Il ragazzo prende il foglio e la penna ed inizia a scrivere. Vedo che si concentra nel farlo e dopo poco me lo riconsegna. Sfiora leggermente la mia mano e le mie labbra si piegano leggermente in su ma non è un sorriso.Intorno a noi c'è un silenzio tombale e le piccole candele accese per il funerale si sono ormai spente lasciando nella stanza un leggero odore di fumo che si mischia con l'umidità della chiesa.
Ogni tic to delle goccioline che scontrano un piccola grondaia mi arrivano nitide all'orecchio. A parte quel piccolo suono intorno annoi c'è un silenzio tombale.
"CERCO MIO ZIO"
Io lo guardo per pochi secondi e poi scrivo io.
"OK !...CHI È ?COME SI CHIAMA?"
" È IL PRETE DI QUESTA CHIESA.."
La risposta mi arriva ancora,subito dopo uno sguardo dolce. Ricordo immediatamente tutto.
"AH! QUINDI SEI TU IL FAMOSO TOMAS CHE DOVEVA ARRIVARE?!"
Annuisce e vedo che è a disagio.
Forse non sapeva che suo zio lo stava elogiando e aspettando da molto tempo raccontando di lui a ogni parrocchiano. E quando dico tutto è tutto. Ci teneva molto e perciò quando a passargli sotto agli occhi ero io ero più che contenta di ascoltare ciò che aveva da raccontare.
Da almeno qualche settimana Don Cristiano ci sta informando dell'arrivo di suo nipote. Non sapeva però esattamente il giorno e perciò non potevamo preparare nulla per lui in anticipo, avremmo fatto qualcosa per il benvenuto successivamente.
Da come mi ricordo Tomas e la sua famiglia sono venuti qui a Venezia poiché la loro casa in Molise è stata distrutta dall'ultimo terremoto. I terremoti in centro Italia ultimamente sono molto frequenti e i telegiornali non fanno che parlare di altro. Purtroppo, da come ho capito, li c'è una faglia aperta.
Don Cristiano ci informò lo scorso mese che anche sua sorella, Lucia, nonché mamma di Tomas, avrebbe fatto del volontariato con noi.
Passa qualche secondo di silenzio in cui io penso e lui mi guarda aspettando una mia risposta.
Non so come altro fare per condurlo dallo zio perciò gli prendo la mano e gli rivolto un piccolo sorriso.
Capisce che con con quel gesto voglio portarlo da lui e perciò anche lui accenna un sorriso e sento che rilassa i muscoli. In effetti qualche minuto fa era molto agitato e spaesato.
La sua mano è molto fredda al contatto con la mia molto calda ma allo stesso tempo non mi dispiace di aver fatto.Giungiamo davanti a un piccolo portone dove dietro c'è un piccolo studio riservato a suo zio.
Spesso lo utilizza per il cambio d'abito prima di una messa o semplicemente per leggere un buon libro e le fatidiche bollente che tutti noi contribuiamo a pagare.
"Si?"
"Buonasera sono Hanna ... è arrivato suo nipote TOMAS"
Pochi secondi dopo la porta si apre e i suoi occhi si riempiono di lacrime nel vedere il nipote che tanto aveva
Aspettato.
A volte stava giornate intere al telefono con sua sorella per avere notizie sul nipote chiedendo Se mangiava, come andavano le pagelle e se frequentava il catechismo.
"TOMAS" dice abbracciandolo così forte da toglierli il respiro ma a lui non sembra importargli e abbraccia lo zio con lo stesso entusiasmo.
Si vedono che sono molto uniti dalla luce che hanno tutti e due Negli occhi. Si dondolavano rimandando abbracciati. Il mento dello zio a fatica arriva al suo petto. In effetti, guardandolo meglio Tomas è molto alto.
Io inizio a sentirmi il terzo incomodo perciò interrompo un attimo l'abbraccio anche se non avrei voluto.
"Scusi Ehm...io allora vado ci vediamo domani non vorrei lasciare mamma sola..sa oggi è stata una giornata molto....intensa direi"
"Oh si certo vai pure Hanna non ti soffermo qui oltre ... grazie per aver aiutato Tomas... comunque ci vediamo anche domenica ?"
"Si si certo... "
Nel frattempo Tomas continuava a guardarmi così gli accenno un sorriso senza secondi fini.
Mi è sempre piaciuto accogliere con un sorriso.
"È stato un piacere conoscerti Tomas..."
Poi ricordo che non può sentirmi.
Ma Don Cristiano sembra capire il linguaggio dei segni e forse gli riferisce quello che gli ho detto.
Lui risponde e infine lo zio mi dice:
È stato un piacere anche per lui e ti ringrazia.
Annuisco e dopo un saluto con la
Mano, tolgo il disturbo.
Durante il tragitto scalcio le pietre sul vialetto .
Non dista molto casa mia dalla chiesa, cinque minuti a piedi e sei arrivata.
La serata è abbastanza fredda e cerco di coprirmi il più possibile mettendomi anche il cappuccio della felpa dell'Adidas.
Penso.
Penso a Tomas, non so ma non riesco a fare altro.--------
Quando varco la porta trovo mamma con il viso illuminato dal televisore che è posizionato davanti a se.
Sta guardano un reality show con il volume al minimo.
Davanti a se un piatto di ministra riscaldato chissà quante volte: il cucchiaio vaga nel cibo in modo circolatorio.
La mente piena di ricordi vissuti un'ora prima. Noto i suoi occhi gonfi e vorrei tanto sapere cosa sta succedendo dentro di lei, vorrei prendere il suo dolore così lei non soffrirebbe più.
Mi siedo accanto a lei ma dopo poco mi alzo e l'abbraccio.
Cade di nuovo in un pianto disperato.
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A year without rain
ChickLitLei è Hanna Paxton, una ragazza estroversa e sicura di se fuori e timida e dolce dentro, non molto legata alla fede ma con tante risposte alle domande della vita che è stata molto crudele con lei . Infatti Hanna lotta ogni giorno con qualcosa che pe...