Dopo quella lunga chiacchierata Franz mi riaccompagnò a casa in scooter.
Casa mia si trovava in una zona a traffico limitato, quindi quando parcheggiò in fondo alla strada feci per salutarlo.
"Grazie per oggi Franz, davvero."
"Ehi, guarda che scendo anch'io! Ti accompagno fin sotto casa."
"Ma non c'è bisogno, anzi, sbrigati a tornare a casa, io abito proprio in fondo alla strada."
"Insisto. Si è fatto tardi, ed è buio.. chissà, quel porco potrebbe importunarti ancora, non mi va che tu vada tutto solo. Io sono il tuo cavaliere!"
Iniziavo a chiedermi il perché di tutte quelle sue premure. Se per un attimo ci pensavo, era proprio quello che cercavo da un uomo. Più che dall'aspetto fisico, infatti, ero attratto dall'idea di un ragazzo che mi facesse sentire al sicuro e protetto da tutto e d tutti, come una dolce donzella. Ma subito mi accorsi che non potevo formulare certi pensieri sul mio migliore amico, e cercai di pensare ad altro. Il silenzio imbarazzante che si era creato non aiutava di certo nell'impresa.
"Senti.. Quello stronzo del professore deve pagarla per quello che ti ha fatto. Sia lui che il suo amichetto.."
"Dai Franz, non devi preoccuparti di questo.."
"Io.. se ci penso.."
Franz sembrava infastidito, ma anche determinato. Una fiammella brillava nei suoi occhi, come se stesse elaborando un piano preciso e studiato nei minimi particolari, mentre camminava accanto a me.
Arrivati davanti al portone Franz ricevette una chiamata, ma il cellulare gli si spense in mano, così mi proposi di farglielo ricaricare a casa mia, almeno il necessario per tenerlo acceso nel ritorno a casa. Mi sembrava il minimo. Franz accettò e salimmo in ascensore. Ancora quel silenzio imbarazzante.
La mia cameretta doveva essere sicuramente in disordine, e poi chissà cosa avrebbe pensato se avesse visto qualcosa di strano, come tutte le mie uniformi. Così evitai di farlo entrare, facendolo accomodare invece in cucina. Andai a prendere il caricabatterie, e al mio ritorno lui si era seduto, fischiettando, completamente a suo agio. Quella sua aria spensierata rasserenò anche me.
Così, aspettando che il suo telefono risorgesse a nuova vita, Franz mi disse che aveva pensato a qualcosa.
"Ecco cosa faremo. Noi adesso scriviamo un bell'sms al professor Bullonesi. Tu gli chiederai scusa per quello che hai fatto.."
"Che cosa?! Dovrei chiedere io scusa per come lui mi ha trattato?! Non se ne parla.."
"Aspetta! Ascolta il mio piano! Tu gli chiedi scusa, fai la parte di quello pentito, quello sottomesso come vuole lui.."
"...Non capisco. A che pro?"
"Beh, lui comincerà a fare di nuovo il porco schifoso che è, no?"
"Beh, credo di sì..."
"A quel punto tu gli darai un bell'appuntamento a scuola dopo le lezioni, ma qui entro in gioco io!" disse sorridendo e puntandosi il pollice al petto.
"E tu poi mi salvi e siamo punto e a capo, no?" dissi ridacchiando. Non capivo dove volesse arrivare.
"No! Io sarò lì a filmare tutto! Un professore che molesta un suo alunno, costringendolo a fare.. beh, chissà cosa ti chiederà di fare!! Potremo usare questo video per chiedergli tutto quello che vogliamo!"
"Si chiama ricatto, Franz." suggerii.
"Sì, ma lui se lo merita! Così potremmo fargli fare quello che vogliamo noi!"
"E questa si chiama manipolazione."
"Ma noi ce lo avremmo in pugno e finchè non ci darà delle risposte non andrebbe da nessuna parte.."
"Sequestro di persona."
"Ma insomma, Alex, stai un po' zitto, no?!"
Lo guardai con aria colpevole e lo lasciai parlare.
"Grazie. Non dico che quello che andremo a fare sarà corretto. Lo so benissimo, è una cosa brutta da fare. Ma Alex, dobbiamo avere giustizia! Lui non ci ha pensato due volte a giocare sporco con te. Ti ha usato. Ti ha ricattato per così tanto tempo con quei messaggi.." non faceva una piega. Era assolutamente vero, tutto. "Tu devi tornare a camminare a testa alta, a guardare negli occhi chi ti parla e non abbassare mai la testa per primo. Non c'è nulla di cui devi vergognarti, per questo lo facciamo. Perché tu devi essere sereno. Devi vivere sereno, questo è quello che mi importa."
Era chiaro che Franz non avrebbe mai fatto male a una mosca se non fosse stato strettamente necessario.
Era come se avesse preso la mia questione sul personale. Non capivo ancora bene il perché.
"A mali estremi, estremi rimedi" concluse.
Su di lui potevo contare, davvero.
***
Il professore mi diede appuntamento di sera in un parcheggio abbandonato. Lo scenario era tetro e mi sentivo come in un noir. In quello spiazzale desolato cassonetti buttati a terra dal vento e lasciati lì al loro triste destino facevano da casa ad una colonia di gatti randagi.
Io ero l'esca che brancolava nel buio, sperando che il piano funzionasse. Non avevo alcuna voglia di farmi toccare da quell'uomo viscido, quindi se qualcosa fosse andata storta per me sarebbe stata un'ulteriore violenza. Dovevo solo sperare che come nei romanzi d'appendice l'eroe comparisse proprio nel momento critico.
Franz mi aveva accompagnato lì sul suo fido destriero motorizzato verde smeraldo.
"Attieniti al piano. Fai quello che ti dice di fare, se ti mette le mani addosso sopporta, finchè non diventa violento. Cerca di farlo spogliare. Non sarà piacevole, me ne rendo conto. Ti prego, resisti, dopo di questo sarà tutto finito".
"Ok". Ero terrorizzato. Non ero più tanto sicuro di quel piano. Volevo solo darmela a gambe, ma decisi di fidarmi di lui.
"Un'altra cosa" mi disse, mentre si dirigeva a cavallo del suo scooter verso il nascondiglio che avevamo individuato in un ammasso di vecchi materassi accatastati e putrescenti in un angolo del parcheggio, "io sarò qui tutto il tempo, non sei solo nemmeno per un secondo."
Sorrisi, e mi incamminai verso il centro dello spiazzale.
Bullonesi non si fece attendere molto. Arrivò a bordo della sua modesta macchinina, si fermò proprio accanto a me ed aprì lo sportello.
"Buonasera..."
Guardai a terra senza rispondere.
"Dai, Sali".
Salii senza esitazione, emanando un'aria di sicurezza, mentre dentro di me ero un'esplosione di paure ed incognite.
"Sei stata molto scortese con me, lo sai?" disse afferrandomi il viso girandolo verso di lui. Da che era arrivato non lo avevo guardato negli occhi nemmeno per un secondo, ma in quel modo mi costrinse.
Stavo per distogliere lo sguardo, ma ricordai le parole di Franz. Non dovevo mai abbassare la testa per primo, dovevo andare a testa alta ed essere fiero di me. Le sue potevano sembrare frasi di circostanza, ma quelle parole avevano infuso in me un nuovo coraggio, inspiegabilmente.
"Mi scusi, professore, sono stata cattiva".
"Esatto. Avrai la tua punizione" disse, mettendosi le mani alla cintura, sbottonando la camicia. Quella sera quell'uomo non sembrava volermi fare del male. Probabilmente voleva soltanto svuotarsi le palle.
"Hai fatto come ti ho detto?"
Annuii. Il professore mi aveva chiesto per messaggi di indossare una giarrettiera, ma io non l'avevo messa.
"Bene" disse, iniziando a sbottonare anche la camicia. Gli tolsi gli occhiali, nella speranza che così ci vedesse meno e scongiurando il pericolo che potesse accorgersi di Franz che in lontananza ci stava filmando.
Lui si avvicinò e mi baciò. Sentii la sua lingua farsi strada nella mia bocca con una forza prorompente. Non si poteva certo dire che quell'uomo non fosse passionale, ma per me rimaneva un porco e non potevo perdonarlo. Purtroppo non potevo tirargli un ceffone, perché il piano voleva che continuassi quella farsa ancora un altro po'.
Sentii le sue mani percorrere il mio corpo, insinuarsi sotto la maglia e andare verso i capezzoli, che mi erano diventati turgidi perché sebbene non fosse una compagnia piacevole, avere accanto un maschio come lui destava in me sempre una certa eccitazione.
Ormai a torso nudo e con la cinta sbottonata mi chiese di aprire la patta dei suoi pantaloni e tirargli fuori l'uccello. Lo feci, e se lo prese in mano. Poi mi prese dalla testa e cercò di indirizzarla verso il suo membro. Opposi resistenza: avevo deciso che fosse abbastanza.
"Ehi, ma che fai?"
"Mi dispiace, professore, non questa volta."
"Cosa significa?"
"Significa che adesso lei rivelerà l'identità del suo amico, oppure tutti sapranno che porco è lei."
"Cosa stai tramando? Guarda che ti faccio male" mi disse in tono minaccioso.
"Io non lo farei se fossi in lei. In questo momento qualcuno sta filmando tutto. Davvero vuole rischiare la sua carriera per questo?" dissi, con la voce tremolante. Lui invece scoppiò a ridere.
"Vuoi che mi beva una storia del genere?"
Mi afferrò forte, mi faceva male. Mi prese le braccia dietro alla schiena, poi con una mano abbassò con vigore i miei pantaloni. Aveva una forza inaspettata ed io non riuscivo ad oppormi in alcun modo.
"Ah, non hai nemmeno messo la giarrettiera.. sei proprio una zoccola.."
"Basta professore! Così mi fa male!"
"Zitta troia, volevo fare il bravo, e invece sei solo una puttana ed è quello che meriti" disse, cercando di forzare il suo cazzone nel mio buchetto e strappandomi un urlo.
Stavo già iniziando a piangere quando l'abitacolo si illuminò di colpo. Dopo una brusca frenata sentimmo battere con forza al finestrino.
"Alex!! Buttati fuori!"
Ecco il mio principe lucente! Il professore fu sorpreso di apprendere che non stavo mentendo e per un attimo lasciò la presa. Raccolsi i miei vestiti, infilai solo il mio parka e scesi di corsa dalla macchina montando sullo scooter di Franz.
"Voi due me la pagherete!" urlò furioso Bullonesi.
Franz fiero e con un sorriso di sfida gli mostrò il dito medio.
Sfrecciammo via da quel posto e mi aggrappai a lui più forte che potevo. Le lascrime sgorgavano dai miei occhi senza arrestarsi. Singhiozzavo stringendomi a lui, che mi prese una mano.
"Va tutto bene ora," disse, "è finita".
***
Eravamo arrivati fino al vialetto poco illuminato che costeggiava casa di Franz su cui si affacciava il suo garage. Mi fece scendere tenendomi per mano, mentre io stavo attento a tenere chiuso il parka che copriva il mio corpo seminudo. Sgattaiolammo nel garage dove potei infilarmi la maglia e rendermi presentabile.
Quella era la prima volta che vedevo casa di Franz. Il garage era collegato al resto della casa attraverso una porticina che dava sulle scale di ingresso.
Salimmo le scale e Franz urlò a squarciagola "Maaaaa' sono a casa, c'è anche un amico!"
Dal corridoio sbucò una bella signora, coi capelli ramati del figlio ed un sorriso angelico.
"Piacere di conoscerti" disse rivolgendosi a me socchiudendo gli occhi, "io sono Miranda. Tu devi essere Alex, vero?"
"Sì, signora, mi scusi per essere piombato qui senza preavviso" risposi con una punta di imbarazzo.
Quella donna tra i trenta e i quaranta e dalla bellezza fuori dall'ordinario si portò le mani al viso in un sorriso serafico. "Non darmi del lei, ti prego, va benissimo Miranda."
"Certo, mi scusi ancora" le dissi, nel più totale imbarazzo. Lei mi sorrise ancora: proprio non ce la facevo a non darle del lei.
"Vabbè, ma', noi andiamo in camera che dobbiamo fare una cosa al computer!"
"Va bene tesoro."
Franz si chiuse la porta alle spalle e mi presentò la sua cameretta. "Benvenuto nel mio Regno" mi disse mostrandomi orgoglioso tutti i suoi tesori.
Mi fece accomodare sul letto. Il bellissimo copripiumino e le tende in tinta IKEA donavano alla sua stanza un'aria un po' indie, in evidente contrasto col tappetino raffigurante i dalmata della Carica dei 101 che faceva da base alla sua postazione da gamer, composta da una Play Station, uno schermo televisivo e pile e pile di videogiochi che si erigevano dal pavimento tutto intorno. Sebbene potesse sembrare infantile, pensai alla mia cameretta, così impersonale, ed apprezzai subito il fatto che Franz non avesse nessuna vergogna nell'essere sempre se stesso, senza filtri.
"Sei stato formidabile, lo sai?" mi disse sorridendo.
"Beh, Franz, in realtà tu sei stato formidabile. Sei arrivato appena in tempo."
"Ho solo combattuto per la mia Principessa Sissy!"
"Dai, non chiamarmi così" dissi abbassando lo sguardo, "mi imbarazza".
"Ok, se non ti senti a tuo agio la smetto subito" disse con una punta di dispiacere.
"Non è per questo.. è che sono un maschio e dovrei smetterla di.." dissi, senza accorgermi che mi stavo comportando esattamente come una femminuccia. Ma d'altronde, era difficile nascondere il vero me stesso anche a lui: di fronte a quel sorriso disarmante, potevo soltanto arrendermi abbassando le mie difese.
Franz non mi fece finire e mi afferrò la mano. Mi guardò dritto negli occhi avvicinandosi pericolosamente al mio viso.
"Ma a me, Alex, non dispiace affatto che tu ti senta diverso. A me piaci così come sei"
Gli occhi gli presero a brillare, e così doveva essere anche per me.
"Se sei così, io lo accetto. Ma di certo per me non sei uno scherzo della natura. Sei speciale."
Con una mano mi accarezzò il volto, avvicinando ulteriormente il viso. "Mi piace definirmi il tuo principe Franz. Quindi, quando ti chiamo Sissy, non è per prenderti in giro. Vorrei che fosse un nomignolo simpatico, tra me e la mia principessa..."
Il mio cuore batteva all'impazzata. Quella situazione aveva dell'assurdo. Perché mi stava dicendo quelle cose? Il mio migliore amico mi stava facendo battere il cuore come nessuno mai prima di allora, ed io non potevo far altro che pensare a quanto sarebbe stata fortunata la ragazza che un giorno sarebbe riuscita ad averlo.
Bussarono alla porta e sobbalzammo entrambi.
"Francesco, Alex, vi ho portato dei biscotti" disse la signora Miranda entrando. Ci lanciò un'occhiata veloce, appoggiò il vassoio sulla scrivania di Franz ed uscì rapidamente.
Eravamo entrambi in imbarazzo e non sapevamo cosa dire, quando mi vibrò il telefono.
Era un messaggio del professor Bullonesi, quindi lo dissi a Franz e lo leggemmo insieme.
"Se ci tieni a scoprire l'identità del tuo caro padrone sappi che domani sera io e lui andremo al cinema Lumiere a vedere lo spettacolo delle 21. Se volete giocare a fare l'eroe e la principessa, avrete sicuramente abbastanza coraggio da affrontarlo faccia a faccia."
Fine del messaggio.Io e Franz ci guardammo incerti sul da farsi.
"Ma che storia è questa? Scrivigli che deve smetterla di scherzare, o manderemo i video su internet. Sai, nelle riprese tu non compari mai in volto, ma lui invece sì."
La risposta a quelle minacce non si fece attendere. Un nuovo messaggio ci informava che non era uno scherzo e che avremmo potuto vederlo con i nostri occhi l'indomani sera.
***
Il cinema Lumiere aveva conosciuto giorni migliori.
Ultimo cinema tradizionale rimasto in città, si avviava definitivamente verso il declino a causa del drastico calo di clienti per l'apertura dei multisala ben più attrezzati nei centri commerciali. Proiettavano soltanto uno spettacolo alla volta e quella sera ci toccava un film d'azione. La cosa non mi entusiasmava, ma almeno a Franz quel genere piaceva. Ci eravamo disposti al centro dell'ultima fila, nella penombra della sala deserta, coi volti illuminati dal riflesso delle immagini dei trailer proiettati sull'ampio schermo.
Franz aveva preso una bustina di popcorn prima di entrare e l'aveva estratta dallo zaino, si era seduto scomposto come fosse a casa sua. In effetti in quel cinema era un po' come stare a casa, visto che nessuno veniva mai a controllare.
Il film era iniziato da un bel po' e di quei due nemmeno l'ombra.
Franz aveva messo la busta di popcorn al centro cosicchè potessimo mangiarli insieme, col risultato che più volte le nostre mani si erano sfiorate durante il film. Ogni tanto si avvicinava per commentare nel mio orecchio le scene, prevedendo quello che sarebbe successo dopo e facendomi fare un mucchio di risate.
Alla fine, le nostre mani presero il posto della busta al centro, l'una vicina all'altra. Franz prese ad accarezzarmi il dorso della mano con le sue dita, cercando il contatto.
Aveva tutta l'aria di essere un tenerone, che agognava attenzioni e coccole sincere. Non mi aveva mai parlato delle sue delusioni d'amore, ma sentivo in quel gesto un grido di disperazione. Non era forse così anche per me?
Senza distogliere lo sguardo da quello schermo, ma senza capirci niente, risposi a quel segnale esponendo il palmo della mano. Lui strinse le sue dita attorno alle mie e rimanemmo così senza pensare più a nient'altro: nulla aveva più importanza e senso di fronte a quel calore. Sono sicuro che anche lui stesse pensando qualcosa di simile. Con la coda dell'occhio notai che aveva girato la testa verso di me. Lo guardai anch'io: i suoi occhi brillavano nel buio.
"Sissy.. sei.. io..".Non so dire nel dettaglio cosa successe dopo. Se ci ripenso adesso, è come se il tempo si fosse dilatato attorno a noi, e noi due ci trovassimo in una fenditura irraggiungibile, in cui il tempo scorreva in modo diverso. La mia testa prese a muoversi senza che io ne fossi cosciente e si avvicinò alla sua. Riuscivo a percepire il suo calore, il suo profumo, le sue mani sicure tra i miei capelli. Socchiusi gli occhi. Non distinguevo più le voci degli attori in scena. Era tutto come ovattato. Tutto ciò che ricordo di quell'attimo fu il tenero bacio che le sue labbra restituirono alle mie.
***
Fine primo tempo.
Le luci si accesero e Franz si stiracchiò sbadigliando.
Alcune persone si diressero alla toilet, altre entrarono in sala.
"Ehi Franz! Eccoli! Sono loro" gli feci sottovoce indicando due uomini appena entrati che si stavano dirigendo verso le file centrali.
Franz aguzzò la vista e dopo un attimo lo vidi sbiancare in viso.
"Dobbiamo andarcene" mi disse nervoso.
"Cosa..? No, perché?"
"Ho detto andiamocene, Alex." D'un tratto, non ero più Sissy.
"Franz, aspetta! Cosa stai dicendo? Loro sono proprio lì, dobbiamo affrontarli, avevi detto che saresti stato il mio eroe.."
"Fa' come preferisci. Io me ne vado".
Si mise il cappuccio in testa, scavalcò la fila di poltroncine foderate di velluto rosso e mi lasciò lì sbalordito, tutto solo.
"Franz? Franz?!" Niente. Se ne andò senza girarsi.
In quel momento pensai che Franz fosse proprio un vigliacco. Lasciarmi lì tutto solo, proprio quando avevamo l'occasione di affrontare quei due maiali.
Ci ragionai ancora per un po', poi guardai davanti a me e vidi quei due uomini ridersela di gusto, fissandomi da lontano.
Era tutto un piano? C'era un motivo se Franz aveva reagito così? Sapevano qualcosa su di lui che io non sapevo?
Con tutti quei pensieri e la confusione più totale in testa, me ne andai di corsa anch'io. Franz non c'era più e nemmeno il suo motorino.
Quella sera avrei dovuto essere felice per quel dolce bacio, mentre invece ero sempre più con il morale a terra.
Mi sentivo deluso e tradito anche dall'unica persona su cui avevo pensato di poter fare affidamento.Provai a contattare Franz, ma non mi rispose mai.
Quella notte non chiusi occhio.
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Sissy Boy
RomanceAlex nasconde un segreto: nessuno immagina che sotto ai suoi abiti maschili Alex ami indossare biancheria femminile dai colori pastello in pizzo ricamato. In segreto Alex è Sissy, la bambolina di un uomo senza scrupoli, costretta a fare tutto ciò ch...