Idillio

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Il freddo resta fuori senza più attaccare le ossa.
La neve sanguinaria attecchisce al suolo,
grida dannata il mio nome al di là della porta.
Le ustioni da gelo cicatrizzano giorno dopo giorno,
in ogni parte sterile nasce nuovo fiore perenne.
Avrà il profumo di te ogni petalo nato,
colorati soltanto di candido bianco.

Le visioni sognanti di notti trascorse,
è acqua di un miraggio lontano che si manifesta oggi.
L'oasi arida formata da lacrime,
ora sgorga acqua santa da una vecchia lapide.
E purifica,
e libera,
si erge imponente e magnifica annegandomi d'aria pulita.

Sei miracolo richiesto in preghiera.
Sono salva perché lo volevi.
Siamo di noi da quando ho memoria.
Resteremo per sempre qui impressi:
rami di querce robuste,
foglie sempreverdi di alti cipressi.

Come scritti vandalici su mura metropolitane di città antiche.
Ogni paura nuova,
le lune storte,
i timori inconsci,
i palpiti nascosti,
gli orgasmi colti,
i ti amo in silenzio,
urlati in assenza di suono e di testimoni.

Resta tutto qui:
resta chi eri,
resta chi ero,
resta chi siamo.
Un tatuaggio di parole negli occhi degli altri,
due nomi marchiati su corpi uguali e diversi;
i nostri animi forse miseri,
due poemi in versi liberi da tragedie e lividi.

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