Capitolo 1

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Autrice: Francesca De Santis

Dedicato a L.


Alla mia famiglia tutta

E a chi trova sempre

Il coraggio d'amare.

PROLOGO

Avevo avuto più o meno tutto dalla vita, tranne un padre. Il mio se n'era andato quando ancora ero piccola. Faceva le facce buffe e pensava di divertirmi: ecco cosa ricordo. Aveva lo sguardo fresco ed ingenuo, una barbetta scialba ed i capelli lunghi sulle spalle. Mi prendeva in braccio ed io ridevo per compassione. Non riusciva a starmi simpatico, era sempre troppo lontano. Per fortuna mia madre era una di quelle donne forti e coraggiose. Un esempio, dicevo alle mie amiche che avevano tutta la famiglia a tavola. Noi eravamo due e ci bastavamo. Mia madre era una scrittrice ed era per questo che papà se n'era andato. Il suo successo l'aveva messo in difficoltà, o almeno così diceva la mamma. Sono passati dieci anni e non ricordo bene tutti i dettagli. Ho ben impresso invece quando abbiamo cambiato casa, il profumo di quella vecchia lo porto dietro e lo sento dentro il petto quando respiro. E' sempre stata casa mia. Ricordo le continue liti da una stanza all'altra, battezzata spesso da voli di bicchieri. Ormai papà aveva preso la sua strada, più o meno quella della porta in una notte di Luglio del 2007. Avevo otto anni e mi sembrava davvero una cosa divertente. Non ero riuscita ad essere felice con lui eppure non trovavo divertente il fatto che se ne fosse andato. Anche mia madre la vedeva un po' come me, ma di notte piangeva ed io mi dispiacevo. Era per questa tristezza strana che mia madre si sentiva una scrittrice. Aveva una sensibilità particolare e gli uomini pensavano di poterci giocare. Invece mia madre li respingeva tutti e loro si sentivano smarriti. Ricordo una volta in cui un conduttore tv ci provò in diretta. Era uno di quei tipi giovanili ma che hanno passato i 40 da un pezzo. Mia madre gli disse che era troppo vecchio per lei. Guardavo la trasmissione con la mia tata Ola mentre mangiavo le patatine fritte. Cercava di togliermele di continuo, mia madre disprezzava il fritto. Era un tipo salutare. Il rumore della carta copriva le parole ed io ero molto infastidita ma l'espressione di lui mi aveva fatto capire che mamma era andata al centro ancora una volta. Incredibilmente, da quel giorno i suoi lettori aumentarono e di conseguenza il nostro stile di vita e la sua figura di eroina femminista. Mia madre scriveva di avventure dove le donne avevano sempre la meglio e l'amore non faceva mia capolino nei suoi scritti sotto forma di uomini. Il mondo l'amava davvero. Poi, un giorno, mia madre conobbe un uomo e la sua vita cambiò per la prima volta. Ed anche la mia.

1

E' il primo giorno di Marzo ed io devo trascorrere il mio diciottesimo compleanno sui banchi di scuola. Ho provato a barattare la libertà con qualche servigio ma mia madre non ne vuole sapere perché stasera viene "lui", l'uomo ancora senza nome, e non mi vuole tutto il giorno in giro per casa. Le metto ansia, dice. In effetti, sono agitata. La mia festa sarà Sabato, esattamente fra due giorni, ma io sento che sarà una prolungata agonia. Tutti mi sono vicini, mi fanno gli auguri da quando Ola mi ha parcheggiata davanti al cancello della scuola. Pensano che sia così che va festeggiata una compagna un po' "vip" mentre tutti mi parlano di fiumi di alcool che sinceramente stento a veder fluire nel mio corpo. Non sono quel tipo di ragazza, non amo particolarmente bere. Non agli eccessi, insomma. Mentre non riesco a rinunciare ad un bicchiere di vino alla sera, quando mi stendo sul divano di fronte alla vetrata che dà sul mare. Mi fa sentire bene, in pace. I miei amici già mi chiedono come sarà la festa ed io rispondo con pochi dettagli. "Sorpresa!" mi piace dirgli per tagliar corto. Vorrei che fossero i loro 18 anni, il loro Marzo e la loro festa: potrei evitare così di partecipare. "Scusa avevo la febbre" oppure "Scusa, sai, quelle cose femminili". Mi avrebbero dato un bacio sulla guancia e detto qualche stupidata. Mi perdonano sempre, perché sono la figlia di Ely. Un'ombra decisamente ingombrante sulla mia vita, ma che amo perdutamente.

Resta: Il professore e l'alunnaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora