Una figura informe brama al centro del tuo altare personale.
Incastrata tra stoffe e resti di una tempesta non ancora abbattuta.
E tu, prono e incauto su vecchi assi di legno, tenti in lettere, di dare vita a scene mai esistite.Conosco bene quel ripiano,
confessionale di una me Eva,
tanto inesperta quanto prosaica.
Denudata dei miei limiti psichici,
con la schiena vestita da mille fogli tutti tuoi figli.Senti, respirala a fondo,
l'aria che manca dentro alla stanza,
è il richiamo emesso alle tue spalle,
dal peccato fatto donna in cerca di pace più giù del costato.Mentre mani destre in simbiosi,
le nostre, scrivono storie simili con diversa metodica.
Le dita tue, impugnano plasma nero pronto perché venga versato,
le mie, meno rozze e decise, disegnano cerchi concentrici in un lago fatto di affanni e carne.Osceno e schizzi d'oro nero in combustione,
l'origine di ogni mia voglia con te da padrone.
La mancata ispirazione, lascia l'immacolato bianco privo della vergine per cui pregare.
Soltanto un ritratto nato dal mio desiderio e la tua sete;
nudo artistico intitolato Pornographite.Linfa e sudore,
firme indelebili su corpi indecenti.
Di Ninfa del letto disfatto,
protettrice del proibito donato senza contatto.
E di Ombra d'autore,
regista di sogni a luci rosse,
che ama ogni notte come fosse l'ultima volta.