Credi in Babbo Natale? No, ma credo in te.

21 0 0
                                    


Titolo: Credi in Babbo Natale? No, ma credo in te.
Coppia: Chanbaek
Genere: romantico , fluff
Lunghezza: 4566
Rating: Verde




La penna picchiettava in modo compulsivo sul tavolo, di pelle costosissima, la mano libera portata all'altezza delle labbra e occhi concentrati sui fogli che giacevano sul tavolo.
Gli ultimi giorni prima di Natale era sembra una lotta contro il tempo, sembrava che tutti gli affari, proposte, ed eventuali gestioni non aspettassero che quel momento per saltar fuori. Era tutta la mattina che Byun Baekhyun, CEO della Byun Corporation , non faceva altro che leggere proposte, contratti e a presenziare riunioni.
Era il suo lavoro, e adorava il suo lavoro ma era sempre supportato e affiancato da Do Kyungsoo, amico, "fratello" e COO dell'azienda. Spesso e volentieri Kyungsoo prendeva il suo posto alle riunioni quando non si esigeva la sua presenza e poi gli avrebbe riferito il tutto, fidandosi ciecamente dei suoi severi giudizi.
Erano una squadra formidabile, infatti le quote dell'azienda negli ultimi anni erano aumentate del 60%.
Ma in quei giorni, Baekhyun si trovò da solo ad affrontare tutto il lavoro e l'incapacità dei suoi addetti. Kyungsoo aveva ben pensato di anticipare le sue vacanze natalizie di una settimana. O meglio era stato Kim Jongin, direttore tecnico, nonché fidanzato, ad organizzare il tutto. Pensò che una dolce e romantica settimana bianca sarebbe stato l'ideale.
"Cosa?"
"Baek, Jongin ha organizzato questo viaggio in mia insaputa, se lo avessi saputo gli avrei detto di no."
"Infatti è un NO. Non puoi lasciarmi qui da solo prima delle vacanze natalizie sai com'è in quel periodo."
"Lo so... Gli dirò di disdire il tutto"
Ricorda lo sguardo sconsolato, mal nascosto, del suo amico, e fu proprio questo che gli fece prendere la decisione.
"Dov'è Kim?"
"Eh?"
"Non ha le palle di chiedermelo lui stesso?"
"Non è questo...e solo che..."
"Pensava che essendo mio amico avrei ceduto. Va bene."
"C-cosa?"
"Va bene, andate e procreate" disse scherzosamente.
E fu così che lasciarono l'azienda scoperta di due figure importanti in un periodo di pieno panico come quello.
Firmò le carte che stava leggendo e li consegnò al suo Key Account, Kim Minseok, che stava aspettando da un pezzo.
"Wow, questa volta non le ha messe nel distruggi documenti"
"Ne vale davvero la pena. Mi aspetto che fai un ottimo lavoro con questo cliente."
L'uomo non disse nulla ma diede un accenno di capo accompagnato da un sguardo deciso, prima di uscire.
Almeno c'è Minseok pensò lasciandosi andare sulla sua comoda poltrona. Rilassò le spalle, distese i muscoli di braccia e gambe, chiuse gli occhi e si godette quell'attimo di pace.
"Finalmente è finita." Mormorò guardando l'orologio da polso.
Erano le 19:00 in punto, la giornata era finita e anche per lui erano iniziate le cosiddette vacanze. Non avrebbe fatto nulla di eclatante. Quest'anno avrebbe passato in casa la festività, nessuna riunione di famiglia. Suo fratello, insieme alla sua bellissima moglie e la sua adorata figlia avrebbe passato la festa natalizia insieme ai genitori della sua consorte.
E i signori Byun, a malincuore o era quello che volevano far credere, avevano accettato il viaggio che i loro adorati figli avevano organizzato per loro.
Quindi Baekhyun avrebbe passato il Natale da solo quell'anno. Aveva declinato l'invito di suo fratello ad unirsi nei festeggiamenti a casa dei suoceri, non sentendosi a proprio agio. Ma si disse che non sarebbe stato poi così male passarlo da solo nelle sua calda e accogliente casa.
In fondo c'erano persone che ogni anno lo passavano da sole e non avevano la fortuna di avere una casa che gli accogliesse.
A quel pensiero, voltò la poltrona e guardò oltre alla grande finestra che dava sulla città. Da lì, Baekhyun poteva benissimo vedere quello che succedeva al di fuori del suo edificio .
Notò subito che soffici fiocchi bianchi cadevano, coprendo piano piano le strade di Seoul. Pensò che la temperatura si fosse davvero abbassata di tanto in quelle ore. I suoi occhi vagavano alla ricerca di qualcosa, o meglio di qualcuno, ma in mezzo a quella confusione di persone che invadevano le strade della città era difficile individuare quello che i suoi occhi desideravano vedere.
Ma poi eccolo lì, appena vide ciò che aveva catturato la sua attenzione da qualche mese, morse il labbro per sopprimere un leggero sorriso.
Tutto iniziò nel mese di Ottobre, durante il Chuseok . Quel giorno credeva non sarebbe andato nulla nel verso giusto, altro che giorno del ringraziamento, Baekhyun voleva solo maledire quel giorno.
Una disavventura una dietro l'altra:
- Piede in collisione con un tavolino, che l' interior designer aveva insistito di posizionarlo all'interno della sua camera da letto. E Baekhyun lo odio così tanto quel giorno che se ne liberò in tempo record.
-Cellulare caduto nel water, mentre lui era sotto la doccia il telefono non smetteva di vibrare sul davanzale dov'era appoggiato. La prima maledizione andò a chiunque lo avesse chiamato, scoprendo che era sua madre. E' inutile dire del senso di colpa che lo pervase.
-Traffico sovraumano. Quel giorno non poteva permettersi di arrivare in ritardo, degli importanti clienti dalla Cina lo aspettavano per discutere di un nuovo affare.
- E infine la sua segretaria: Caffè caldo. Camicia macchiata. E una riunione a cui doveva prendere parte.
Per quanto avesse voluto tanto bestemmiare quel giorno, Baekhyun pensò che avrebbe passato le pene dell'inferno una volta morto.
Grazie alle sue abilità la riunione andò bene, l'affare con la Zhang Corporation era andato a buon fine e Baekhyun non vedeva l'ora che quella giornata finisse.
Così lasciò tutto nelle redini del suo COO.
Quando uscì dall'edificio, ispirò l'aria frizzantina di ottobre pregando che da adesso in poi non sarebbe successo più nulla. Guardò l'ora e notò che era ormai ora di pranzo, così decise che avrebbe fatto visita ai suoi genitori.
Per non arrivare a mani vuote nella casa in cui era cresciuto si incamminò verso al miglior negozio di torte di riso che era situato a qualche passo della sua azienda.
Quando ebbe fatto la sua ordinazione, in pochi minuti una carinissima scatola si presentò davanti ai suoi occhi. Da quella scatola usciva davvero un buon odorino, era sicuro che sua madre avrebbe apprezzato.
Ma mentre si incamminava verso la sua auto notò qualcosa, o meglio qualcuno. Lì seduto su un marciapiede insieme ad un grande cane vi era un uomo che attirò la sua attenzione. Lo osservò mentre questo giocava con il suo fedele amico. Era l'opposto della figura di Byun Baekhyun che era vestito da capo a piede con i migliori abiti che esistevano sul mercato. Quest'uomo aveva dei quattro stracci, usurati, sporchi e fin troppo leggeri per la stagione in cui stavano andando incontro.
Ma qualcosa di prezioso e bello la indossava, ed era il suo sorriso. Nonostante tutto quell'uomo non avesse nulla, indossava un sorriso che avrebbe fatto invidia a chiunque. Così Baekhyun si sentì davvero stupido per essere arrabbiato dell'assurda giornata che gli era capitata, non ne aveva nessun diritto. Lì davanti ai suoi occhi c'era un senza tetto che sorrideva, e quello bastò a fargli ritornare il buon umore.
Quel giorno i signori Byun non ricevettero nessuna scatola di torte di riso, c'era qualcun altro che ne avesse più bisogno ed era più che felice di mangiarli.
Da quel giorno l'interesse di Baekhyun si concentrò molto su quel vagabondo dal sorriso accecante. La mattina era solito ad avvicinarsi all'uomo augurandogli il buongiorno e portando della colazione sia a lui che al suo amico peloso. La stessa cosa faceva durante la pausa pranzo, a volte dava buca Kyungsoo, o si scusava per qualche minuto per andare ad offrire il pranzo.
L'uomo si sentiva imbarazzato da quelle attenzioni, non avendo nulla come ripagarlo se non qualche spicciolo che qualche passante gli lanciava all'interno del suo cappello.
Ma Baekhyun non accettò mai nulla, l'unica cosa che ripagava Baekhyun era vedere quell'uomo sorridere in senso di riconoscimento.
Si era innamorato di quel sorriso.
Gli bastava quello.
Il suo nome era Chanyeol e veniva da Ulsan, aveva fatto quel lungo viaggio fino a Seoul insieme al suo fidato compagno Toben. Quel gran cucciolone si era affezionato molto all'imprenditore in quei giorni. Era sempre pronto a fargli le feste quando lo vedeva e lasciare qualche leccata sul palmo della mano. Come se lo stesse ringraziando per prendersi cura di loro, del suo padrone.
"Gli piaci molto." Questo era quello che gli aveva detto Chanyeol un giorno di quelli in cui Baekhyun in una piccola pausa andò a portare una bevanda calda.
Una semplice frase, riferita verso i sentimenti che Toben provava verso il CEO, facendogli stringere lo stomaco in un pugno causandogli dei brividi lungo la schiena. Si disse che era colpa delle temperature che erano scese, ma non riuscì a spiegare il caldo contrastante che sentì. E non poteva dimenticare lo sguardo che Chanyeol gli diede a quella affermazione.
L'unica volta che non andava a vedere il vagabondo era quando dopo una giornata di lavoro, andava a casa. Una sorta di senso di colpa si insinuava in lui, non aveva il coraggio di guardarlo negli occhi e dirgli "Buona notte" quando questi doveva passare la nottata nelle strade fredde di Seoul.
Non lo sentiva giusto.
Nonostante le condizioni in cui viveva, Chanyeol era un bel uomo. Alto intorno al metro e ottanta, i suoi modi di fare, le sue gestualità, lo rendevano un uomo con un grande fascino. La sua voce profonda era in nettamente in contrasto con il suo viso che mostrava meno l'età che effettivamente aveva. Trentacinque anni, due anni più grande di Baekhyun.
Baekhyun spesso si domandò quale fosse la storia di quell'uomo ridotto in quello stato, poteva benissimo essere un uomo d'affari, ma invece la realtà era un'altra. E Baekhyun voleva tanto sapere ma non ebbe mai il coraggio di chiedere.
Tirò un sospiro guardando ancora la figura dalla sua finestra, pensando al freddo che magari stesse sentendo in quel momento.
Un bussare lo distrasse dai suoi pensieri.
"Avanti."
"Signor Byun."
"Accomodati "
L'uomo entro chiudendosi la porta dietro alle spalle.
"Signor Byun le carte sono state spedite all'azienda Zhang."
"Minseok tutte queste formalità."
"Forza dell'abitudine" disse questo sorridendo "Ad ogni modo Baekhyun è tutto apposto. Le ultime carte sono state sistemate."
"Bene. Grazie per avermi aiutato in questi giorni. Quei due mi hanno abbandonato nel periodo peggiore."
"Non è stato nulla." Disse gentilmente e Baekhyun gli regalò un sorriso riconoscente.
"Tutti sono andati via. Non vedevano l'ora che arrivasse l'orario pe scappare tutti per prepararsi per il cenone di questa sera."
"Scansa fatiche" disse in tono serio ma si poteva benissimo intuire che stesse scherzando.
Minseok rise di buon gusto "Gli metti timore Baek, lo fai persino a Jongin e sai quant'è sfacciato quel ragazzo. Ad ogni modo dato che non c'è nulla da fare io vado, Jongdae mi sta aspettando a casa per andare dai suoi. Tutti i suoi parenti di primo grado saranno presenti al cenone e già vedo tutto quel cibo..." disse questo mentre si toccava la pancia con un viso triste pensando che tutti i suoi sacrifici per mantenere un corpo tonico andassero a farsi benedire in quei giorni di festa.
Baekhyun non disse nulla, si era voltato verso la finestra e il suo sguardo era puntato su quella figura.
Minseok si accorse che il suo capo, amico, non lo stesse ascoltando e che sembrava perso nei suoi pensieri. Pensò che magari Baekhyun fosse triste o malinconico.
"Baek" chiamò e il CEO si voltò verso il suo Key Account "So che mi avevi detto di no. Ma se vuoi l'invito è ancora valido. Potresti venire con noi per il cenone di Natale o magari non pensi che sia il caso di andare dai suoceri di tuo fratello..."
"Minseok, grazie ma no. Sto bene così. Non è la fine del mondo non avere un cenone in famiglia per un anno. C'è chi non ce l'ha per chissà quanti anni".
A quella affermazione, Minseok non disse più nulla, non insistette, fece gli auguri al suo caro amico e lasciò la stanza.
Baekhyun non ci mise troppo a lasciare l'edificio, controllo che tutto fosse spento e andò. Quando si ritrovò alla hall dell'edifico salutò e augurò buon natale all'uomo della sicurezza e uscì.
L'aria pungente di Dicembre lo colpì in pieno volto, candidi fiocchi continuavano a cadere da quel cielo che ormai si era oscurato lasciando pian piano spazio alla notte.
Inconsciamente si morse il labbro e rientrò dentro di tutta fretta, senza degnare di un sguardo la security avanzò verso l'ascensore, premendo continuamente il pulsante.
"Qualcosa non va signor Byun?"
"Ho dimenticato qualcosa." Disse mentre entrò nell'ascensore e premendo il pulsante per il suo piano.
Quando finalmente fu all'ultimo piano dell'edificio si diresse verso il suo ufficio di tutta fretta, appena fu dentro corse verso l'attacca panni e prese una calda sciarpa di cashemere con sé. Quella sciarpa gli fu regalata da suo fratello un paio di anni fa, non era un amante di sciarpe, aveva sempre odiato tenere cose al collo che lo stringessero e già che doveva sopportare la cravatta tutto il giorno era un enorme sacrificio.
Quando fu di nuovo all'entra del suo edificio, attraversò l'altro lato della strada avendo una meta ben precisa in testa.
I suoi occhi catturarono la grande figura dell'uomo che era accovacciato su se stesso, vicino a Toben, mentre portava le mani all'altezza della bocca soffiando dell'alito caldo per riscaldarsi.
Il cuore cominciò a stringersi a quella visione, così non smise di camminare finchè i suoi piedi non si fermarono davanti all'uomo.
Quei grandi occhioni fissarono le scarpe costose che gli si erano parate davanti, lentamente alzò lo sguardo puntandolo su quello dell'uomo che aveva davanti.
Non dissero nulla.
Baekhyun si accovacciò, arrivando all'altezza dell'uomo seduto e avvolse intorno al collo la sciarpa. Un improvviso calore si propagò in tutto il corpo del vagabondo lasciandolo travolto da quella sensazione.
"B-Baekhyun?!"
"Ehy... Va meglio adesso?"
"S-si, grazie"
Un grandissimo sorriso gli si dipinse sul volto mentre sprofondò il collo in quel tessuto pregiato. Baekhyun sentì il cuore perdere un battito, era una sensazione quasi nuova per lui, che l'unico suo pensiero era il lavoro e far filar dritto i suoi dipendenti pur di non mettere in pericolo qualsiasi bilancio della sua azienda.
Come disse Minseok, il suo atteggiamento intimoriva chiunque in azienda, era rigoroso ed esigente, non ammetava nessuno sbaglio sugli affari. Ma al di fuori del lavoro era tutt'altra persona, e i pochi amici e famigliari potevano benissimo confermarlo, certo un uomo forte ma di buon cuore.
Era come se in Baekhyun vivessero due persone distinte e separate: l'uomo d'affari e l'uomo dalla vita privata.
Era riuscito a trovare un certo equilibrio tra i due in quegli anni.
Ma con Chanyeol sentiva che esistesse un altro tipo di Baekhyun, quello senza difese. La forma più pura di un essere umano.
"Non dovevi, ti sarà costata tanto e non puoi che un uomo sudicio come me ti sporchi questa meraviglia. Non lo merito." disse in modo scherzoso ma con un pizzico di verità.
Chanyeol scherzava molto sul suo status ma Baekhyun poteva percepire una vena di tristezza e amara.
Non disse nulla, non ne ebbe la forza, ma le azioni, si dice, che parlano più delle parole. Così Baekhyun, pensando che Chanyeol si sbagliasse, prese un'ardua decisione.
Baekhyun pensava che l'uomo meritasse più di una stupida sciarpa in cashmere. Meritava amore, una casa, dei vestiti, una famiglia e un Natale diverso di quello che aveva passato negli anni.
"Alzati."
"C-cosa?"
"Ti ho detto alzati. Tu e Toben venite con me."
"D-dove?" domandò mentre l'uomo si era già voltato per percorrere la strada da dove era venuto.
"Baekhyun?!" chiamò
"Sbrigati!"
Percependo il tono serio che non transigeva a nessun'altra domanda o protesta, Chanyeol non poté far altro che seguirlo insieme a Toben.
Silenziosamente si incamminarono verso l'auto dell'uomo, una . Quando furono davanti all'auto Chanyeol rimase a bocca aperta per la bellezza di quella macchina.
"Baekhyun?"
"Salite." Disse mentre aprì lo sportello.
"No. Cioè non mi pare il caso. Io e Toben la sporcheremo e non ho soldi per ripagarti per un lavaggio."
"Non importa. Non mi importa" insistette.
"Baekhyun perché lo stai facendo? Non dovresti ,neanche, avere nulla a che fare con uno come me. Con un senza tetto...Se è per pietà o compassione sappi che non voglio nulla di questo, non ho scelto questa vita per far pietà alla gente."
"Fermati...Non è nulla di tutto ciò. Perché dovresti pensare questo?" domandò con un tono ferito.
Non sentiva nessun tipo di sentimento descritto dal più grande era tutt'altro. Baekhyun voleva dirglielo ma no li e in quella circostanza.
"Perché...tutti i pranzi, le colazioni..."
"Chanyeol, basta!" disse mentre si avvicinava al più alto "Fidati, non è quello." Appoggiò le mani sulle braccia dell'uomo sperando che con quel contatto potesse sentire che era tutto vero e puro, senza pregiudizio.
"Voglio solo che sali in macchina e non ti preoccupi più di niente."
Quelle parole furono accompagnate con un gesto verso l'auto in modo da invitare Chanyeol a salire.
Chanyeol si arrese e salì in auto facendo attenzione di non toccare nulla oltre al sedile in cui sedeva, almeno non avrebbe sporcato altro. Si sentiva così teso dentro quell'auto che anche Baekhyun poteva sentirlo, ma non disse nulla. L'amministratore delegato guidò verso la sua dimora volendo fare il più presto possibile per spazzare quello stato d'animo dell'uomo sedutogli accanto.
Ma quell'atteggiamento rigido non scomparì quando arrivarono a destinazione.
Quando i grandi occhi catturarono l' imponente villa che gli si parò davanti, sentì la tensione farsi più prepotente e quegli ampliassi ancora di più.
Baekhyun era sceso dall'auto andando ad aprire la portiera a Chanyeol, come un classico gentiluomo.
"Siamo arrivati. Scendi"
Incerto scese dall'auto e continuò a guardare la villa, addobbata da luci natalizie e con una grande ghirlanda con frutti rossi appesa alla porta. Era così catturato da quella immensità che non aveva notato che Baekhyun e Toben adesso erano a suo fianco.
"E' tua? La casa?"
"Si, vieni." Disse prendendo la mano dell'uomo imponendogli di fare dei passi avanti con lui verso casa.
Quando entrarono, Chanyeol mandò giù un groppo per quanto fosse sontuosa la casa all'interno. Tutto gridava ricchezza, cosa a lui sconosciuta.
Ma quello che lo colpì di più non era l'arredo o i vari oggetti ma il calore che invadeva quella casa. Un calore così famigliare ma allo stesso tempo estranio al senzatetto.
"Rilassati Chanyeol, fai come se..." Baekhyun tagliò la frase ancora prima di finirla rendendosi conto che magari avrebbe offeso il più grande.
"come se fosse casa tua, da quant'è che Chanyeol non ha una casa?" Si domandò.
"Accomodati pure sul divano. Io vado a farti qualcosa di caldo"
Chanyeol fu lasciato per qualche mezz'ora da solo in quell'enorme salone, osservandosi attorno e studiando l'ambiente. Si chiese quanto tempo ci avrebbe messo Baehyun sembrava quasi una vita da quando era andato.
I suoi occhi catturarono delle cornici all'interno di una vetrina. Un Baekhyun piccolo insieme a una donna e un uomo. Una foto di Baekhyun alla laurea con le stesse persone un po' più grandi e un'altra con un ragazzo che assomigliava terribilmente il CEO.
Chanyeol dedusse che doveva essere la sua famiglia.
Ad un tratto Chanyeol sentì l'ansia salire, si domandò se i genitori di Baekhyun fosse qui e cosa avrebbero detto se avessero visto un pezzente dentro la loro casa. Magari lo avrebbero preso per un delinquente pronto a rubare qualcosa di prezioso.
A quel pensiero si allontanò come se si fosse bruciato, tornano subito seduto sul divano.
"Scusa se ci ho messo molto tempo. Ecco, spero che ti piaccia la cioccolata calda."
Baekhyun entrò nel salone con un grande sorriso, porgendo la tazza di cioccolata a Chanyeol.
"Grazie"
Chanyeol portò la tazza verso le labbra carnose che Baekhyun si ritrovò a fissare, soprattutto quando quelle meravigliose labbra si erano imbrattate di cioccolato.
"H-ho qualcosa che non va?" domandò il più grande quando notò lo sguardo fisso di Baekhyun su di lui.
"O-oh no, solo un po' di cioccolato sul labbro"
A quelle parole Chanyeol posò la tazza sul tavolino di fronte e si affrettò a portare il pollice sulle sue labbra e cancellò la macchia, pulendolo poi sui suoi pantaloni usurati.
Un azione spontanea che fece bloccare il più grande realizzando che non era in strada ma in casa di Baekhyun.
"M-mi dispiace..." mormorò dandosi dello zoticone.
"Non preoccuparti" rispose il CEO lasciando andare un piccola risata a cui Chanyeol si ritrovò ad arrossire.
"A proposito, ho preparato un bagno caldo e tutto l'occorrente per metterti a tuo agio in bagno. Prenditela comoda...Appena hai fatto ceneremo."
"Baekhyun..."
"Chanyeol sai non permetto neanche ai miei dipendenti di opporsi alle mie decisioni, quindi se hai intenzione di farlo ti consiglio di no." Disse scherzosamente cercando di tenere un tono serio.
Chanyeol non poté altro che alzare in segno di arresa, stringendo le labbra per evitare di sorridere.
Così un lungo bagno caldo, pieno di bolle invase il corpo di Chanyeol. Appoggiò la fronte sul bordo della vasca e si rilassò.
Pensò che era da un po' di tempo che avesse avuto un bagno vero e proprio, si ritrovò a sorridere per quanto fosse un po' assurda ai suoi occhi la situazione. Non avrebbe mai detto che un uomo come Baekhyun lo avesse invitato a casa sua ad offrirgli un bagno caldo e una cena, soprattutto non in un giorno come quello.
La vigilia di Natale.
Quando finì, indossò gli abiti che gli diede il più piccolo e si guardò allo specchio un po' scettico ma divertito. Si affrettò a raggiungere Baekhyun, non trovandolo nel salone dove si erano lasciati ma dei rumori attirarono la sua attenzione.
Segui da dove provenissero i rumori, scoprendo che era la cucina. Lì trovò Baekhyun cambiato in un maglione bianco e un jeans chiaro, tutto un po' sottosopra qualche padella qua e la e lui intendo a dare la sua attenzione Toben regalandogli meravigliosi sorrisi.
Quando Baekhyun si accorse della presenza del più grande lo guardo per qualche secondo cercando di non ridere.
"Non provarci Baekhyun"
"Non pos-" una fragorosa risata esplose all'interno della cucina mentre Chanyeol guardava la piccola figura un po' indispettito .
"Hai finito?"
"S-si...si..." continuò a ridere.
"Baekhyun se non la smetti vado a rimettermi i miei luridi vestiti."
"Ok, va bene..." asciugò le lacrime mentre cercava di ricomporsi "Scusa. Dai vieni" disse mentre gli passò accanto per potarlo in un'altra stanza.
"Sei stato tu a darmi questi..." mormorò il più grande.
"Sei adorabile" urlò Baekhyun continuando a ridere.
La cena fu tranquilla, qualche chiacchiera per smorzare il silenzio, qualche sorriso di imbarazzo qua e là, e sguardi penetranti .
Chanyeol non credeva che Baekhyun fosse capace di mettere su una cena così su due piedi, ma invece ne fu del tutto in grado. Si era domandato come mai in casa non ci fosse nessuno e le risposte gli vennero date. Baekhyun viveva da solo, gli uomini e le donne di servizio erano state congedate per quelle feste. I signori Byun erano fuori per quelle vacanze, e il fratello era a cena dai suoceri.
"Non è triste passare le feste da solo?" domandò il più grande.
Si erano spostati in salone, dove un grandissimo albero di Natale sti ergeva in tutto il suo splendore, pieno di piccole luci che illuminavano la stanza rendendo insieme al camino accesso un atmosfera suggestiva e incantevole.
Baekhyun posò il bicchiere di vino rosso che aveva tra le mani e si voltò completamente verso Chanyeol.
"No. Perché non sono solo. Ci sei tu qui, no?"
"Si, ma è diverso passarlo con le persone che ami. Credo..."
Erano molti i Natali che Chanyeol non passava con le persone che amava, la morte della sua famiglia.
"Chanyeol credi a Babbo Natale?"
"Come?"
"Si sai quell'omone tanto buono che porta i regali ai bambini buoni."
"Ho smesso di credere in quell'uomo da anni" disse con una nota di tristezza.
Baekhyun non disse nulla aspettando che il più grande continuasse, si guardarono negli occhi e il più grande sospirò.
"Quando persi i miei genitori rimasi solo, a quell'epoca avevo diciasette anni . Ero un bambinone nonostante l'età, amavo ridere, scherzare e gioire anche per la più minima cosa. Ma tutto quello venne spezzato via da una notte tragica. Era fine novembre, avevo appena compiuto gli anni qualche giorno prima quando i miei rimasero uccisi in un tragico incidente."
Il più alto smise di parlare per un attimo e si accomodò meglio sul divano, appoggiando la testa sulla morbida spalliera puntando lo sguardo verso il tetto. Non sapeva perché stesse raccontando quell'evento a Baekhyun ma sentiva di farlo.
"Mi dispiace." Con voce morbida Baekhyun chiamò l'attenzione di Chanyeol che voltò il capo puntando gli occhi su quelli del più piccolo.
"Non esserlo."
"Chanyeol non devi dirmi se..."
"Voglio Baekhyun. Mi hai chiesto perché non credessi a Babbo Natale e questo è il motivo. Non essendo maggiorenne fui affidato ai miei zii, odiosi, e ancora più odiosi erano i loro figli. In quei giorni vidi le pene dell'inferno, se così posso definirle. Per loro ero nessuno, un peso. Quando arrivò Natale, la notte pregai tanto a quel grasso e simpaticone uomo di riportarmi i miei genitori. Mi mancavano così tanto che domandai a Babbo Natale di farmi questo regalo, di averli sorridenti il mattino dopo e tra le mie braccia. Ma ovviamente non fu così..." mormorò le ultime parole balbettandole per via del groppo che si era formato.
Si voltò di nuovo il volto verso Baekhyun e una grossa lacrima scivolò lungo la guancia. A quella vista Baekhyun non si trattenne e tirò Chanyeol tra le sue braccia.
Lo strinse a sé, accarezzandogli i capelli amorevolmente e mormorando dolci parole di conforto. Rimasero così per un po' finchè Chanyeol non si calmò.
Baekhyun trovò strano come un grande uomo come Chanyeol, che lo aveva visto sempre positivo e sorridente, fosse fragile come qualsiasi altro uomo.
"Dopo qualche giorno..." riprese a parlare "lasciai quella casa e mi ritrovai a vivere la vita che vivo adesso. Questa è la mia triste storia"
Baekhyun lo guardò negli occhi, sprofondandoci, tenendolo ancora stretto nel suo abbraccio. Chanyeol notò che gli occhi del più piccolo si ammorbidirono e si riempirono di qualcosa che non aveva visto da anni.
Amore..
"Sai Chanyeol..." bisbigliò come se stesse per dire un segreto "Io credo a Babbo Natale, ci credo perché oggi mi ha donato qualcosa di davvero prezioso."
"Mh? Davvero?"
"Si. L'ho desiderato dalla prima volta che lo vidi, desideravo di averlo, di prendermi cura di lui, di dargli un posto caldo e accogliente. E cosa molto più importante desideravo di avere l'opportunità di amarlo."
"Quindi lo hai avuto?"
"Si, Chanyeol. Ti ho qui con me dentro la mia casa, tra le mie braccia. Voglio amarti Chanyeol."
Chanyeol non aveva più bisogno di sentire altro da quelle labbra, perché l'unica cosa che adesso voleva era sentire quelle labbra sulle sue.
Si baciarono lentamente, molto lentamente, lasciandosi trasportare dall'emozione che quella dichiarazione aveva creato. Amarono le labbra dell'un l'altro come se fosse la cosa più dolce che avessero mai assaggiato in tutta la loro vita.
Quando si staccarono continuarono a guardarsi negli occhi, adesso un po' lucidi per l'emozioni vissute.
"Continua a non credere a Babbo Natale?" domandò mentre accarezzava amorevolmente il volto di Chanyeol.
"No. Continuo a non credere a Babbo Natale. Ma credo in te Baekhyun."

White ChristmasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora