Martedì sera

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Era la campanella per il cambio di classe. ‘Oh no! NO!’, pensò tra sé. Finì di vestirsi e corse fuori dalla porta. Quando fu vicino all’ufficio del preside, mancavano soltanto una scala e un corridoio, sentì un miagolio acuto provenire dal piano superiore.

Il cuore di Harry correva mentre i suoi piedi correvano sulle scale. Quando girò l'angolo, Snape non era visibile. Invece c'era Malfoy. “Ah! Hai visto la sua faccia? Si è spaventato così tanto quando gli ho tirato la coda.” Rise ai suoi amici. Harry perse il controllo, afferrò Malfoy per il collo e lo spinse contro il muro.

“Cosa cazzo gli hai fatto, Malfoy?”, urlò e tenne la bacchetta contro la sua gola. La rabbia aveva reso più grandi i suoi occhi e Malfoy più pallido.

“N-non ho fatto niente!", si lamentò Malfoy. Pansy cercò di lanciare un Expelliarmus su di lui, ma la presa sulla sua bacchetta era così forte che fu inutile.

“Ti ho appena sentito dire che gli hai tirato la coda! Se scopro che lo hai ferito di nuovo, in qualsiasi modo, sei MORTO Malfoy.”, avvertì mentre la sua voce si faceva pericolosamente bassa. Superò quindi Malfoy e si diresse verso l’ufficio del preside.

Quando raggiunse il gargoyle a guardia delle scale, notò che a terra, nella polvere, c’erano piccole impronte e piccolo gocce vicine. Il suo gattino stava piangendo per la terza volta quel giorno. “Cauldron cakes”, disse con il cuore appesantito e salì le scale. Aprì lentamente la porta e vide il preside che fissava il camino.

Severus sedeva a gambe incrociate davanti al camino tenendosi la coda. Harry lo guardò da vicino e fredde lacrime scorrevano sul suo viso e dal suo naso. Superò tranquillamente il preside. Gli occhi di Dumbledore si illuminarono quando vide Harry. Colui che poteva rallegrare Severus era lui.

“Può darci un momento?” sussurrò Harry.

“Si, penso che andrò in cucina e farò una richiesta per il pranzo.”, sussurrò il preside di rimando. Si alzò dalla sua poltrona e uscì dalla stanza. Ma prima di andarsene, guardò Snape e poi Harry con un’espressione triste sul viso. Aspettò fino a quando uscì per vedere se Severus fosse andato da lui, ma non lo fece. Harry ricordò un incantesimo che aveva trovato leggendo dei neko. L'incantesimo l'avrebbe trasformato in mezzo gatto. Perché, quando un neko era veramente sconvolto, solo la presenza di un altro neko lo calmava.

Harry pronunciò l’incantesimo silenziosamente e si accovacciò accanto a Severus. “Gattino?” chiese in un piccolo sussurro. Severus inspirò e lentamente girò la testa. I suoi gonfi occhi rossi si allargarono scioccati. Harry aveva una coda marrone scura e due orecchie a punta. Harry aprì le braccia e disse “Vieni qui, gattino.”

Non appena quelle parole lasciarono la sua bocca, Severus si gettò tra le sue braccia. Harry lo raccolse e lo mise sul divano. Harry affondò la testa nei capelli di Snape. Una volta a suo agio sul divano, Harry emise un lieve, calmo, costante ronzio, e gli sfregava dietro le orecchie. Non molto tempo dopo il respiro di Snape si calmò e inclinò la testa al tocco. Harry seppe che Snape si sentiva meglio quando iniziò ad emettere fusa basse e profonde.

Harry scoprì che gli piacevano le fusa di Snape. Si addicevano a lui. Harry fece qualcosa che, normalmente, gli avrebbe garantito una detenzione a vita. Baciò la fronte di Snape. Snape guardò Harry negli occhi, poi fece qualcosa che Harry non pensava Snape fosse capace di fare. Mostrò il suo affetto ad Harry, sporgendosi e baciandolo sul naso. Tutto quello che Harry poté fare fu sorridere al suo gattino. Appoggiò la fronte alla sua. “Ti senti meglio, gattino?”

“Un po'.” Snape rispose con voce bassa.

“Perché non mi dici cosa c’è? Forse posso sistemarlo.”

Harry's New Pet ||Snarry|| ||italian translation|| ||Completa||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora