Capitolo IV

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- Erk? - domandò Eleanor, collegando questo nome a nessuno che ella conoscesse.
- Sì, mi hai sentito. - ribadì Aegon - Erk Forenger. È questo il suo nome. Le mie fonti mi hanno condotto qui e io devo trovare quell'uomo, a tutti i costi. -
- Non conosco nessuno che corrisponda a questo nome. Come fai ad esserne sicura? - chiese Flint, pensando nel mentre a chi potesse avere un simil nome; nemmeno lui, in tutta la sua vita, aveva mai sentito parlare di questo Erk. Forse, si trattava di uno dei tanti commercianti di Nassau, o forse era uno dei proprietari di qualche locale ... tuttavia, Nassau era piccola e sia lui che la Guthrie conoscevano praticamente tutti. Era difficile che qualcuno sfuggisse alla loro lunga lista di conoscenze, quindi, di chi si trattava?

- Sono sicura che si trovi su quest'isola, maledizione! - imprecò la donna, sferrando un pugno sulla scrivania. Con grande sorpresa, James vide il suo quartiermastro sguainare la spada, portandola contro Aegon ed esclamando rabbioso: - Ok adesso basta!! Sin da quando ci hai incrociati in mare aperto non hai fatto altro che minacciare per ottenere ciò che desideri. Ora ... se vuoi sapere dove si trova Erk, tu dovrai dirci che cosa vuoi da lui e perché lo stai cercando! - detto ciò, Billy si sentì sulle spalle lo sguardo pesante del suo capitano, il quale lo prese da parte per un momento e gli sussurrò: - Tu sai chi è questo Erk? -
- No. - rispose Billy - Però è un modo per comprendere che cosa sta succedendo, e quando ci avrà detto tutto constateremo se bisognerà veramente trovare questo tizio o no. A me è venuto in mente solo questo per poter uscire da questa confusione. -, ascoltando attentamente, Flint non vide altra soluzione migliore, per cui, affiancandolo ripeté l'ordine di Billy alla donna, la quale era rimasta immobile senza sguainare la spada a sua volta.
- D'accordo, dopotutto ... mi avete portato qui fidandovi ciecamente, quando invece potevate ingaggiare battaglia. Avete il diritto di sapere. Molto bene ... allora vi racconterò tutto. - sedendosi con aria stanca sul divanetto di fronte alla scrivania di Eleanor, Aegon iniziò a raccontare la sua storia, che pareva più un mito:

- Ventitré anni fa io, mio fratello minore ed i miei genitori, insieme al mio equipaggio, ci stavamo dirigendo verso le Americhe con la Cerberus, anche allora il più potente galeone da guerra mai esistito tra i pirati. La mia famiglia ha dato il via a questo stile di vita sin da quando eravamo piccoli a causa di uno spiacevole evento, ed io ero stata nominata 'capitano' della nave.
Un giorno ci imbattemmo in una tempesta talmente violenta che la nostra nave si rovesciò in mare. I miei genitori morirono annegati lontano da me, ed io stavo per fare la stessa fine tentando di salvare mio fratello; mi avvicinavo sempre di più al fondale, intorno a me vedevo i pezzi della nave galleggiarmi intorno, anche loro trascinati verso l'abisso, così come gli uomini dell'equipaggio e le merci che trasportavamo. L'oscurità mi stava avvolgendo, ma ancora stringevo tra le mie braccia mio fratello John nella speranza di sopravvivere, in qualche modo. Fu allora che vidi davanti a me, a pochi metri di distanza, una figura femminile che danzava sinuosa tra le acque gelide di quel fondale. Si avvicinò a me e io riuscii a vederla meglio, anche se ancora in modo sbiadito: era una donna dalla pelle bianchissima e dai capelli corvini raccolti in larghe trecce. Gli occhi neri e vuoti mi guardavano mentre un sorriso che mostrava dei denti giallognoli era puntato su di me, e dopo sentii la sua voce "Che delizia! Due giovani indifesi che giacciono sul fondo del mare in mezzo ad una tempesta ... non mi sarei mai aspettata un sacrificio simile oggi." nella mia mente mi chiesi chi fosse e lei, come leggendo i miei pensieri, rispose prontamente "Io sono Sarah, mia cara, la dea del mare. Benvenuta nel mio Regno.". In quel momento, pensai solamente ad una cosa prima di perdere i sensi ... una cosa soltanto, che tramutai in un desiderio per lei "Salvaci, salva almeno mio fratello John e io saprò ripagarti.", dopodiché non sentii più nulla, e persi i sensi.
Poco dopo, mi svegliai in una grande caverna illuminata solo da qualche candela sparsa qua e là. Vidi Sarah davanti ai miei occhi che mi osservava con quel sorriso terrificante in volto, e poi la sentii parlare di nuovo "In cambio della vostra salvezza, ho solo una cosa da chiederti, mia cara: voglio che mi porti il cuore ancora pulsante di Erk Forenger, capitano del galeone Andròmaca, uomo spregevole che ha osato tradire il mio amore."
"Dove si trova mio fratello?!" le avevo chiesto allora. Non era accanto a me, né si trovava in quella caverna. Sarah, ridendo tra sé e sé, mi rispose che John era sano e salvo, e che si trovava a casa.
"Se adempirai a questo compito, sarai libera per il resto dei tuoi giorni." concluse. Allora io non capii cosa intendesse con "libera", poiché già ero stata salvata. Ma poi ... - ed Aegon si alzò dal divano, allontanandosi dagli altri presenti. Afferrando la sua spada, se la puntò al petto e, sotto gli occhi esterrefatti di tutti, se la conficcò nello stomaco, facendo calare il silenzio nella stanza; James non comprendeva il senso di tale gesto, ma rimase ancora più sconvolto quando vide che Aegon non aveva minimamente reagito a tale ferita. Non era caduta sotto tale colpo, né aveva gridato dal dolore; estraendo la spada impregnata del suo sangue, la donna guardò uno ad uno i suoi interlocutori negli occhi e proseguì a raccontare: - Ma poi scoprii che mi aveva preso in pugno. La morte mi rivela per ciò che sono. Siamo una ciurma maledetta, non possiamo morire per cui non siamo morti, ma non siamo nemmeno vivi. Mi aveva trasformato in un mostro al suo comando, e aveva coinvolto anche i miei uomini: ora non mi rimaneva altra scelta se non accettare il mio destino.
Devo trovare Erk e strappargli quel maledetto cuore dal petto, e portarlo a Sarah ed essere finalmente libera da questa maledizione.
In caso contrario, rimarrò per sempre ciò che sono ora. -.

Alla fine del racconto, nessuno di coloro che l'avevano ascoltato riusciva a commentare. Pareva più la narrazione di una leggenda che di una storia vera ... eppure, Aegon non era morta dopo essersi ferita con la sua spada. Questa era una prova certa che Sarah la teneva davvero sotto il suo controllo, e se era così doveva davvero trovare questo tizio di nome Erk per potersi liberare.
Provando a scrollarsi di dosso la tensione per ciò che aveva sentito, Flint la guardò per qualche istante e poi le disse: - E come sei certa del fatto che Sarah ti liberi, una volta ottenuto il cuore di Erk? -
- Ho questo. - ed Aegon protese la mano verso di lui, facendosi il risvolto alla manica del cappotto e della camicia: un simbolo nero era impresso sul braccio destro della donna, raffigurante due cerchi concentrici, uno contenente l'altro, tagliati al centro da una lunga linea nera. - Questo è il simbolo della promessa di Sarah. Non può esimersi dal patto. -

Adesso, Flint e i suoi compagni si trovavano davanti a un bivio: aiutare Aegon a trovare questo tanto ricercato Erk Forenger, oppure rischiare le conseguenze della furia di Aegon stessa e del suo equipaggio per averle mentito sul fatto ci conoscerlo.
Che cosa avrebbe dovuto fare?
Addentrarsi in una nuova pericolosa avventura senza un lieto fine certo, oppure, ingaggiare una feroce guerra contro un esercito di non morti?

Death's SailsWhere stories live. Discover now