Capitolo II

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- Che cosa facciamo signore?! - esclamò il cuoco della Walrus, terrorizzato. Quelle vele di tenebra si avvicinavano a vista d'occhio...erano già a meno di un kilometro di distanza e nessuno dei marinai della nave di Flint sapeva cosa fare; pure Flint stesso, temerario e senza paura come se ne era sempre parlato, era inerme di fronte a quella scena agghiacciante.
Non riusciva a capacitarsene: "Come diavolo è possibile?? Un veliero che segue le onde di una tempesta senza essere rovesciata dalla furia del vento?" continuava a domandarsi nella sua mente, mentre i suoi occhi cristallini erano puntati sulla nave in avvicinamento.

500 metri ... 300 metri ... 100 metri ...
In meno di un'ora, la misteriosa nave nera li aveva raggiunti. La tempesta infuriava ancora sopra le sue vele, ma era una tempesta che mai nessuno aveva visto prima: nel momento in cui il veliero aveva affiancato la Walrus, il vento e la pioggia non scalfivano il legno della nave, neppure la pelle o i vestiti degli uomini. Le onde danzavano alte contro le due navi, ma nessuna delle due oscillava agli scontri con esse. Il vento ululava e soffiava forte, ma nessuno degli uomini si aggrappava per poter rimanere in piedi. Cosa significava tutto questo?

- Ci ha raggiunti ... - disse solamente John Silver, che era al fianco del capitano. Senza rispondere, James osservava solamente la nave, e le parole gli si fermavano sempre di più in gola. - Impossibile ... - riuscì solamente a sussurrare. Il resto della ciurma guardò nella direzione della nave sconosciuta per vederla più da vicino, e il silenzio calò su tutto il mare.

La nebbia si diradò con un profondo ronzio, mentre le onde si calmavano e le nuvole scure si diradavano nel cielo, mostrando quel veliero in tutto il suo terrore: un galeone da guerra a tre alberi, rivestito totalmente in vernice nera, con le vele lacerate e rotte tutte spiegate. Il legno della chiglia era anch'esso forato e colmo di falle in molti punti, tra cui era possibile vederne lo scheletro e le travi che sostenevano la nave. Pareva una nave morta, un relitto che galleggiava sul mare, come una nave fantasma.
Nessun uomo si vedeva sui ponti, nemmeno al timone. - È davvero una nave fantasma? - domandò quasi tra sé e sé Gates, e Flint lo guardò per qualche istante. Se fosse stata davvero una nave fantasma, cosa avrebbero dovuto fare loro?
- Dovremmo salire e vedere se c'è qualcuno. - disse il giovane Billy Bones; - Certo che c'è qualcuno sopra, razza di idiota! Altrimenti come pensi sia giunta sin qui?! - lo rimproverò Gates, dandogli una pacca offensiva sulla spalla. Il ragazzo lo guardò offeso ma poi si rivolse al capitano, come per attendere una risposta anche da lui. Ma James non sapeva che dire, né che pensare. In tutti i suoi anni da pirata e da marinaio, non aveva mai assistito ad un evento del genere.
Lui era a conoscenza di molte delle grandi leggende dei mari, e non negava che molte di esse potessero essere vere, ma mai si sarebbe aspettato di imbattersi in una di queste.
- Mi avvicino al ponte principale, voi rimanete qui. - ordinò spezzando il silenzio tombale che si era creato, ed estraendo la spada cominciò a muoversi in direzione della nave.
Le due navi erano talmente vicine che gli bastò un balzo per raggiungere il bordo destro del galeone, il quale pareva deserto come un cimitero. Avanzando lentamente e con tutti i sensi in massima allerta, Flint si guardava intorno, sempre aspettandosi il peggio.

Fu un secondo.

La lama della spada di Flint era incrociata con una seconda spada, la quale spingeva con forza per sbilanciare il capitano dalla sua posizione difensiva. James era stato abbastanza lesto da accorgersene in tempo, ed era riuscito a proteggersi da quell'attacco alle spalle, ma da dove era sbucato? - Ma che diavolo?! - esclamò, guardando chi tentava di ucciderlo.
Con grande sorpresa, vide davanti a sé una figura oscura e snella. I vestiti neri coprivano ogni parte del corpo dello sconosciuto e persino i capelli corvini ne coprivano il volto, in modo da rendere quasi impossibile la distinzione dei lineamenti; nonostante l'esiguità corporea di quella figura, la forza che metteva nella spada dimostrava tutto il contrario. Il capitano a fatica riusciva a contrastarne l'offensiva, ma dopo lunghi secondi di resistenza, riuscì a scostarsi di lato e a puntare minaccioso la punta della spada contro il nemico, il quale fece la stessa cosa.
Ricalò il silenzio, e i due combattenti rimanevano immobili, osservati da tutta la ciurma della Walrus attonita. - Chi sei? - ringhiò il capitano Flint, fissando lo sconosciuto, e una voce feroce ma melodica riecheggiò nell'aria: - Chi sei tu, piuttosto? -
"Una donna?" pensò James, stupito, e guardò meglio il volto di quell'individuo, e rimase quasi sconvolto: due occhi rossi come il sangue e ardenti come le fiamme dell'Inferno lo fissavano, ma questi occhi infernali erano contornati da delicati lineamenti femminili, sinuosi e morbidi. Le labbra rosee erano serrate in un'espressione adirata mentre le lentiggini sul naso alleviavano il senso di inquietudine che ella emanava. I lunghi capelli neri, per metà divisi in dreadlocks alcuni isolati alcuni raccolti in treccine, erano adornati di anellini d'argento e ferro ed erano raccolti in una mezzacoda morbida che le faceva ricadere dei ciuffi sul viso, in parte oscurandolo.
Una figura davvero agghiacciante, ma interessante nel contempo. E questo lato aveva proprio catturato l'interesse del capitano, il quale rispose: - Non voglio farti del male, donna, ma voglio sapere chi sei e cosa ci fai su una nave terrificante come questa, giunta sino a noi cavalcando le onde di una tempesta. -

- Io sono il capitano di questa nave, la Cerberus, ed il mio nome è Aegon. -

Death's SailsWhere stories live. Discover now