Insetti alieni

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Mi svegliai lentamente, sentendo la testa pulsare. C'era un concerto rock nel mio cervello? Pensai distrattamente che non appena mi sarei alzata avrei dovuto prendere un Moment Act.
Il ricordo di un sogno bellissimo si risvegliò nella mia mente. Avevo sognato il Louvre, ma non era quella la parte bella: al Louvre mi ci aveva portato il Dottore, con il Tardis! Che peccato svegliarsi da un sogno così.
Istintivamente mi toccai la testa nel punto in cui mi faceva male, senza ancora aprire gli occhi. C'era un bernoccolo? Mi lamentai.
Cos'era successo?
-Oh, finalmente sveglia?- chiese una voce. Aprii gli occhi e mi alzai a sedere senza pensarci. Pessima idea, ecco che la mia testa pulsava di nuovo e più forte di prima. Mi ci volle qualche secondo prima di guardarmi intorno.
-Quindi non era un sogno?- chiesi, stupita. Ero dentro al Tardis, ma una parte che non avevo mai visto: probabilmente mi trovavo sotto la console, perché c'erano cavi ovunque, che venivano dall'alto.
-No, non era un sogno e sta' tranquilla, quasi tutti svengono. Anzi, se devo dirla tutta, secondo te Dante da dove ha preso l'ispirazione degli svenimenti nella Divina Commedia? Ora, stai stesa qualche secondo, per riprenderti. Hai sbattuto la testa. Colpa mia. Sai, non immaginavo che saresti svenuta.- disse il Dottore, sorridendomi mentre armeggiava con alcuni cavi. Arrossii.
-Quindi tu esisti?- chiesi, ancora incredula nonostante le prove. La testa andava un po' meglio, ma ancora non osavo alzarmi.
In realtà, avevo paura che muovendomi avrei messo fine a quel mondo, a quella fantasia o sogno.
-Esisto. Non saprei come altro dimostrartelo. Va meglio? Prendi questa.- disse, porgendomi una piccola pasticca rosa e un bicchiere d'acqua, che aveva preso da chissà dove. -Ti aiuterà, non ha effetti indesiderati, a meno che tu non consideri "effetti indesiderati" una leggera levitazione che dura un paio di giorni, ma non tutti ne sono affetti, anzi, in realtà molto pochi purtroppo.-
Alzai gli occhi al cielo mentre parlava e buttai giù la pasticca senza farlo finire, consapevole del fatto che non avrebbe mai smesso di parlare. Cosa che non mi infastidiva per niente, anzi, era la cosa migliore che mi fosse mai capitata.
Cominciò a fissarmi, con aria di aspettativa, e lo lasciai fare, finché non mi sentii a disagio e borbottai:-mi dispiace, ma non sto levitando e non mi sento strana, se dovesse succedere ti avvertirò. Ora possiamo preoccuparci di quegli insetti là fuori? Cioè, fuori da scuola mia?-
-Giusto, gli insetti.- disse all'improvviso e, come se avessi premuto il tasto "on", cominciò di nuovo a parlare velocemente. Salì le scale e tornò al piano di sopra, alla console, ed io lo seguii, affascinata sempre di più. -beh, la buona notizia-, continuò, -è che sono riuscito ad identificare cosa sono e da dove vengono. Non so ancora come siano riusciti ad arrivare qui, ma so come farli tornare da dove sono venuti.-
Armeggiò con gli strumenti e mi guardò con sguardo soddisfatto. Aspettai che continuasse, ma non ne sembrava intenzionato. Così sospirai e chiesi:-e la cattiva notizia?-
-Oh! Perché voi esseri umani siete sempre così cupi? Perché non vi basta sapere la buona notizia?- disse, indignato, mentre il suo sguardo soddisfatto spariva. Aspettai, paziente. -Okay, la cattiva notizia è che sono insetti carnivori. Puntano una preda e la divorano in pochi minuti.-
Trasalii, terrorizzata. Ottimo, le due cose che più mi facevano paura: gli insetti e la possibilità di essere mangiata.
-Ma da quanto sono qui?- chiesi, cercando di distrarre la mente dall'immagine nella mia testa: persone divorate da enormi calabroni.
Rabbrividii.
-Non saprei dirti con certezza... ma quando li abbiamo visti, avevano appena mangiato, altrimenti non saremmo riusciti a scappare: volano molto più veloce di un'auto.-
-Quando dici "mangiato" vuoi dire...?-
-Voglio dire,- mi disse lui, guardandomi dispiaciuto, -sai di qualcuno scomparso recentemente?-

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