il mio nome giungere alle mie spalle. Mi blocco di scatto paralizzata e mi giro lentamente nella loro direzione con un gesto a dir poco melodrammatico.
<< Giuliaaa.. vieni. Siamo qui >> dice Paul gridando affinché riesca a contrastare lo schiamazzo insistente che avvolge il grande parco.
Alzo gli occhi al cielo esasperata e mi dirigo verso di loro a passo esitante sapendo di non avere vie di fuga. Spero solo che Clark non mi rivolga la parola.

Appena mi avvicino Clark mi fissa intensamente negli occhi e intravedo una strana scintilla attraversare i suoi occhi di ghiaccio.
Pare stupito divedermi alla festa.

<< Ciao Giulia >> mi saluta Luca sfoderando un sorriso a trentadue denti.
<< Ciao>> farfuglio e intanto le mie labbra si schiudono in un sorriso sghembo mentre le mani iniziano a tremolare incessantemente. Abbasso lo sguardo a disagio sentendomi gli occhi di Clark puntati addosso ma non mi sfugge con la coda dell'occhio lo sguardo perplesso e sbigottito che Luca rivolge a Clark. È palese che si sta domandando perché non mi rivolge la parola.
Evidentemente non ha ancora riferito ai suoi amici che abbiamo chiuso.

<< Stavamo parlando di quanto è figa questa festa. Anche Giulia si sta divertendo, e lei non è assolutamente la tipa da festini >> esordisce Paul sghignazzando cercando di catturare disperatamente l'attenzione di Clark. Per tutta risposta inarco un sopracciglio infastidita ma lui non pare accorgersene, troppo impegnato a fissare i pettorali di Clark che fuoriescono dalla camicia leggermente sbottonata.
<< Se non sei la tipa da feste perché sei qua?>> mi chiede Clark con nonchalance e con vaga malizia.

Sto per ridergli in faccia. Adesso fa anche finta di non conoscermi.
Clark  Candel...non potevi cadere più in basso di così.

<< La mia presenza ti da fastidio per caso?>> ringhio e lascio trasparire un insolito tono impertinente dalla mia voce.
I suoi occhi si riducono di scatto in due fessure. È particolarmente furioso che gli abbia risposto a tono e non esita a trucidarmi con lo sguardo. Rispondo al suo atteggiamento minaccioso con altrettanto ostilità, senza fare trasparire che il realtà sono invasa dell'agitazione più totale e che questo atteggiamento spavaldo non appartiene minimamente alla mia personalità.
Paul mi guarda sconvolto per la mia risposta scortese e Luca sembra allibito.

Poveretti, sembrano confusi.

Michi è già ubriaca, quindi non penso capirebbe qualcosa comunque.
Clark serra la mascella con freddezza e senza ribattere si dirige verso il suo amico facendo cenno con la testa di andare via.
<< Ci si vede dopo ragazzi>> afferma Luca arrossendo lievemente un po' spaesato e si allontana seguendo Clark tra la folla. 
Appena rimaniamo finalmente soli rilasso le spalle lasciandomi sfuggire un respiro profondo e intanto Michi scoppia in una risata fragorosa.
<<Cavolo...L' hai lasciato senza parole. Avete visto la sua faccia? Avrei dovuto registrare questa scena>> commenta parlando a raffica e con la voce impastata dall'alcool.
Inizio a ridacchiare un po' nervosamente mentre Paul continua a osservarmi perplesso.
<< Che c'è ?>> chiedo un po' irritata.
<< Non capisco perché gli hai risposto così malamente>> ammette schietto
<< Beh.. perché...è insopportabile>> balbetto torturandomi le pellicine delle unghie.
Paul scruta la mia espressione con atteggiamento cinico, come per trovare la verità nei miei occhi, ma poi i lineamenti del suo viso si distendono e sulle sue labbra sboccia un sorriso divertito.
<< Si. Un po' hai ragione>> ammette sghignazzando e io faccio un respiro di sollievo, contenta che mi abbia creduto.

<< Però non smetteva di guardarti>> continua lui.

Se solo sapesse

<< Non mi importa >> rispondo franca portandomi il cocktail alle labbra.

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