Pioveva.
Pioveva a dirotto.
Era una pioggia violenta e burrascosa, era una pioggia infuriata col pianeta terra o forse solamente impaziente di riunirsi alle originarie acque correnti che scorrevano su di essa.
Ma, nonostante la sua ferocia, il suono delle pesanti gocce che precipitavano sulle piante e il suono di quelle altre che infrangevano gli specchi d'acqua era rilassante. Questo almeno per William.
William era un diciassettenne, in pace con sé stesso come la Russia con gli Stati Uniti.
Infatti la guerra era costante nella sua mente. Era un tipo incoerente, ansioso, cupo, pessimista e sfiducioso. Forse anche un bugiardo, perché ogni volta che qualcuno gli chiedeva "come stai?" lui rispondeva "bene".
Nulla lo tirava su di morale come la pioggia. La musica aiutava, ma le note arrivavano al cuore, non al cervello dove davvero gli serviva.
La pioggia si poteva vedere, si poteva ascoltare, si poteva odorare... Tutti fattori che riuscivano a convincere il suo cervello che c'era una via d'uscita da quel manicomio che soleva chiamare "mente".
E quella via d'uscita era la pioggia.
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Rain
Short Story« Mi chiamo William, amo la pioggia e sono un tipo scorbutico, ansioso, incoerente, pessimista e irascibile » « Io mi chiamo Catherine, amo il silenzio e sono una tipa perfezionista, strana, noiosa, fissata e realista » « Beh, piacere » « Piacere...