Capitolo 1

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Kesia

Essere la figlia di uno dei messaggeri della Corona porta molti vantaggi, come per esempio poter visitare il "mondo della luce" o almeno é così che noi altri dell'Ulena chiamiamo la Corona, e devo dire che il nome è proprio azzeccato. Non c'è un posto di quel luogo che non brilli, è ... è ... la Corona.

In ogni caso dicevo ... ah sì... dei vantaggi. Vediamo, oltre ad aver visitato la capitale, ho potuto assistere ad alcune lezioni, non frequentarle. Quello lo possono fare solo i ragazzi delle terre che superano il test, (per la cronaca anche io non ce la faccio piú a sentirli nominare) anche se in pochi lo superano, ovviamente. 

Questo test varia da cittadino a cittadino e da zona a zona ed è severamente vietato parlarne, quindi, anche volendo, non ci si può preparare. 

Mia madre dice che scelgono solo coloro i quali sono dotati di capacità sopra la norma. Come per esempio il mio vicino di casa, un tritone, a mio avviso più che ordinario, che non faceva altro che osservare la gente tutto il giorno. Lo so, abbastanza inquietante.

 In ogni caso chi viene scelto, oltre a recarsi alla Corona e vivere una vita simile a quella di un re (e poi ci vengono a dire che il nome corona lo hanno scelto a caso ... ma fatemi il piacere) è esentato dal servizio militare. Già...una bella pacchia. Cosa che al contrario noi altri abitanti dell'Ulena dobbiamo svolgere, "per difendere e portare alla vittoria le nostre terre" o almeno questo è ciò che lo slogan, creato da quelli della Corona e trasmesso dagli altoparlanti della desertica stazione, ripete ininterrottamente da un'ora.

Mi guardo attorno sperando di vedere se c'è qualche altro sfigato che, come me, compie gli anni questo stesso giorno, ma ovviamente nessuno, neanche la solita rosa del deserto, che, di solito, in questi casi nei film rotola sempre... beh c'è anche da dire che essendo sott'acqua è un po' impossibile che essa ci sia ... quindi un equivalente di quel grumo di ramoscelli secchi potrebbe essere ... che so, un banco di pesci? no quelli sono vivi ... ma adesso che ci penso non c'è neanche un pesciolino che scorrazza. 

Un brivido mi scorre per la schiena 

'questo posto mette i brividi'.

Solo chi compie diciotto anni può venire qui: per legge, genitori, parenti e amici, sempre che tu li abbia, non possono accedere alla stazione e, se li vuoi salutare, lo devi fare prima di partire.

Che leggi del cavolo, lo so, ma gli speciali hanno deciso così e, come tutte le leggi dei grandi capi, non possono essere contestate.

Il risucchio dell'acqua mi risveglia dalle mie riflessioni. La navetta verso il mondo emerso sta arrivando.

Riguardo la lettera che mia madre mi ha dato prima di partire, al cui interno sono presenti tutti i miei dati. Sospiro e la rimetto dentro la tracolla. 

Sarà un lungo viaggio.

Guerra Per La CoronaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora