✧«~𝕀𝕝 𝕞𝕚𝕠 𝕞𝕠𝕟𝕕𝕠 𝔻𝕀𝕊𝔸𝔾𝕀𝕆𝕊𝕆~»✧ (𝕆ℂ'𝕤 𝕤𝕥𝕠𝕣𝕚𝕖𝕤)

•°Sei il mio sogno più bello°•

! ATTENZIONE !

Questo capitolo è una One-shot Yaoi smut sulla HEROTY, perciò leggete a vostro rischio e discapito (tanto so che nessuno di voi non leggerà). Buono sclero :D

BIP

Le vampate calde gli ustionavano la pelle, sulle sue orbite vi si specchiavano le lingue di fuoco gialle e arancio dall'aria così fredda che difficilmente le si poteva intender fiamme. Il piccolo demone sostava al centro di quel cerchio ristretto ormai sua prigione, un nodo gli si stava formando in gola. Il corpo tremava incontrollabile, mentre che attendeva l'ennesima svolta di quell'orribile situazione.

«É colpa tua»

«Dovevi sparire come ti era stato detto»

«Ora subisci le conseguenze delle tue azioni...».

Alzò lo sguardo stranito, girando la nuca a scatti nella speranza di scorgere le fonti di quelle orribili voci, una più acuta e straziante dell'altra.

«...Sei un errore».

«Non dovevi esistere».

«Mostro indegno, tu non meriti di vivere...».

Sentì gli angoli degli occhi pizzicargli, la vista offuscarsi e il fiato diminuire sempre di più, anche quello non era un suo diritto.

«...Nessuno ti vuole».

«Nessuno ti ama».

«Sei stato abbandonato ad un destino che non ti appartiene!».

Portò le piccole manine alle orecchie, stringendosi la nuca e serrando gli occhi da cui sgorgavano gemme salate. Quelle voci si ripetevano come dischi rotti, sempre più distorte e opprimenti. Il castano desiderava porre fine a quello strazio, avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di ottenere un po' di pace.

«Basta...! Vi supplico...! BASTA!! BASTA!!» Gridò esasperato, poggiando io viso contro le gambe.

Una mano gli accarezzò delicata alcuni ciuffi castani, girando intorno a suo corpo minuto. Con un dito tracciava irregolari linee sulla sua schiena, ridacchiando impercettibilmente.

«Oh Hero...tu non avrai mai pace» Disse la figura, assestando una coltellata nella sua schiena.

[...]

Un urlo sordo spezzò la tranquillità di quella notte. Hero si mise a sedere di scatto sul suo letto, la fronte imperlata di sudore. Il cuore gli esplodeva nel petto, nella sua testa continuava ad udire quelle voci distorte. Inalò grandi boccate d'aria due, tre, quattro volte; ma di calmarsi non sentiva ragioni. Strisciò le gambe fino a farle scontrare con l'addome, così da poter incastonare il suo viso con le ginocchia coperte dell'enorme felpa a maniche lunghe che gli faceva da pigiama.

«S-scusatemi...scusate...scusate...i-io...i-io...» Ripeté con tono tremante, stringendo sé stesso in un abbraccio.

Ma vi fu qualcun'altro ad abbracciarlo, qualcuno la cui pelle era stata estrapolata dalla notte stessa. Il demone più grande lo prese in braccio, accarezzandogli la schiena percorsa dai singhiozzi mentre che lo portava nella sua stanza. L'unica fonte di luce era la grande finestra quadrata sulla parete destra, un oblò nel cielo da cui la Luca si ci specchiava.