libertà

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Mi vennero in mente tutti i film e le serie che avevo visto, e capii da dove iniziare. Dovevo trovare un modo per proteggere le braccia e prendere delle armi ma sopratutto delle scorte e tanto coraggio. Cercai in soffitta uno zainetto robusto, quello zaino che mi aveva accompagnata a tutte le gite scolastiche, ci misi dentro qualche scorta di cibo un coltellino svizzero e qualche benda per il primo soccorso oltre a qualche medicina.
Per la mia sicurezza presi dello scoth isolante e qualche pagina di giornale, li avvolsi attorno al braccio. Prima di uscire passai in cucina a prendere un paio di coltelli, uno stava nella cintura  e uno pronto in mano. Poi mi ricordai del tirapugni, quel regalo strano, ma ora molto utile. Aggiunsi anche quello. Ora potevo uscire, dovevo imparare a proteggermi che mi piacesse o meno.
Devo per me e per le persone che voglio trovare, sempre se questo caos non le ha distrutte.
Controllo che non ci siano vaganti attorno casa ed esco dalla porta, sembra tutto così strano, silenzioso,...diverso.
Decido di avviarmi verso un supermercato, magari saranno rimaste delle provviste.
Ma non passò molto tempo prima che incontrai un vagante. Era li davanti a me. Zoppicava, non aveva un braccio e sembrava un viso famigliare anche se era deturpato dal tempo. Ci misi meno di quello che pensavo, presi un coltello e glielo conficcai nel cranio. Cadde velocemente a terra. Non avevo mai creduto in me stessa, ma se non imparavo ora, non lo avrei mai più potuto fare.
Una volta raggiunto il supermercato di alimentari e articoli per la casa mi accorsi che non era così una buona idea, da sola contro tutti quei vaganti intrappolati all'interno. Poi mi ricordai che potevo attirarli con un rumore lontano da li. Presi un paio di sassi con uno ruppi il vetro l'altro lo lanciai piuttosto lontano su un pezzo di metallo. Corsi dovevo muovermi o sarei rimasta intrappolata nella mia stessa trappola.

Ormai nulla è come primaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora