Capitolo 3

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Una cosa che vorrei fare di più è prendere il sole. Sono praticamente bianca e a Marzo qui tutti iniziano ad andare al mare o al lago, tornando a scuola con appariscenti segni del costume da bagno. Mi convinco a farla finita con quest’aria diafana ed esco in piscina. Indosso il bikini nero legato al collo con la brasiliana sotto. È uno dei migliori per prendere il primo sole e per farsi grandi nuotate. Mi tuffo in acqua ed è piacevolmente tiepida. Faccio cinque vasche prima di riprendere fiato. Dopo un minuto riparto. Mi stanco abbastanza presto e salgo su un canottino per godermi l’acqua che mi culla. Gran bella sensazione. Passano i minuti e sento il sole asciugarmi mentre una risata insistente si fa più vicina. “Vuoi bere qualcosa?” “Si Ola, una spremuta”. “Niente alcool per lei” fa eco mia madre. “Lo sai, solo vino. E scusami per ieri…ah, che figura”. “Non è un problema” risponde una voce che ho imparato a riconoscere. Tracollo dal canotto e cado in acqua. Raul mi guarda da dietro gli occhiali da sole. I capelli affondano nella piscina e mi sento un’altra volta in imbarazzo. Chiedo a mia madre di portarmi l’asciugamano. Lei sorride e si allunga a prenderlo quando le squilla il cellulare. “Tesoro, il mio agente” dice. Purtroppo riconosco quel tono. Sta mentendo. Nel frattempo Raul mi guarda finché Ely non gli passa il mio telo. Sorride porgendomelo piuttosto lontano dalla scaletta. Mi guardo in giro, potrei aspettare Ola ma conoscendola non tornerà prima di qualche minuto. Mi avvicino alle scalette d’acciaio e salgo. Devo fare tre metri per raggiungere l’asciugamano. Lo prendo velocemente e me lo metto addosso. Inaspettatamente sorrido a Raul che invece ha un’espressione molto scura. Un viso teso, incredibilmente duro. D’istinto smetto di sorridere. Il suo corpo comunica tensione ed io mio ansia. Non dico niente per paura di sapere cosa c’è di strano. Ola mi raggiunge con la spremuta. Lui distoglie il viso, si appunta gli occhiali al naso e senza parlare mi volta le spalle. Prendo la spremuta e vado in camera mia. Mi sento stranamente offesa.

Anche stasera l’aria non è delle migliori. Mia madre gira per la cucina con l’entusiasmo di una diciassettenne mentre io me ne sto davanti alla tv. Trovo incredibile che mia madre non abbia accennato minimamente al mio compleanno. La festa è organizzata, sarà domani e coinvolgerà più gente di quanto io desideri. Mia madre fa le cose in grande, beh, quelle poche che fa. La nostra casa si trasformerà in un incredibile palcoscenico di gonne ed alcolizzati. Ci saranno i cretini che si butteranno in acqua e Ola continuerà a portare cibo fino all’alba prima di accorgersi che nessuno intende mangiare. Già vedo tutto, scolpito nella mente. Il tg passa un paio di notizie veramente tristi e cambio senza pensarci.

“Come è andata l’interrogazione?”. Mi tiro su e sistemo la felpa leggera. Stasera sono vestita sportiva, o meglio, sono una casalinga a tutti gli effetti. I capelli scendono ovunque nonostante la vertiginosa coda di cavallo, i calzoni sono arrotolati sui fianchi ed i piedi nudi. Valuto l’idea di farmi la pedicure ma proprio non ho tempo. Domani ci sarà la festa e il massimo di accuratezza che avrò sarà quella di mettermi lo smalto. Stop.

“Bene, ho preso B+”

Mia madre si ferma e capisco senza guardarla. Smette di arrovellarsi tra le pentole e i suoi occhi sono su di me. Suppongo anche quelli di Raul che non parla da oggi pomeriggio. “Tesoro, non ci credo”. Alzo le spalle e mi volto a guardarla. Ha un’espressione che definirei iconica. E’ davvero deliziosa mia madre, con quel biondo lucente di capelli e il corpo tutto curve. E’ davvero una madre dolce Ely. Mi sorride compiaciuta, ed anche tenera. Poi sposta gli occhi sul suo fidanzato che li ha incollati all’Iphone. “Hai sentito Raul?” gli fa Ely “Ha preso…”. Raul alza il pollice in approvazione senza togliere gli occhi dal telefono. E’ piuttosto cupo e non mi soffermo a capirne il perché. Non mi interessa. Mi alzo e passandogli vicino, prendo un gambo di sedano ed una carota. Mia madre mi bacchetta sulla mano con un mestolo “Ahi!” le dico oltraggiata “Aspetta che sia pronto”. La guardo con aria di sfida mentre lei si sbatte il mestolo sulla mano. Dovrebbe o vorrebbe farmi paura, credo. Approfitto dell’incursione di Ola per infilarmi il gambo di sedano in bocca mentre sorrido. “Scusa Ely, ho dimenticato il mio documento”. Si porta velocemente verso il tavolo del soggiorno che affaccia sull’oceano e rovista fra alcuni fogli. Mia madre la raggiunge per aiutarla e d’improvviso scoppiano a ridere. So il perché: la foto di Ola è davvero ridicola. Mentre abbozzo un sorriso faccio per allontanarmi a prendere un calice del vino. Mia madre li tiene tutti a bocca in giù in una strana mensola che ha fatto costruire appositamente. Ce ne sono circa otto di bicchieri e quelli sono “di famiglia”. Prendo il primo da sinistra e vedo la bottiglia di rosso chiamarmi da vicino il lavello. Me ne verso abbondantemente ed aspetto un attimo. Annuso l’odore dolce che si eleva dal calice e faccio un lungo e generoso sorso. Una goccia di vino scivola maldestra lungo il collo fino a sporcare la felpa bianca. Alzo gli occhi per cercare un tovagliolo e noto gli occhi duri di Raul su di me. Ho un’aria interrogativa. Con la stessa lenta pazienza con cui li ha posati su di me, li distoglie per tornare al cellulare. Sono certa che mi ritenga un’idiota ed è vero che non ho fatto mai nulla per dimostrare il contrario. Mi sposto verso il lato opposto dell’isola centrale e raggiungo mia madre. “Dobbiamo farla per forza la festa domani?”. Senza guardarmi, continua a parlare con Ola. Me ne vado mesta con il gambo di sedano, la carota e il buon vecchio rosso. Salgo le scale, entro in camera mia e sbatto forte la porta dietro di me. Mi fisso sul letto con le gambe incrociate e mi metto a pensare. Alla festa verranno decine di persone, ci saranno Paul e Mall e forse verrà mia cugina Iris. Le feste dei miei amici sono state carine, ma sono andata via dopo massimo due ore. Dalla mia non potrò divincolarmi e parto già dal presupposto che non ho voglia di festeggiarla. E’ venerdì, domani è sabato e non ho intenzione di alzarmi dal letto. Poggio il bicchiere vuoto ed anche le verdure. Non ho fame. Mi stendo sul letto e chiudo gli occhi cercando di non pensare.

Resta: Il professore e l'alunnaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora