Al Rogo

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Una bozza accennanata con un "non respiro",
ci ritorno su a distanza di un mese col solito puzzo che mi porto dietro.
Fuori è guerra feroce combattuta a morsi,
e dentro è l'ennesimo incendio che mangia i resti.
Celo un pezzetto alle fiamme di volta in volta,
li nascondo come fossi io il cibo per i cannibali alla loro orgia.
Aspettano con la bava alla bocca per saziarsi come si deve,
mentre di me si è quasi esaurita ogni sorta di scorta per non morire.
Li ho visti ubriachi di rosso analcolico bere da cannucce a forma di arterie,
ebbri di plasma invecchiato male
con rutti e bestemmie a brindare alla mia salute.

Il bisogno mi scricchiola attraverso le nocche a tutte le ore,
non c'è nemmeno il tempo per vomitarmi attraverso le unghie come so fare.
L'urgenza è un'ombra che sfotte mentre cerca di seminarmi,
si lascia ammirare senza battere ciglio da brava puttana con le gambe aperte.
In ginocchio per l'ennesima volta controvoglia,
in attesa che a turno vengano a fiotti giù per la gola.
Strattonano e inchiodano ogni accenno di gesto,
e lo sfogo ingoiato insieme a ciò che penso in un miscuglio che ha la parvenza di rigurgito giallo.

E il cosmo che fuori lacrima al mio posto,
perché se mi mostro umana perdo il diritto di belva immonda.
E intanto faccio da eco ai fulmini
con urla strozzate tra i sibili,
coi timpani stuprati da chitarre e percussioni,
perché non riuscirò forse mai a rialzare la testa come conviene:
una debole con mille handicap a cui attenersi,
uno sbaglio da giudicare per sentirsi meglio,
tempesta annunciata a distanza di miglia,
fuoco femmina tra fiamme e disastri.


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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 23, 2018 ⏰

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