04 -2006

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escono di casa, lui e i bambini, ora sono cresciuti. la più grande ha undici anni e cammina a fianco al padre in silenzio, sorridendo. gli altri due stanno dietro, la più piccola aumenta il passo e lo supera, lui guarda dritto e le passa avanti. partono delle occhiatacce e continuano così fino a superare il padre e la sorella. lui gli riprende e loro tornano indietro. arrivati al bosco l'uomo segna dei bersagli sui tronchi degli alberi a più di sette metri da loro. si allenano come tutti i giorni. la più piccola non fa più di sei punti. il fratello ottiene il massimo due volte su dieci e l'undicenne non ottiene meno di sette. il bambino è molto più alto, ha nove anni. tiene la mascella serrata e si concentra sulla mira. la più piccola più tenta e più si innervosisce. il padre la guarda e si avvicina. le sussurra il suo nome, C. lei stringe i pugni e urla nella sua testa di non rispondere. odia i diminutivi, come il fatto che ogni cacciatore di lupi mannari lo debba avere. non vuole essere come la vogliono i suoi genitori. ogni volta che sente quella lettera vorrebbe urlare dalla rabbia, ma si contiene. perché sa le conseguenza di quell'azione. così fissa il bersaglio e lo ascolta senza dire una parola. lui guarda la sorella, Alba, con la coda dell'occhio e marca bene le parole "stai facendo schifo". il suo tono secco, freddo come ghiaccio, appicca un incendio nel suo petto e il norvoso muta in rabbia. lui le fa notare quanto sia indietro rispetto agli altri. le toglie i pugnali dalle mani, se li passa uno alla volta e gli lancia di scatto tutti al centro del bersaglio, gli guarda e parla alla bambina, annoiato e con un tono di disprezzo. gli dice di tornare a casa, che sta solo perdendo tempo e non sa fare un cazzo. l'incendio divampa. lei si gira e alza la voce: gli dice di smetterla di trattarla come spazzatura, che ci sta provando e che alla sua età Alba e Benjiamin neanche sapevano tenete una pistola in mano. la voce si alza e con il viso rosso dal nervoso urla che si deve accontentare di quel punteggio perché è il massimo per ora. il padre si gira e la guarda. sembra calmo, Cara continua parlare mentre i bambini la guardano, la sorella fa un passo indietro, il fratello gira la testa e guarda altrove. al padre non interessa che abbia sette anni, prende una busta di plastica da terra, rovescia il contenuto e prende la testa della bambina. la stringe forte al collo e la soffoca. dopo sette lunghissimi secondi perde conoscenza e sviene a terra. il padre le lega le mani e i piedi con una fune e raccoglie tutti i pugnali. prende con sé gli altri due bambini e se li riporta a casa. Alba si gira ogni tanto mentre cammina e la guarda, trattiene una risata. pensa che sia stata stupida a rispondere così ad un genitore, lei non lo avrebbe mai fatto, ama i suoi genitori e vorrebbe essere come loro. il fratello, al contrario, gli vorrebbe morti.
Cara rimane per ore immobile finché non si sveglia di notte, si toglie la busta dalla testa e tossisce. si guarda intorno ma è totalmente buio, non ha armi con sé e la corda la stringe forte. tenta di togliere coi denti quella ai polsi e dimena forte le mani. non riesce, così snoda quelle alle caviglie, si alza e passa vicino agli alberi. cerca il muschio alle radici e va verso nord. mezz'ora dopo arriva a casa sua e bussa al portone più volte ma nessuno risponde, allora suona il campanello e la madre si affaccia a
guardarla, sorride e la saluta con la mano. Cara si contiene con tutta se stessa di stare zitta e non guardarla male. la madre rientra in casa, si sentono dei rumori dal cancello a lato del giardino. si distingue un forte ringhio e degli abbai. sgrana gli occhi. si gira di scatto e inizia a correre veloce. attraversa la strada tra le macchine e corre il più rapidamente possibile nel parco verso il bosco. il cancello si apre, un dobermann esce sbattendo il cancello contro la parete e segue l'odore della bambina. in breve tempo arriva correndo a neanche cinquanta metri da lei. continua a correre più che può, le gambe le dicono di fermarsi ma lei non si da sosta. l'unica cosa che riesce a vede al buio è un pozzo da lontano, così ci si fionda davanti, si arrampica senza fiato e si butta senza pensarci due volte. la scelta era una sola, le conseguenze di una qualsiasi altra decisione sarebbero state dolorose. il cane salta sul pozzo e si ferma ad annusare l'aria. l'odore si ferma lì, guarda l'acqua e abbaia forte. Cara prende un respiro profondo e si immerge, nuota il più in giù possibile. non ha più aria, la busta, la corsa e ora l'acqua. sente la testa scoppiare e non vede altro che oscurità totale. il cane continua ad abbaiare, non vede altro che acqua, perciò scende a terra e torna indietro. la bambina inizia a bere, non sa se il cane è ancora lì fuori, è disarmata e non riesce a ragionare. così quando le pare di non poter più resistere torna in superficie e respira con foga. si tiene a galla alle pareti e sputa acqua. guarda in alto e tossisce forte. non capisce quanto possa essere profondo il pozzo, ma visto dai miei occhi direi che ci siano come minimo cinque metri tra lei e la superficie. ora non è totalmente scuro, dall'alto proviene un po' di luce ma niente di riconoscibile, così tocca la parete con le mani e sorride sentendo i mattoni. se fosse liscia non ci sarebbe stato modo di salire. così si guarda il nodo ai polsi e mugola dal nervoso. prende un nodo con i denti e lo tira forte verso di sé, ma niente: sembra peggiorare. è gennaio e l'acqua è gelata. il corpo le inizia a tremare e i denti sbattono su se stessi. la notte passa, un po' a cercare di snodare la corda e un po' a mordersi le guance per non far sbattere i denti. cambio visuale, vado a vedere a casa sua che succede. niente di insolito, i genitori non sembra abbiano intenzione di andarla a cercare. dopo mezza giornata vado da lei. si sente la tempia con una mano: è bollente e ha il viso pallido. cerca di tenere gli occhi aperti, prova a slegarsi nuovamente per non cedere al sonno. finalmente riesce e liberare le funi. così si tocca i polsi, i segni sono grandi ed evidenti, le fanno male e le hanno persino fermato la circolazione del sangue alle mani, quindi le ci vuole molto tempo prima di riuscire a muoverle per bene. il sole sta per tramontare, così approfitta della luce per guardare le mattonelle e pensare da dove salire. si aggrappa e cerca di tirarsi su ma cade in acqua per la debolezza. ritenta ancora, ma niente. continua così per ore e il massimo che riesce a fare è salire di mezzo metro. così beve l'acqua dolce mentre le brontola lo stomaco per la fame. chiude gli occhi e si concentra. stringe i denti e ci riprova. ora sale, e sale ancora. arriva anche a due metri dopo la quinta volta che ritenta, ma poi facendo un passo più avanti gira la testa e guarda sotto. la vista le si appanna e le mani scivolano dalla parete. cade in acqua e urla dalla rabbia. passa così la seconda notte e ancora nessuno la va ad aiutare. rimane lì, con la testa appoggiata al muro e gli occhi socchiusi. il sonno prende possesso di lei. rimane immobile per ore. il suo corpo brucia dalla febbre. durante il sonno muove un po' la testa e le cade la testa in acqua svegliandosi di colpo. alza lo guardo e vede la luce del sole, così decide di ritentare. beve dell'altro e va a avanti passo per passo, tiene ben salda la presa e aumenta il passo. arriva a quattro metri senza guardare di sotto dopo una decina di tentativi. inizia a tossire di scatto, cade di nuovo e il catarro le irrita la gola. se la tiene con le mani e la tosse aumenta senza lasciarle aria.
appena si sente meglio riprova, un metro alla volta, appoggia le braccia al bordo e si tira su stringendo i denti con forza. i muscoli del suo corpo la abbandonano, così si stende a terra. un uomo la vede da lontano e corre da lei, capisco che la conosce perché la chiama per nome. la tua si e la stringe tra le sue braccia scuotendola piano per svegliarla mentre i suoi occhi si stanno chiudendo. lui le preme le labbra sulla tempia e la sente in fiamme. vuole portarla in ospedale di corsa. non sa perché sia in questo stato ma la sua famiglia per lavoro. così si fionda alla macchina e la fa sedere davanti allacciandola alla cintura di sicurezza. parte in strada e si gira ogni tanto a guardarla. cerca di tenerla sveglia con delle domande, ma lei non risponde. lui ha un tono rassicurante e preoccupato. parcheggia fuori dal pronto soccorso e la prende in braccio. entra di fretta e chiama gli infermieri. la soccorrono con una barella e l'aiutano a respirare con un ultrabreathe. corrono verso la sala e l'uomo rimane lì a guardarla entrare. anche lui ha una figlia, con un anno in più di lei. continua a guardare quella stanza senza sapere cosa accade al suo interno. Cara ha la febbre a 40, la pressione bassa, è denutrita e con il battito debole. i medici cercano in tutti i modi di tenerla in vita.

the demon Zoe.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora