IV

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Ormai si incontravano sempre, e il punto di ritrovo era quella panchina al parco. Soltanto un giorno non piovve, e fu il giorno più noioso delle vite di entrambi.

William rimase sdraiato sul suo letto, con la testa rivolta alla finestra. Come sottofondo a quel silenzio tombale c'era un album dei Mogwai, la quale musica "si adattava alla tristezza di quell'orribile giornata soleggiata". Testuali parole del ragazzo.

« WILLIAAAAM! »

« Sìììì? »

William sentì i passi pesanti della furiosa signora Clarke che si dirigevano verso la sua stanza.

« Ti avevo detto di andare a comprarmi gli ingredienti per il pranzo!»

Le guance della badante erano rosse come se al loro posto ci fossero due pomodori maturi, i suoi occhi erano iniettati di sangue, ogni ciuffo di capelli andava in una direzione diversa e aveva un'aria scocciata oltre che arrabbiata.

« Scusami, devo essermene dimenticato »

« E' la quinta volta che te lo dico, ed è la quinta volta che ti dimentichi!!! DEVI FARE CIO' CHE TI DICO DI FARE!!!»

La badante uscì dalla stanza sbattendosi la porta alle spalle, così forte che la scopa appoggiata al muro cadde a terra, sbattendo sulle mattonelle. E come al solito, borbottò qualche insulto tra sé e sé rivolto William, che ovviamente non riuscì a decifrare.

Il ragazzo quindi, controvoglia, si preparò per uscire a fare la spesa.

Intanto, Catherine stava a casa sua, nella sua camera, con la testa china sulla scrivania ad abbozzare qualche disegno di fiori.

Non era mai soddisfatta dei suoi disegni, voleva sempre dare il meglio di lei. Si concentrava soprattutto a ritrarre fiori come rose, girasoli, gerani, violette, gigli e altri molto colorati.

Disegnare la estraniava da quel mondo disastroso e chiassoso che era la sua casa. Era routine sentire vasi che si infrangevano contro i muri, grida e minacce. Ancora non capiva come mai non avessero divorziato tanto tempo prima...

Forse c'era qualcosa che li teneva uniti. E forse quel qualcosa era Catherine.

« VA BENE, ORA GLIELO CHIEDO!!!»

Sentì bussare alla porta della sua camera. «Catherine, apri »

Era suo padre. La ragazza si alzò e si diresse verso la porta tappezzata di suoi disegni e foto.

« Sì?»

« Vai a prendere le medicine, tieni»

Catherine prese il foglio che suo padre gli porse. « Sbrigati, o non pranzi» la minacciò lui, per poi marciare deciso verso le scale che conducevano al piano inferiore.

~~~

« Cosa vuole che prenda quella rompiscatole...»

William, giunto al supermercato, tirò fuori dalla tasca la lista della spesa che gli aveva dato la signora Clarke.

« Farina... uova... zucchero a velo...»

I suoi occhi scorrevano prima sulla lista poi sugli scaffali in alternanza finché non notò qualcosa, o meglio, qualcuno al reparto dei medicinali.

« Ehi... Cat »

« Ehi, Will!»

Lei lo abbracciò d'impulso, cosa che li fece arrossire entrambi.

« Ehm...» titubò lei « Tu che ci fai qui?»

« Faccio la spesa per la mia badante rompiscatole» rispose sbuffando e dando delle occhiate alla lista. « Tu?»

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