Capitolo VII - Completato

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Il telefono di Franz squillava a vuoto.

L'avrò chiamato una decina di volte sulla via del ritorno prima che inserisse la segreteria telefonica.
Non sapevo cosa pensare, così preferii dare tutta la colpa a Franz. Non avrebbe dovuto lasciarmi lì da solo, a maggior ragione sapendo che in quella stessa sala c'erano i due uomini che mi avevano fatto del male.
Non capivo perché fosse scappato, ma quello che più mi dava sui nervi era quel suo chiudersi in se stesso senza darmi spiegazioni. Era qualcosa che non tolleravo in nessuno, figuriamoci se potevo tollerare che a fare così fosse il mio migliore amico.
E poi c'era stato quel bacio..

Accecato dalla rabbia digitai su WhatsApp "sei una delusione totale" e premetti invio.
Solo un secondo dopo mi ero già pentito di quelle parole.
Mi strinsi il petto fra le braccia. Faceva freddo, ma non era nulla paragonato a quello che provavo dentro.
Sotto a quel cielo luminoso, ma senza nemmeno una stella mi sentivo più solo che mai.

***

"Questo pomeriggio ti aspetto davanti a quella piazzetta con la fontana.
Sarà l'ultima volta che ci vediamo. Voglio darti del materiale utile per l'esame.
Non temere, nessun secondo fine. Ho già avuto la mia rivincita.

-Bull"

Questo fu il messaggio che lessi dopo essermi svegliato da una notte di pianto e di incubi confusi.
Il professor Bullonesi aveva sicuramente qualcosa in mente, ma non mi importava più. Avevo pensato a lungo a quello che era successo la sera prima e non ero più sicuro che Franz si fosse comportato in quel modo senza motivo.
L'invito di Bullonesi cadeva a pennello. Gli avrei chiesto – oltre a lasciarmi in pace – di spiegarmi cosa fosse successo davvero la sera prima.
La piazza in cui dovevo vedere il professore era molto lontana da casa. Mi incamminai nel primo pomeriggio sfruttando l'occasione per fare una bella passeggiata e schiarirmi un po' le idee.
Arrivato in anticipo, mi sedetti su una panchina col mio fidato iPod, ascoltando un album dopo l'altro. Il tempo passava e del professore neanche l'ombra.
Controllai le chat sul cellulare. Niente neanche lì. Notai che Franz aveva visualizzato il messaggio, ma non aveva risposto. Bella merda.. Mi alzai e decisi di entrare in gelateria per ammazzare il tempo.
C'erano tanti gusti. Ci misi un bel po' per decidere, ma alla fine scelsi un bel cono nutella e pistacchio.
All'uscita dalla gelateria non potevo credere ai miei occhi: poco distante era parcheggiato lo scooter verde di Franz. Lo cercai con lo sguardo, ma notai dall'altro lato della strada un'automobile a me molto familiare: quella su cui passava a prendermi Lui.
Col cuore a mille, presi a girare intorno alla piazza, cercandoli ovunque, finchè non li vidi su una panchina al centro, l'uno accanto all'altro. Ero proprio dietro di loro ed ero sotto shock.
Mi squillò il cellulare. Franz riconobbe la mia suoneria e mi guardò sconvolto.
Non dissi niente. Lui fece altrettanto.
Indietreggiai guardandolo fisso negli occhi. Inciampai nelle radici scoperte di un albero lì vicino e caddi a terra. Franz si alzò istintivamente di scatto, mentre Lui, che aveva osservato la scena in silenzio, sorrise sadico.
Mi rialzai in un attimo e me ne andai in fretta.
Sentivo Franz chiamare il mio nome, ma non mi fermai.
Il cellulare aveva smesso di squillare e c'era un nuovo messaggio di Bullonesi.
Era una mail con allegato. Era una vecchia foto raffigurante un bel quadretto famigliare: sulla sinistra c'era un giovane uomo che aveva circa la mia età, che teneva per mano un bellissimo angioletto dai capelli rossi ed un sorriso smagliante, al centro della foto. Sulla destra una giovane mamma stringe l'altra mano della creatura nella sua.
Conoscevo tutte e tre quelle persone: la bellissima mamma di Franz, il mio Lui, entrambi giovanissimi, ed il piccolo Franz quando aveva 4 o 5 anni. Non sentii le lacrime accumularsi, ma le sentii rigarmi il viso.
Chiusi l'allegato e lessi le due righe in didascalia:
"Famiglia Borghetti, tanti anni fa.
PS: riconosci il tuo amichetto nella foto?"

Sissy BoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora