Capitolo IV - Confuso

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Tip tip tip. Appena arrivato a casa mi misi subito al computer per cercare di capire. Non che una macchina potesse davvero darmi delle risposte, ma almeno ci provai. Ero sconcertato. Aveva ammesso candidamente di tradirmi ed anzi, che essendo la sua sissy avrei dovuto accettare qualunque cosa lui decidesse. Mi sentivo di aver sbagliato tutto.

Così aprii il browser e digitai su Google quella parola: sissy. Quello che ne uscì fuori è che Sissy è un comune francese, ma subito dopo trovai quello che cercavo, su Wikipedia.

<<Sissy (da sister, anche sissy baby, sissy boy, ecc.) è un termine peggiorativo che indica un ragazzo o un uomo che viola o non incontra il ruolo standard del genere maschile. Di solito, essere sissy implica una mancanza di coraggio, forza, coordinazione, testosterone, libido maschile, autocontrollo, caratteristiche tradizionalmente attribuite al ruolo maschile. Un uomo può anche essere considerato sissy per i suoi interessi tipicamente femminili (per esempio la passione per la moda), per mostrare comportamenti effeminati (per esempio l'utilizzo di prodotti per capelli o per le sue movenze), per essere poco atletici oppure omosessuali. È approssimativamente il contrario di maschiaccio (una ragazza con tratti o interessi maschili), ma con una connotazione negativa. Anche nella comunità gay, comportamenti ritenuti femminili o esagerati producono reazioni contrastanti.
La reazione negativa culturale contro verso i "sissy boys" è detta sissyfobia.>>

Avevo l'impressione di essere stato ingannato fin dall'inizio: quello che per me era sempre stato il suo modo personale di amare e vivere le relazioni adesso ad un tratto mi appariva soltanto un gioco per soddisfare un suo capriccio. Lui vedeva altre persone, donne, tante donne con cui si divertiva esattamente come ogni tanto si divertiva con me. Aveva una sissy, una moglie santa e immacolata, una milfona sadomaso, aveva un giocattolo per ogni sua fantasia. Solo che tutte loro erano al corrente di essere soltanto questo per lui, e lui stesso era un'evasione dalla vita reale per tutte loro, mentre io avevo commesso il grave errore di permettere che quella fosse tutta la mia vita, ed illudermi al contempo che anche io fossi tutta la sua vita. Tutto ciò su cui basavo la mia esistenza era crollato in un istante e non lo avevo ancora metabolizzato quando venni colto senza volerlo da un'altra esperienza, all'improvviso, facendo la spesa.

Dal giorno in cui il magazziniere mi aveva visto rientrare in casa seminudo mi ero guardato bene dall'incrociare il suo sguardo, e le mie visite al supermercato si erano ridotte all'osso. Ci andavo solo quando era davvero indispensabile per rifornirmi di acqua minerale, mentre preferivo comprare tutto il resto ad un market ben più lontano da casa, ma almeno non avrei dovuto incontrarlo, sebbene da quando mi ero trasferito più volte avevo fantasticato su di lui. Non era bellissimo, ma estremamente attraente, un bel vitellone di qualche anno più grande di me, con un ben fisico robusto. Non era palestrato, ma tonico. Lo vedevo spostare carichi pesanti da un lato all'altro del negozio, ed ogni volta che sollevava qualcosa inarcava la schiena all'indietro regalandomi la splendida visione del suo pacco gonfio dietro ai pantaloni da lavoro. Essendo quei suoi pantaloni così spessi, mi sono sempre domandato quanto doveva essere grande davvero, per apparire già enorme con quella divisa addosso. Un'altra cosa che avevo notato erano le scarpe quasi sproporzionatamente grandi rispetto alla sua statura. Decisi che doveva avere tutto enorme. In poche parole, mi faceva sangue.

Mi ero informato su di lui, era fidanzato da anni con una ragazza di un paese appena fuori città, e le mie speranze di stare concretamente con lui si erano subito infrante, ma le mie fantasie non si erano affatto affievolite.

Quel giorno entrai come al solito a testa bassa, percorsi furtivamente le corsie fino agli scaffali delle bevande, ma lo trovai lì a sistemare dei fardelli di acqua ed ebbi un sussulto, poi mi girai verso lo scaffale e mi abbassai ad afferrare un fardello d'acqua per ciascuna mano. Rialzandomi lo sentii appoggiato dietro di me, facendomi apprezzare il gonfiore del suo pacco ed allungando una mano sulla coscia.

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