Mi asciugai le lacrime con un fazzoletto di carta e feci quello che mi aveva detto Nicole. Poco dopo tornò con una t-shirt bianca con una scritta arancio.
"Perdonami. E' il meglio che sono riuscita a trovare" disse mortificata. Sopra la maglietta c'era scritto "John&James Marketing. La scelta giusta"
"Non ti preoccupare. Grazie mille per tutto"
Iniziò ad asciugarmi delicatamente il braccio mentre io iniziai a raccontarle quello che era successo. Nemmeno lei che lavorava in questo ufficio da tanti anni riusciva a capire il motivo del suo comportamento. Indossai la maglietta e misi la camicetta nera e la giacca bianca su una gruccia. Ripresi il mio lavoro in archivio, ferita e umiliata. Almeno il lavoro mi aiutava a distrarmi. Verso le 13.00 Nicole venne da me e mi disse che doveva lasciare l'ufficio per una mezz'oretta.
"Lascia stare l'archivio e mettiti alla mia scrivania. Il signor Collins non c'è per tutto il pomeriggio quindi non dovrebbe venire nessuno. Se chiama qualcuno digli di richiamare o fatti dare un messaggio e digli che richiameremo al più presto. Non ti preoccupare che filerà tutto liscio come l'olio"
Così mi salutò e se ne andò. Io mi diressi alla scrivania e pensai che se non avevo altro da fare per quella mezz'ora ero in pausa. Mi sedetti sulla poltroncina di Nicole, presi il telefono dalla mia borsa e inizia a navigare su Instagram e successivamente su Facebook. Mentre ero persa a guardare un video su come fare i pancake alla nutella una voce mi riportò alla realtà.
"Scusa se ti disturbo dal tuo lavoro" disse una voce maschile
Spaventata feci cadere il telefono in terra
"Oh no scusa non è come sembra... io... stavo solo... cioè..."blaterai mentre riprendevo il telefono da terra e lo riponevo in borsa. "E' che... io... non volevo..." poi alzai lo sguardo di colpo: il ragazzo misterioso.
Cosa cavolo ci faceva qui? Ma soprattutto chi era?
"Sai cosa non è la scelta giusta?" mi chiese.
"Ehm..." dissi degluttendo e avvampando per il calore dovuto al mio imbarazzo"usare il cellulare sul posto di lavoro..." dissi mortificata
Lui rimase zitto per un istante "No. Indossare quella maglia non è la scelta giusta..."
Diedi un'occhiata alla mia maglietta provvisoria rendendomi conto che era davvero imbarazzante, così arrossii ancora di più.
"Comunque non sono certo qui per questo" disse tagliando corto
Aveva uno sguardo indecifrabile. Non capivo se era qui per mettermi in imbarazzo o per mettermi alla prova. Aveva due occhi marroni così intensi che sembravano divorarmi l'anima, un sorriso quasi beffardo e la fronte corrugata.
"Ho bisogno di un documento" disse sbrigativo "ma non ho nessuna intenzione di mettere mano all'archivio. So che ci stai lavorando tu, quindi perchè non mi dai una mano?"
"Si certo. Andiamo pure" dissi senza preoccuparmi troppo di lasciare il telefono incustodito. Se qualcuno avesse chiamato Nicole mi avrebbe ucciso. Non so spiegare bene il perchè, ma quel tipo aveva un forte ascendente su di me. Ci recammo in archivio e appena entrammo io cercai di sistemare in fretta e furia il disordine che avevo lasciato sul tavolo dove si trovava il computer.
"Ehm allora..." dissi impacciata "che documenti ti servono?"
"Mi servono dei documenti dell'anno scorso" poi tirò fuori dalla tasca dei pantaloni un post-it "Dovrebbero essere sotto il nome di John Harris 30/05/2016"
Iniziai a cercare al computer e in men che non si dica trovai quello che cercavo.
"Allora ecco qui" dissi indicando la riga corrispondente sul computer "John Harris 30/05/2016" scaffale 44 posto 5" poi lessi un N.B. scritto a lato:
Documenti confidenziali sotto chiave, richiedere il permesso direttamente a John Harris.
"Ehm scusami tanto" gli dissi prima che lui si dirigesse allo scaffale 44 "non puoi prendere quei documenti.
"Perchè scusa?" chiese guardandomi storto
"Bhè potrai prenderli dopo che avremo chiesto al signor John Harris il permesso e la chiave. Almeno così c'è scritto qui"
Mi dispiaceva negargli la possibilità di prendere quei documenti. Mi sentivo come la figlia che negava al padre la possibilità di mangiare il gelato. Assurdo.... Tutte a me capitavano oggi.
Lui inizialmente sorrise, fino a scoppiare in una risata. "Ok ok,scusami ma devo chiedertelo perchè sto morendo dalle risate. Tu sai chi sono io?"
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COFFEE HOUR
Teen FictionElisabeth è una giovane ragazza che inizia il suo primo lavoro in un ufficio di marketing. Questo nuovo inizio le permetterà di fare nuove amicizie e nuove esperienze, ma lei non sa che qui troverà anche l'amore. La storia di una ragazza che dovrà f...