Capitolo 4

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Nella vita bisogna prendere delle decisioni. Io ho fatto la mia.

L'anno scorso scopri di avere una leucemia. Colpo durissimo per me e per la mia famiglia. Un colpo durissimo che subito  iniziò a prendersi un piccola parte di me finché arriverà un giorno in cui non ci sarà più nulla da prendere.
Da quel momento la mia vita era cambiata . Oramai ero diventata una   Diciottenne leucemica e ciò mi fece entrare in un primo momento in una grande depressione.
Finì col abbandonare la scuola quindi perché non aveva senso continuare per me.
Ma la vita è così e io mi accontento dei numeri di giorni che ho.
Iniziai a ripetermi queste parole quando uscì dal tunnel buio.
Ora L'ho accettato. Ci convivo. Non soffro e di sicuro non aspetto la morte.Vivo . E quando sarà la
Mia ora... ok sarò pronta ma.. niente cure.
No. Quelle non le accetto, non voglio.
Non mi fa paura la morte.

Ora Continuo a vivere normalmente.
Continuo a essere la Hanna di sempre. Tutti mi stanno vicini e sanno quanto ora è importante per me vivere come una persona normale cosa che non riuscivo a fare   L'anno scorso .
La Hanna che legge le pagine della nostra vita ogni Natale.
La Hanna che canta sotto la doccia.
La Hanna che aiuta gli altri perché aiutare se stessa le risulta difficile.

Finisco di strappare le ultime erbacce nel piccolo giardinetto dietro la chiesa del mio quartiere.
È un chiesa molto antica caratterizzata da molte crepe per l'ultimo terremoto e una vernice bianca che svanisce in alcuni punti dove si vedono mattoni anch'essi marchiati dal tempo.

Mi piace aiutare la fondazione della chiesa per le persone.
Non lo faccio per un concetto di apparenza.
Lo faccio solo per i ragazzi e gli adulti che vengono qui in difficoltà.
A volte vogliono solo scambiare qualche parola come gli anziani che non hanno più un marito o una moglie e i figli sono lontani.

Come biasimarli. È solamente un quartiere sperduto al mondo.

Lo faccio quindi per qualcuno questo volontariato.
Non cerco di certo la grazia di chissà quale Dio, anche perché non sono una credente.
Buffo vero? Una non credente che fa del volontariato per la parrocchia del quartiere che aiuta gli altri perché non riesce a farlo per se stessa. Come aiuto me stessa?

Continuo il mio lavoro ma MariaElena, anch'essa una volontaria della parrocchia si avvicina.
Conosco quell'espressione.
La Conosco benissimo,anzi .
MariaElena è una donna paffutella con gli occhi a mandorla e capelli rigorosamente tinti di un giallo cenere .
Ha perso  suo figlio  circa due anni fa. Gabriele stato un soldato, un gran soldato. Da allora fa volontariato perché cercava disperatamente nei primi mesi di occupare la mente.

"Hanna,... dovresti venire un attimo dentro.."

Butto la pala sul gradino con molta violenza e la supero con un passo.
Incrocio le braccia.
Hanna vieni di qua Hanna vieni di là fai questo non fare questo, ascolta obbedisci ...non ci provare .
Solo questo sanno dirmi.
Non sono più una bambina.
"MariaElena che succede" marco le parole.
"Io non posso dirti nulla per favore vieni un attimo dentro..." la vedo in difficoltà e sotto sotto credo che lei non centri neanche nulla.
"Ok" la supero a passo svelto.
Entro nella chiesa per accedere poi al portone bianco che si trova a destra dell'altare.
Li c'è una sala spesso usata anche per feste di compleanno e comunioni.
La apro quella maledetta porta ma avrei voluto non farlo.

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Trovo un agente di polizia.
Sguardo compassionevole e perciò brutto segno.
Cosa è successo? Ma soprattutto a chi?
L'agente era calvo e portava un paio di occhiali da vista con la montatura nera. Ora più che mai avrei voluto saper leggere nella mente, l'ho trovata sempre affascinante questa cosa.
L'agente si aggiusta la cintura in pelle con un piccolo strattone verso sinistra e poi finalmente si decide a parlare.
"Signorona Paxton deve venire con me in centrale"
So benissimo che anche se avrei fatto  mille domande non avrei ottenuto mai in quella stanza la risposta di ciò che è successo.
Mi giro un po' e vedo che MariaElena non è entrata.
Così annuisco e prendo la mia borsa e la giacca.
Aspetto il peggio.

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Arriviamo alla centrale dopo una ventina di minuti passati a pensare vedendo la strada scorrere sotto gli occhi.
L'aria è leggermente più fredda di prima è sicuramente verrà anche a piovere visto i nuvoloni neri che ingombrano il cielo.
Sessantotto scalini.
Si gli ho contati tutti. Di solito quando sono nervosa se mi devo recare in qualche posto come oggi conto i numero degli scalini.
Devo un po' sdrammatizzare.
Forse non sarà ( lo spero con tutta me stessa) nulla si grave.

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