Alex
Silenzio.
Troppo silenzio.
Dico sul serio, non credevo che fosse possibile riuscire a zittire più di cento post-adolescenti il cui quoziente intellettivo era, per la maggior parte, pari a quello di un cetriolo.
Eppure, da quando avevamo rimesso piede nella palestra del campus, nessuno aveva osato aprire bocca.
Mi sedetti sugli spalti accanto a Cloud e Jordin, mentre i ragazzi si posizionarono dietro di noi. Mi avvicinai lentamente alla mia amica, senza distogliere lo sguardo dai volti tesi delle persone che ci circondavano.
-È una mia impressione o qui sono tutti troppo concentrati?- domandai sottovoce.
La ragazza scrollò le spalle con non-chalance.
-È solo perché ci sono le cheerleader. Fagli vedere una coscia scoperta e un accenno di seno e i loro ormoni iniziano ad offuscare quel poco di cervello che hanno.- commentò con il solito tono cinico di sempre.
Io strinsi le labbra poco convinta.
No, secondo me c'era di più. Era come se di tutto il campus, quella delle cheerleader fosse l'istituzione più importante. Avevo notato come tutti si zittissero quando passavano Ashley e le sue scagnozze, o come ogni persona fosse loro amica, nonostante la loro personalità e il loro cervello fossero al minimo. Perfino in quel momento, in quella palestra, c'erano probabilmente tutti gli studenti dell'università. Tutti, dagli atleti a quelli che forse avresti pensato di incontrare in un negozio di fumetti, erano seduti sugli spalti ad aspettare con impazienza il risultato delle audizioni. Perché? Cosa c'era di così speciale?
-Sento il rumore dei tuoi neuroni che lavorano da qui dietro.- sussurrò ad un tratto qualcuno.
Mi girai di colpo, presa alla sprovvista, incontrando così gli occhi chiari di Nash intenti a fissarmi divertiti.
-Cosa?- chiesa confusa.
Il ragazzo ridacchiò e scosse la testa. Con un piccolo salto scese dalla gradinata e si sedette nel posto accanto al mio, tirando quasi un calcio ad una ragazza li accanto. Io alzai gli occhi al cielo divertita.
-Nash che stai...
-Zitta!- mi interruppe lui- ascolta...
Avvicinò la testa alla mia fino a far sfiorare le nostre tempie.
-Lo senti?- domandò serio.
Io sollevai un sopracciglio.
-Cosa?
-Questo, mia cara ragazza, è il rumore degli ingranaggi del tuo cervello che chiedono pietà per il troppo sforzo a cui li stai sottoponendo.
Gli tirai una gomitata nel fianco, facendolo scoppiare a ridere. Mi avvicinai a lui e gli tirai uno schiaffo sulla testa.
-E tu lo senti questo? Questo è l'eco che rimbomba nella tua testa vuota.
Il ragazzo rise ancora più forte, attirando l'attenzione di alcuni ragazzi dietro di noi. Io arrossii di colpo e, d'istinto, gli premetti una mano sulla bocca. Lui si immobilizzò di colpo, come sorpreso da quel gesto. Puntò i suoi occhi chiari dritti sul mio volto e, per un secondo, mi parve di vedere la sua espressione farsi più dolce. Lentamente fece scivolare le dita sul dorso della mia mano, carezzando leggermente la pelle fredda. Fece scorrere piano le mie dita lontane dalla sua bocca, talmente piano che per alcuni secondi potei sentire le sue labbra calde sotto la punta dei miei polpastrelli. Non riuscivo a distogliere lo sguardo dal suo, non so perché. Quando la mia mano lasciò il suo viso una volta per tutte, nessuno dei due si mosse. Vedevo il suo pomo d'adamo fare su e giù e, quando rialzai lo sguardo, notai che anche lui mi stava scrutando a sua volta. Per un attimo ebbi come la sensazione che mi stesse fissando le labbra.
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IN LOVE [SOSPESA]
RomanceCloud Smith, Hanna Grey e Alex Evans fanno parte di un club esclusivo a numero chiuso. Membri del suddetto club: Cloud Smith, Hanna Grey e Alex Evans. È sempre stato così, per tutta la loro breve e oggettivamente monotona esistenza da adolescenti d...