Capitolo V - Salvato

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Decisi di rialzarmi e prendere la mia vita in mano. Affrontare i miei sbagli a testa alta era l'unico modo per risalire e cambiare radicalmente. Così, alla fine vinsi anche la paura di tornare a nuotare.
La piscina era deserta. Ma in fondo era meglio così. Mi sarei sfogato in un'intensa sessione di nuoto, così alla fine sarei stato talmente distrutto da non pensare più a nulla. E invece, dopo alcune vasche avanti e indietro, appoggiandomi a bordo piscina per riposare un momento e girandomi per ricominciare, il candido costumino bianco che copriva le abbondanti vergogne di un alto ragazzo abbronzato – accentuandole - catturò la mia attenzione. Sulla pedana della corsia accanto alla mia si stava preparando a tuffarsi quel deficiente che pochi giorni prima mi aveva gettato a terra con la sua compagnia di bulletti sfigati. Il coglione mi riconobbe sventolando in aria una mano per salutarmi – e prendermi per il culo. Proprio un attimo dopo un altro volto noto comparve sulla pedana accanto alla sua. Senza fare troppi complimenti, Franz indossò i suoi occhialini, si sporse e si tuffò schizzando di proposito quell'idiota che si stava ancora pavoneggiando come un galletto – come se mi potesse piacere qualsiasi emerito stronzo fosse dotato di un organo genitale maschile. Trovandosi tutto bagnato ci rimase di merda, e mi misi a ridere, mentre Franz mi aveva già quasi raggiunto a delfino. Emerse dall'acqua e si tirò su gli occhialini voltandosi verso di me.

"Alex!!! Ci sono anche io!"

"Scemo.. l'hai fatto apposta a schizzare quel deficiente?"

"Ma chi? Non vedo nessuno.." disse ridendo. L'aveva fatto proprio per me.

"Dai, a lavoro!" Disse, e tornò a nuotare come un delfino. Allontanandosi emergevano a turno prima la cuffietta e poi il costumino verde smeraldo. Quest'ultimo era particolarmente degno di nota, dato che incorniciava proprio un bel vedere – il suo fondoschiena. Dopo un po' di vasche mi scocciai di quell'intruso tra la mia corsia e quella di Franz; tra le altre cose, ogni volta che mi passava accanto cercava di venirmi addosso per dispetto. Così poco dopo uscii e mi diressi negli spogliatoi a farmi la doccia. Ma quando aprii l'acqua mi accorsi che qualcuno mi aveva seguito. Venni spinto contro il muro mentre quel coglione si posizionò sotto al getto d'acqua calda che avevo azionato io stesso.

"E levati, frocio" mi disse in tono aggressivo.

"Eri praticamente appena entrato in acqua, ma che vuoi da me?"

Chiuse il getto e si girò verso di me, facendomi indietreggiare fino all'angolino.

"Lo vedi questo?" Disse, tirandosi fuori cazzo e palle, acchiappandosi il pacco scuotendolo.

"Voglio fartelo assaggiare tutto. Voglio mettertelo tutto dentro, come si fa con le cagne come te. Magari con questo dentro finalmente ti sentirai realizzato come donna, eh troia?"

Mi girò verso il muro immobilizzandomi con le braccia.

"Lasciami! Ma che vuoi?"

"Risparmia le urla per quando ti farò godere, piccolina! Rilassati, ti piacerà!" disse abbassandomi il costume e sfregando il suo membro duro tra i miei glutei sodi, poi d'un tratto lo sentii premere sul mio buchetto e spingere. Cercai di divincolarmi, ma mi teneva stretto. Era già dentro ed aveva cominciato a muovere il bacino per scoparmi lentamente. Non era affatto piacevole. Credeva di potermi usare, che fosse un suo diritto e che mi piacesse, solo perché a me picevano i maschi. Credeva che chiunque si sarebbe potuto scopare uno come me, che soddisfarlo fosse un mio dovere, che dovessi esserne onorato, magari. Credeva che mi facesse un favore a riempirmi con il suo cazzo, perché ero una troia nata soltanto per appagare le voglie di porci come lui. E invece ero terrorizzato e volevo che finisse.

"No! Aiutatemi!"

"Ah, vuoi giocare al lupo e alla pecorella?" Mi disse soffocando le mie urla tappandomi la bocca con i suoi slip bianchi. "Bene, allora adesso ti metto a 90 e.."

Sissy BoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora