Awakening

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-Miller.-lo richiamò Nina mentre Eddie usciva dalla camera da letto con indosso solo i pantaloni e i capelli tutti scombinati. Sembrava un dio.
-Dimmi.-rispose lui mentre cercava nel cassettone del primo piano una maglietta: in quelle settimane di convivenza i due erano diventati praticamente una persona sola, a volte in casa giravano entrambi in biancheria e tra di loro non c'era imbarazzo e non c'era mai stato. Ogni tanto si apprezzavano a vicenda, ma se qualcuno avesse insinuato, in quella situazione, che tra loro potesse scattare quel tipo di attrazione, si sarebbe sbagliato di grosso: le avances dell'oscuro di Eddie erano sempre respinte dal doppio di Nina che amava ancora Fabian e non permetteva che entrambi, seppure influenzati, commettessero sbagli.
-Capisco che qualche settimana senza sesso ti sconvolga, ma evita di portarti a letto Patricia quando ci sono io in casa.-disse lei mentre gli lanciava una maglietta nera smanicata con sopra stampata una "X" bianca.
-Scusa, ma si è presentata davanti alla porta piagnucolando, poi mi ha baciato e allora ne ho approfittato.-disse lui con nonchalance mentre si sistemava i capelli allo specchio.
-Non credi di averla fatta soffrire?-chiese lei. Si guardarono per qualche secondo seri, poi cominciarono a ridere.
-Ti sembro uno a cui importa?-chiese lui tra una risata e l'altra. Nina rise ancora di più e annuì. Poi tornò seria.
-Ma la prossima volta avverti. Non voglio sentire un'altra volta gli strilletti della tua Yacker che, ammettiamolo, si merita pienamente quel soprannome.-disse Nina scoppiando a ridere di nuovo, mentre Eddie la seguiva a ruota, per poi uscire dalla casa diretti a lezione.

-Ho fallito... Miseramente.- mormorò Patricia, ancora avvolta dalle lenzuola bianche del letto matrimoniale della casa dei due oscuri. Piccole lacrime solcarono le sue guance, i singhiozzi ruppero il silenzio di quella casa ormai vuota. Sentire la conversazione tra i due l'aveva psicologicamente uccisa e lei non riusciva a fare nient'altro che rimanere ferma in quel letto maledetto, vittima della sua stessa ingenuità. Era una stupida, continuava a ripeterselo, per aver anche solo pensato che amarlo potesse salvarlo davvero, aveva giocato tutte le sue carte ed era stato inutile: Eddie era perduto. E si sentiva sola, senza il suo punto fisso, senza la persona che riusciva a far battere il suo cuore come nessun altro. Si guardava intorno, come alienata, quasi non ricordava come tutto quello potesse essere accaduto mentre alcuni flash della notte appena trascorsa le tornavamo in mente peggiorando il suo stato emotivo. Voleva muoversi, voleva fare qualcosa, magari cercare il rubino nascosto nella casa, ma restava lì, pietrificata, senza emettere fiato.

-Questo dannato casino deve finire!- gridò Joy, infilandosi alla rinfusa la divisa, dopo la lezione di educazione fisica della prima ora, per correre a recuperare la sua migliore amica dal guaio in cui si era andata a cacciare. Quella mattina, erano tutti convinti, o più che altro speranzosi, che Patricia si facesse vedere a scuola insieme a quello che doveva essere il suo ragazzo e Nina. Dopo aver visto che lei non era arrivata a scuola insieme a loro, si erano tutti preoccupati, ma ormai non c'era più tempo per uscire furtivamente da scuola perché il professore li aveva già catturati.
Così Joy correva attraverso il campus come una disperata, non sapendo di preciso cosa si aspettava di trovare in quella casa che era diventata più tetra di Anubis. Giunta davanti alla porta, si trovò a dover inserire il codice per sbloccarla, ma non aveva idea di quale potesse essere. Chiamò a gran voce il nome della sua amica, sempre più nel panico, ma nessuno rispondeva. Provò a fare un giro intorno alla casa e trovò una finestra aperta, ma il problema era che quella era troppo in alto e la costringeva ad arrampicarsi.
-Guarda tu per salvare un'incosciente cosa mi tocca fare.- borbottò tra sé e sé, mentre scalava il muro. Riuscì ad issarsi dentro la casa, corse alla ricerca di Patricia e quando la trovò le si spezzò il cuore: lei era stesa tra le lenzuola bianche del letto matrimoniale, lo sguardo vitreo e le guance solcate da lacrime.
-Trixie, ehi.- la chiamò, avvicinandosi, ma l'amica sembrava non rispondere. Joy prese in mano la situazione e iniziò a rivestirla come se fosse una bambina.
-Joy...- mormorò debolmente, mentre veniva tirata fuori da quelle coperte maledette.
-Non fa niente, tesoro, ci sono io adesso.- la rassicurò, mentre le infilava le scarpe della divisa che aveva recuperato in giro per la stanza -Andiamo, ti porto a casa.- la aiutò a scendere le scale e, dopo averle messo il suo cappotto sulle spalle, la guidò fuori dalla casa, diretta al dormitorio. Inviò velocemente un messaggio al gruppo per comunicare che aveva trovato Patricia e la stava riportando a casa, ancora sconvolta dallo stato in cui l'aveva trovata. A piccoli passi, raggiunsero il dormitorio, Joy la lasciò sul divano, dopo averla coperta con un plaid e le andò a preparare una bevanda calda.
-Vuoi parlarne?- le chiese dolcemente, ma la rossa le lanciò un'occhiata eloquente.
-Non c'è niente di cui parlare, sono stata una povera ingenua.- rispose dopo aver sorseggiato la cioccolata calda, a metà tra il sarcastico ed il lamentoso.
-Patricia...lo sai che non ti giudicherei mai, ma per quanto tu lo ritenga stupido, il tuo gesto è il tentativo disperato di una ragazza innamorata, anzi mi sorprende che tu abbia resistito tanto.- le disse, facendola sorridere alla fine.
-Dovrò prepararmi alla strigliata degli altri.- sbuffò, cominciando a tornare in sé stessa: la roccia impenetrabile che tutti conoscevano, che in fondo aveva un cuore tenero ed era capace di amare incondizionatamente. O che era capace di innaffiarti con latte o liquidi non identificabili da testa a piedi. Eddie in lei scatenava entrambe le emozioni, perché era tanto scemo quanto affettuoso e, seppure in quel momento pensare a lui la faceva sentire solo infinitamente triste, continuava ad amarlo senza limiti, fiduciosa che prima o poi sarebbe tornato il goloso aspirapolvere da frigorifero più carino che conoscesse.

Si sentì una porta spalancarsi e tutto il gruppo di Anubis si precipitò nel salotto. Non appena la vista di Patricia figurò davanti ai loro occhi, scattarono verso il divano.
-Guai a voi se vi azzardate a chiedermi come sto.- intimò minacciosa la ragazza, strappando un sorriso a tutti.
-Come possiamo essere sicuri che lui non le abbia fatto niente di...magico?- domandò Alfie, dubbioso.
-Ti mostrerò quanto è magica una brocca piena d'acqua, Alfie.- replicò lei, fulminandolo con  lo sguardo. Lui rimase indignato e offeso dalla risposta ottenuta e mise su il broncio.  Dopo aver incontrato il custode, che li cacciò dalla casa, si diressero alla sala comune della scuola, trovandovi Eddie e Nina che ridevano e scherzavano come se non fosse successo niente.
-Tu!- gridò Fabian, furioso-Sei un lurido bastardo!- attirò subito l'attenzione del biondo che si alzò dal divanetto e fece giusto in tempo per ricevere un bel pugno in faccia. Una cosa che non lo rese decisamente molto felice.
-Insulso mortale, come ti permetti? - pronunciò Eddie, ma quella non era la sua voce. Fabian sgranò gli occhi e si immobilizzò, scioccato da quella nuova reazione.
-Ti ho già permesso di prendermi a pugni una volta, fallo ancora e sarà la tua ultima azione da vivo.- lo minacciò, con gli occhi rossi e lo sguardo terrificante.
-Tu non fai niente?- mormorò in un flebile sussurro, il moro, alla ragazza rimasta seduta che guardava con attenzione la scena.
-Dimenticatela, principino senza speranze. Lei è mia adesso.- replicò Eddie, riportando l'attenzione su di lui.
-Vacci piano, Miller.- esclamò, con gioia di Fabian, Nina ridacchiando. Il biondo cambiò subito approccio e sembrò tornare normale.
-E sia chiaro.- continuò lei, seria-Io non sono di nessuno. Eddie alzò gli occhi al cielo e, dopo aver recuperato la giacca, guidò Nina fuori dalla stanza. Fabian rimase solo, a rimuginare su quanto appena accaduto e concluse una teoria non molto accomodante: il tempo stava scadendo, il processo di corruzione dei Prescelti Puri stava accelerando.

Alla fine delle lezioni, tutti si rintanarono in casa Anubis per riposarsi in vista del weekend di ricerca del rubino.
-Se le cose andassero storte, per qualsiasi motivo, pensi che tra noi funzionerebbe?- esordì Patricia, sdraiata sul divano, accoccolata a Fabian.
-Non so, non credi che ci ricorderemmo a vicenda il passato?- rispose lui dubbioso, sospirando. Come aveva detto lei, erano tempi difficili e pensare al futuro era un'azione troppo rischiosa sapendo cosa c'era in ballo.
-Sì, ma potremmo sostenerci se saremo vittime dello stesso dolore.- replicò ancora lei, sconsolata e amareggiata dall'idea di poter perdere Eddie.
-In tal caso credo che funzionerebbe.- affermò lui, con un'alzata di spalle.
-So che la ameresti per sempre.- continuò lei, dopo qualche attimo di silenzio. Lo vide sorridere tristemente. Anche se faceva tutto parte del piano di Nina, il suo amore per lei non sarebbe mai cambiato per lasciare spazio all'odio.
-Anche io so che lo amerai per sempre.- rispose, quindi, il ragazzo.
-È un destino condiviso il nostro, forse.- ipotizzò ironicamente la ragazza, mentre Fabian le lasciava poggiare la testa sulla sua spalla.
-Sarò sempre qui con te quando mi vorrai, Patricia, siamo amici.- lei si girò a guardarlo, dal basso, poi tornò a fissare il vuoto davanti a sé.
-Anche tu, puoi sempre contare su di me.-



BONJOUR, BUENOS DIAS, BUONGIORNO
Come avete passato le vacanze di natale?
Qui a scuola ci cadono tegole in testa🏚️
Dunque, abbiamo fatto un po' di luce per quanto riguarda l'#AnubisSide e sui tanti casini che stanno accadendo. Ne deve ancora passare di acqua sotto ai ponti 😏😈
Alla prossima, stay tuned :)
Elena

Bads-The Dark SideDove le storie prendono vita. Scoprilo ora