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Harry Styles in quel quartiere, non si era mai visto prima. Tutti quelli che lo vedevano, restavano a bocca aperta.
Il suo infatti non era per niente un abbigliamento adatto al luogo in cui si trovava, era troppo elegante con quella camicia bianca, i pantaloni neri non troppo stretti, i mocassini ed il cappotto anch'esso nero.
Ma infatti Harry non sapeva neanche come ci fosse arrivato lì: dopo la lite con suo padre aveva camminato per ore con lo sguardo basso, per sfogarsi. Voleva scappare da quella realtà, non la sopportava più. Perché proprio lui doveva sposare quella donna?

Miss Hemingway non era affatto una brutta ragazza, ma il problema di fondo era che ad Harry le ragazze non piacevano in generale. Ma suo padre, avendo la mente bigotta dei grandi proprietari inglesi, credeva che le preferenze di Harry avrebbero infangato il nome della loro famiglia, e aveva trovato per lui una sposa. Di una famiglia ricca, ovviamente. Il matrimonio conveniva ad entrambi i padri.
Ed Harry si era ribellato, aveva detto che nipoti da lui non ne avrebbero avuti, perché non ne avrebbe fatti con una persona che non amava. Ma niente, niente, niente da fare. Suo padre non voleva ascoltarlo, e sua madre non aveva affatto voce in capitolo.

Un matrimonio combinato! Ma come gli viene in mente?! Borbottava Harry tra sè e sè, quando sentì un rumore assordante provenire da sopra la sua testa, ed il suo piede calciò involontariamente un sassolino. Alzò la testa, e vide che si trovava nella periferia. Il rumore proveniva dalle rotaie del treno che era passato sui binari del ponte sopra di lui.
Quando il rumore andò sfumando fino a scomparire, Harry si guardò intorno. Lì non ci era mai stato, perché glielo avevano sempre impedito di andare nelle periferie. Perché lì c'era gente cosiddetta  "inaffidabile". O dall'aspetto inaffidabile. Harry ha sempre odiato i pregiudizi.

Harry continuò a camminare. In quel posto le case erano molto diverse da quelle che lui era abituato a vedere, erano più piccole, i muri avevano la vernice più consumata e da qualche parte la calce era caduta. Le strade erano più sporche; qualche bici qua e là; un gruppo di bambini e bambine che giocava a "cinque si schiaccia", ma con un pallone da calcio. Harry sorrise nel vedere la gioia dipinta nei volti di quei bambini, vestiti con un abbigliamento semplice, e non come dei confetti, come Harry era abituato a vedere i bambini vestiti.

Al ciglio della strada, il vento era più forte ed i ricci di Harry gli finirono sul viso, impedendogli di vedere bene. Portò le dita a spostarli e notò un gruppo di adolescenti seduti su un muretto. Ad Harry sembravano quei tipi di ragazzi menefreghisti e sregolati, "inaffidabili". Ma ad Harry non sono mai piaciuti i pregiudizi.

Harry non voleva essere visto però, e fece per allontanarsi, quando sentì una voce urlare: "Hey, bellezza!" E si girò, anche se non pensava fosse rivolto a lui.
"Sì, proprio tu!" Esclamò di nuovo la voce, ridacchiando appena. Proveviva da un ragazzo, con i capelli tinti di un blu acceso, un labret, un orecchino ed un industrial allo stesso orecchio. Aveva degli skinny neri strappati, con una catena che gli scendeva sulla coscia le cui estremità erano appese a due cinturini dei suoi pantaloni; ed una canotta nera e larga, che lasciava scoperte le braccia tatuate. Stava seduto sul muretto con le gambe aperte, che penzolavano fuori, ed il viso girato per guardare Harry. Sorrideva, e la prima cosa che il riccio si ritrovò a pensare fu che era davvero bellissimo. E notò anche uno smily.
I tratti del suo viso catturarono l'attenzione di Harry, che si perse ad osservare quanto perfetti fossero. Sbattè le palpebre come per risvegliarsi. 

"Dici a me?" Chiese Harry. Era solo apparte quei ragazzi in quella strada, però lo chiese lo stesso.
Il ragazzo che aveva parlato ridacchiò ancora.
"No! Dico a quel bellissimo albero accanto a te" rispose ironicamente, facendo cenno con il mento ad un albero che si trovava accanto ad Harry.
Il riccio alzò un sopracciglio, non sapendo bene come reagire, ma il ragazzo parlò ancora prima che potesse farlo lui: "È ovvio che dico a te! Vieni qui."

Un po' titubante, Harry si diresse verso di loro, le mani ancora nelle tasche del cappotto.
"Cosa c'è?" Domandò, guardando il ragazzo ancora seduto sul muretto. 
"Che ci fai qui?" Chiese di rimando lui, nella voce c'era una punta di divertimento, come se ci trovasse qualcosa di ridicolo in Harry. Il quale, intanto, era in imbarazzo.
"Niente... stavo facendo un giro" rispose il riccio facendo leggermente spallucce.
"Un giro qui? Sentiamo, come ti chiami?" Fece il ragazzo, mentre con un balzo scendeva dal muretto per trovarsi in piedi di fronte ad Harry. Era più basso di lui, ma comunque Harry si sentiva piccolissimo sotto il suo sguardo indagatore. I suoi occhi erano blu, profondi come il mare, e sembravano perforare il povero Harry, che intanto stava cercando di non affogare nella loro profondità.

Gli altri amici intanto, se ne stavano a guardare la scena, come se si aspettesero che il ragazzo dai capelli blu facesse qualcosa di magnifico.
Alcuni erano ammirati, altri avevano solo un piccolo ghigno.

Harry sospirò prima di rispondere. "Harry Styles." Il suo cognome provocò la stessa reazione di sempre: facce sorprese. Stavolta anche un fischio da parte del ragazzo dai capelli blu.
"Ohoh" fece ridacchiando, "Guarda un po' chi abbiamo qui, un figlio di papà!"
Il riccio alzò gli occhi al cielo.
"Che ci fa uno come te da queste parti? Tra la gente inaffidabile?" Chiese ancora il ragazzo, incrociando le braccia vicino al petto.
"Te l'ho già detto" disse Harry, "Stavo solo facendo un giro."

"Non essere aggressivo, non ti dona" disse serio il ragazzo, e sul viso di Harry quasi comparve un sorriso.
"Tu come ti chiami?" Domandò.
"Louis" rispose semplicemente il ragazzo, senza specificare il proprio cognome. Fece qualche passo verso Harry, "E quanti anni hai?"
"Venti" rispose timidamente Harry, facendo un piccolo passo all'indietro. Louis si accigliò e fece un passo avanti.
"Non ti mangio, tesoro" fece ridacchiando. Harry sperò di non essere arrossito a causa del nomignolo.

"Non ancora" fece un ragazzo bruno dietro di lui, con una nota divertita.
Solo allora Harry colse il doppio senso, e guardò il ragazzo moro, bellissimo come il suo amico.
"Non-" provò a dire, ma venne interrotto ancora.
"Sh, non dargli retta" disse Louis scuotendo una mano.

"E tu quanti anni hai?" Gli chiese Harry.
"E che te ne frega?" Il riccio si ritrovò di nuovo senza sapere cosa rispondere.
"E a te che frega di quanti anni ho io?" Ribatté poi, avendo trovato le parole giuste.
"Si chiama flirtare" rispose prontamente Louis.
Harry lottò contro le sue labbra per farle rimanere chiuse, e non spalancate. 

Flirtare? Con lui? Un ragazzo così bello,
che flirtava.
Che flirtava con lui!
Harry era felice. E sorrise, mentre le sue gote si coloravano di una sfumatura di rosso.

"Ci si vede in giro, tesoro" Disse Louis con un piccolo sorriso, e sorpassò Harry dandogli una leggera spallata, che però non gli fece male. Tutti i suoi amici lo seguirono, ma non rivolsero la parola al riccio, che si girò a guardarlo camminare e trovò la voce solo quando il gruppetto ebbe raggiunto l'angolo.
"Ciao..." sussurrò. 

***
S/A
Ciao a tutti e a tutte!
Mi è mancato scrivere su wattpad, e pensare che ho finito white balloons soltanto qualche settimana fa.
Ho deciso quindi di iniziare questa storia, ma non vi prometto che aggiornerò molto frequentemente come facevo con le storie vecchie, per via della scuola.
Spero con tutta me stessa che questa storia possa piacervi.

Kisses,
-F.

Opposites Attract {L.S.}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora